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Vivere nello stesso mondo, ma essere di due pianeti diversi

di Pierluigi Fagan - 10/09/2022

Vivere nello stesso mondo, ma essere di due pianeti diversi

Fonte: Pierluigi Fagan

Nel mio pianeta la giornata di oggi è iniziata con la lettura del rapporto UN sull’andamento dello sviluppo umano che dichiara: “Sta emergendo un nuovo -complesso di incertezza-, mai visto prima nella storia umana”. Per la prima volta da quando è misurato, l’indice di sviluppo globale HDI è in recessione per gli ultimi due anni. Covid shock, disordine climatico, collassi vari catene logistiche, acuirsi delle diseguaglianze, polarizzazione isterica, guerra, shock energetico, inflazione, turbolenza nei flussi degli investimenti e del circuito della liquidità, de-globalizzazione imposta unilateralmente dagli Stati Uniti perché ora è il momento per il nuovo conflitto democrazie vs autocrazie. Nel mio pianeta un così allarmato rapporto Nazioni Unite (rilasciato ieri) fa notizia, ma nel mondo in cui vivo, no.
Nel mio pianeta, pochi giorni fa, una società britannica di consulenza mondiale che si occupa di valutazione dei rischi sistemici, ha rilasciato un rapporto in cui afferma che secondo il loro metodo di calcolo ed analisi, per la prima volta e ben più del previsto, ben 101 Stati nel mondo registrano un aumento dei disordini civili, solo nell’ultimo trimestre. Si aspetta che il numero degli stati coinvolti e l’intensità delle frizioni sociali, aumenterà drasticamente per ragioni analoghe a quelle citate nel rapporto UN. Siamo dalle parti di “EU (Bosnia and Herzegovina, Switzerland, Netherlands, Germany), Sri Lanka and Peru to Kenya, Ecuador and Iran”. Ma ci sono evidenti preoccupazioni anche per l’Algeria, nostro nuovo fornitore di energia. E con loro “Bolivia, Egypt, Philippines, Suriname, Serbia, Georgia, Zimbabwe” ma fuori dall’elenco c’è la coda. Sul mio pianeta ci si potrebbe domandare se è proprio ora il caso di pensare a partecipare a guerre e sobillare conflitto come quello che si rischia Taiwan, ma nel mio mondo no.
Nel mondo in cui vivo, si è festeggiato anche qui sui social, finalmente la dimostrazione di forza degli europei nel mettere il fatidico tetto al prezzo del gas. Fino a ieri, oggi però si apprende che in verità non è stato deciso, è stato deciso che si deciderà, poi, ad ottobre forse, c’è tempo, quale non si sa. Non si sa bene neanche se è possibile e davvero conveniente, non si sa se poi -per pura perversione- finiremo col comprare ad un prezzo poi maggiore da altri l’energia di quello a cui vorremmo imporre il tetto del prezzo, manco fossimo in una economia pianificata. L’acquirente pone il prezzo al venditore, Smith rimarrebbe allibito soprattutto del fatto che costoro si definiscono liberali. Ma che problema c’è, nel mio mondo si pensa l’economia senza la geopolitica e la geopolitica fa l’economia che gli aggrada senza problemi, mica pretenderai che le due sfere siano trattate come un’unica sfera no? Forse sul mio pianeta, ma nel mio mondo no, lì è una assurdità.
Nella forbice tra inflazione e recessione, ieri la BCE ha deciso di mobilitarsi contro la prima, portando di botto i tassi su dello 0.75%. Hanno fatto ricchi sonni per mesi, ma poi si sono svegliati di soprassalto. Il che significa aver deciso che per tentare (non è infatti detto che la manovra riesca) di contenere la prima, si dà libero sfogo alla probabilità ma ormai certezza della seconda. Nel mondo in cui vivo molti sono convinti di vivere in una democrazia, ma sul mio pianeta una decisione così delicata ed incidente, presa da non si sa da chi (pare i “falchi”, i falchi? Ma in che zoo viviamo?), rispondente a non si sa quale logica, discussa dove, valutata come, nell’interesse di chi, non ha nulla a che fare con ciò che normalmente s’intende con democrazia.
Sul mio pianeta, la giornata continua leggendo dello sviluppo delle relazioni multipolari nel quadrante asiatico. Indiani che annunciano nuovi forti acquisti di energia dai russi, tra cui gas liquido (eggià se non ci sono le condotte, si può sempre congelare, no?), indiani con cinesi e russi che fanno esercitazioni miliari coordinate, russi che fanno passare gasdotti in Mongolia verso la Cina ma non è detto anche oltre (ASEAN), incontri al titolo “Verso un mondo multipolare” (oddio! Ci ho scritto un libro con questo titolo) in quel di Vladivostock. C’erano ministri di Bangladesh, Bhutan, Vietnam, India, Indonesia, Cambogia, Cina, Corea del Nord, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Thailandia, oltre ovviamente russi. Russi "isolati" ovvio. Ma in altri forum c’erano anche altri soggetti tipo Iran, Tagikistan e Kazakistan. Nessuna alleanza, solo amicizie interessate, questa è la metrica del mondo multipolare. Vabbe’ chi se ne frega, è l’Asia, “solo” il 60% della popolazione mondiale. Qui da noi invece facciamo solo alleanze integrali in vista di inimicizie. Integrali nel senso che vanno dal militare all’economico, dall’energetico al tecnologico, dal politico e geopolitico. E con queste strette reti integrali in cui noi europei siamo periferia andiamo verso un nuovo conflitto integralista tra “democrazie” e resto del mondo immaturo e barbaro. Giusto forse , ma di nuovo, sul mio pianeta qualcuno potrebbe domandarsi: chi l’ha deciso? Chi l’ha discusso? Chi ha valutato e come questa strategia? Ma nel mio mondo no, è tutto ovvio, evidente, conseguente. Giusto che le democrazie combattano le autocrazie, ma certo mica pretenderete di discutere la cosa democraticamente, sciocchini!  
Nel mio mondo e proprio nella ristretta porzione del mio quartiere nazionale, fino a ieri si discuteva come sarà la pasta cotta senza fiamma ed un governo con la fiamma ma senza gas. Meno male che oggi è finita, oggi si piange la morte di una signora di una casata originariamente tedesca che regna su una nazione anglosassone e che verrà sostituita da un re che si chiama Carlo. E’ il terzo, al primo tagliarono la testa con pure l’Arcivescovo di Canterbury, il secondo lo mal tollerarono, era tre secoli e mezzo fa, potere della tradizione. Nel mio mondo piace questo senso del passato, forse perché non ha un futuro.
Da cui il post che chiude con l’immagine allegata. Questo è come quelli del mondo in cui vivo immaginano quelli come me che vivono su un altro pianeta, ma anche come quelli del mio pianeta (quando sono di buon umore) vedono quelli del mio mondo, degli alieni pazzi furiosi che vanno a schiantarsi nella totale ma rissosa incoscienza. Era quindi un post puramente relativista, scusate se ho allungato il brodo. Serviva solo a farci una risata, oro di questi tempi.