Orwell aveva ragione: la sua casa «spiata» dal Grande Fratello
di Alessandra Carboni - 03/04/2007
QUARTIERE SOTTO CONTROLLO - È di sicuro sotto controllo il civico numero 27B, dove lo scrittore ha vissuto fino al giorno della sua morte, poiché a pochissimi metri da lì sono state installate ben 32 cctv, pronte a registrare anche il più piccolo movimento di tutto ciò che si trova nel loro campo visivo. A non perdere mai di vista il giardino e la facciata dell'abitazione ci pensano due telecamere di sorveglianza posizionate sui semafori lungo la strada antistante, attive 24 ore su 24. Il retro della casa è anch'esso tenuto sott'occhio da due dispositivi di sicurezza, installati all'esterno di un centro conferenze. Decine di dispositivi di controllo sorvegliano anche le vicinanze: non c'è privacy per gli avventori del pub preferito da Orwell, il Compton Arms, perennemente osservato dalla telecamera dell'autosalone dirimpettaio, e nemmeno per i clienti di negozi e botteghe, dove sono presenti i sistemi di sicurezza anti rapina. Insomma, gli occhi meccanici osservano e registrano tutto, proprio come avviene nella visione dell'autore di 1984. SUPER MONITORAGGIO – Una recente ricerca della Royal Academy of Engineering (Rae) rivela che sarebbero addirittura 4,2 milioni le telecamere disseminate sul territorio, il che corrisponderebbe circa a una ogni 14 abitanti, come è spiegato sulle pagine di This is London. Lo stesso report stima inoltre che ogni persona possa essere ripresa da uno di questi dispositivi in media 300 volte al giorno. Uno degli autori del documento, il professor Nigel Gilbert, ha dichiarato che le cctv attualmente in uso in Gran Bretagna sono talmente tante da rendere necessario il blocco di future installazioni, che dovrebbero eventualmente essere autorizzate dalle autorità. |