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L'eredità avvelenata dell'Africa. 50.000 tonnellate di pesticidi

di Matteo Fagotto - 02/04/2007

Circa 50.000 tonnellate di pesticidi scaduti contaminano il continente
L'Africa è una delle principali pattumiere del mondo. Pochi però sanno che, oltre ai rifiuti tossici provenienti dall'Occidente, nel continente si trovano decine di migliaia di tonnellate di pesticidi deteriorati, acquistati in quantità enormi negli ultimi 40 anni e mai usati. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno 200.000 persone muoiono per gli effetti provocati dal deterioramento dei pesticidi agricoli, mentre sono circa 750.000 quelle che ricorrono a cure mediche.

Un deposito di pesticidi in SudafricaPesticidi. Stando alle stime della Food and Agriculture Organization, in Africa sarebbero presenti circa 50.000 tonnellate di pesticidi non stoccati. Importati in grandi quantità durante gli anni della “rivoluzione verde”, questi prodotti sono poi caduti in disuso per diverse ragioni: un po' per la scarsa efficacia di alcuni o per la messa al bando delle sostanze che li compongono, un po' per il ridotto verificarsi di eventi catastrofici quali invasioni di cavallette e locuste. Il risultato è che la maggior parte di questi pesticidi è rimasta inutilizzata in magazzini fatiscenti, in container arrugginiti o, peggio ancora, lasciata all'aria aperta in migliaia di siti sparsi nel continente. Alcuni di questi stock, vecchi di decine di anni, contengono elementi (come la dieldrina) banditi nel corso degli anni per la loro tossicità, e che durante il processo di deterioramento si possono trasformare in sostanze ancora più pericolose.

Pericoli. In questa settimana, l'Etiopia ha reso noto di aver spedito 640 tonnellate di pesticidi scaduti in Gran Bretagna. Nel 2001, sempre l'Etiopia aveva dato incarico a una compagnia finlandese specializzata di smaltirne altre 1500. Un deposito di pesticidi scaduti è stato rinvenuto addirittura nella capitale Addis Abeba, a 500 metri da alcuni silos di grano. “Questi pesticidi sono vecchi di decenni, il che pone dei rischi immediati – rivela a PeaceReporter Eloise Touni, del programma Pesticide Action Network – La maggior parte dei depositi non è monitorata, e in alcuni casi la gente vi si reca per prendere i pesticidi e usarli nei campi”. Fatica sprecata, perché i pesticidi dopo due anni perdono la loro efficacia (ma non la loro tossicità, se presenti in grandi quantità). “Il più delle volte il contenuto di questi depositi ha contaminato falde acquifere e terreni – continua la Touni – Per fare un paragone, è come se tonnellate di rifiuti ospedalieri fossero finiti sulla nostra tavola o nell'acqua che beviamo”.

Un aereo sparge pesticidi su un campoBonifica. Per questo l'Onu, assieme ad alcune agenzie umanitarie, associazioni ambientaliste e Ong, ha lanciato nel 2000 l'Africa Stockpile Programme (Asp), il cui obiettivo è quello di ripulire il continente, stoccando i pesticidi e bonificando i terreni contaminati. Un compito non facile, sia per i costi che per i tempi. Il programma è finanziato in gran parte da Paesi donatori e dalle Nazioni Unite, visto il costo della raccolta e dello stoccaggio delle materie. “Il prezzo varia da 3000 a 5000 dollari a tonnellata, un costo che la maggior parte delle nazioni africane non si può permettere di pagare”, continua la Touni. Ciò significa che, per bonificare l'intero continente, saranno necessari almeno 175 milioni di dollari, a cui se ne aggiungono altri 50 per i programmi di prevenzione. Stando all'Asp, finora solo il 5 percento di questi depositi è stato ripulito. Per finire il lavoro, spesso commissionato alle stesse aziende che vendono pesticidi (e che in questo modo conseguono un doppio profitto) saranno necessari dai 12 ai 15 anni, forse anche di più per i Paesi più contaminati, come il Botswana e il Mali. Intanto, gli africani continueranno a mangiare, bere e respirare veleno.