Aspettando la rivoluzione (recensione)
di Antonio Ghirelli - 05/04/2007
Antonio Ghirelli
ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE
250 pp. Mondadori euro 18
Tutto parte dal 1848 e dal fallimento del
movimentismo borghese-democraticopatriottico-
insurrezionalista. Unica soluzione,
la rivoluzione nel nome delle masse
sfruttate. Marx ed Engels scrivono il
“Manifesto del partito comunista”, la Lega
dei giusti si trasforma in Lega dei comunisti,
la Prima internazionale nasce a Londra
il 28 settembre 1864. Ma i rivoluzionari,
tra loro, non vanno d’accordo. Bakunin
sente puzza di partito accentratore e di
nuova tirannia e scrive: “La più disastrosa
combinazione sarebbe quella fra il socialismo
e l'assolutismo… Siamo socialisti,
ma non vogliamo diventare mai dei popoli-
gregge”. E gli italiani? Garibaldi è schietto
e simpatico. Nel 1864 Bakunin, che va a
trovarlo a Caprera, lo descrive “grandioso,
calmo, appena sorridente”. Peccato che
non voglia fare la rivoluzione mondiale.
Peccato che, pur essendo un feroce anticlericale,
non si batta per una palingenesi
dell’umanità in nome dell’ateismo. Di Mazzini,
Marx non sopporta la visione spiritualistica
e ostile alla lotta di classe.
Che fare, allora? Tanto per cominciare,
ognuno se ne va per conto suo. Repubblicani
con repubblicani, anarchici con
anarchici, socialisti con socialisti. I seguaci
di Proudhon escono dalla Prima internazionale
nel Congresso di Basilea del
1871. Nell’autunno dello stesso anno, a
Londra, Marx – potendo contare su una
maggioranza accuratamente precostituita
– trasforma l’Internazionale in un partito
politico. “Non accetto tendenze dispotiche
e dittatoriali”, grida Bakunin; “noi
siamo contro lo Stato e i marxisti ne vogliono
costruire un altro”. Al congresso
dell’Aja, nel 1872, si consuma la rottura
con i compagni socialisti, mentre in Italia
Carlo Cafiero, Enrico Malatesta, Andrea
Costa diffondono il verbo anarchico. Da
allora il rosso, il rossonero e il nero impazzeranno.
In testa,la sovversiva Toscana
che mescolerà tutto.
Ghirelli racconta cent’anni d’Italia nell’attesa
della rivoluzione. C’è mai stata, ci
sarà mai? La rassegna è puntuale e affidata
a un linguaggio scorrevole. Si parla di
partiti, partitini, gruppi, gruppuscoli, correnti,
movimenti, scissioni, espulsioni. Di
sinistre anarchiche, socialiste, democratiche,
liberali, sindacaliste, interventiste,
neutraliste, riformiste, massimaliste, cristiane,
fasciste, comuniste. Le une contro
le altre armate. Di utopie ed eresie, contraddizioni
e contaminazioni, errori e orrori.
Di Turati e Bissolati, Labriola e i
Rosselli, Mussolini e Nenni, Matteotti e
Gobetti, Gramsci e Togliatti. Fino a Berlinguer
e a Craxi, alla fine di Psi e Pci.
Aspettando la rivoluzione.