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Così il clima cambia il mondo

di Marina Forti - 10/04/2007

 
La migrazione di specie vegetali, gli effetti sull'agricoltura e sulla salute, l'acqua e le barriere coralline. Gli esperti ridisegnano la Terra


Il rapporto diffuso ieri dal Intergovernmental Panel on Climate Change (Comitato intergovernativo sul cambiamento del clima) disegna il quadro finora più completo di come il riscaldamento dell'atmosfera terrestre ha modificato il nostro piccolo pianeta negli ultimi trent'anni.
E' la seconda parte di un lavoro più complessivo: la prima, diffusa in febbraio, faceva il punto sulla scienza del clima. Confermava che gran parte del riscaldamento dell'atmosfera terrestre osservato nell'ultimo mezzo secolo è «molto probabilmente» (cioè al 90%) dovuto alle attività umane. La temperatura del pianeta aumenterà tra 1,8 e 4 gradi Celsius entro fine secolo, diceva, e la «forchetta» tra le due stime dipende da cosa saremo in grado di fare per fermare l'accumulo dei gas che intrappolano nell'atmosfera terrestre le radiazioni del sole.
Il punto è che se anche fossimo davvero capaci di tagliare da subito le emissioni di gas di serra, «le emissioni passate implicano un riscaldamento inevitabile», scrive il Ipcc. Di questo tratta il nuovo rapporto: «Impatto, adattamento e vulnerabilità al cambiamento del clima».
Alcuni degli effetti del riscaldamento del clima sono ormai ampiamente visibili e studiati: la «migrazione» di alcune specie vegetali verso zone (o altitudini) dove erano sconosciute, gli effetti sull'agricoltura, o sulla salute umana. Altri aspetti vanno studiati meglio, dice il Ipcc. Ma la base di dati e osservazioni disponibili è sufficente a fare un quadro allarmante. Da cui risulta che l'impatto più pesante grava su alcune delle regioni più popolate e povere del pianeta, che poi sono spesso anche quelle meno capaci di fare fronte («adattarsi») alle conseguenze del clima cambiato.

Il rapporto passa in rassegna i diversi settori ed ecosistemi. L'acqua dolce, per cominciare: per la metà del secolo, la portata annuale dei fiumi aumenterà tra il 10 e il 40% alle alte latitudini e in certe aree tropicali umide, mentre diminuirà tra il 10 e il 30% nelle regioni secche, alle latitudini medie e nelle zone tropicali sride. Aumenteranno in estensione le zone di siccità, mentre aumenteranno i rischi di inondazioni in altre zone. Nella sola Africa, tra 75 e 250 milioni di persone già nel 2020 suffriranno di penuria d'acqua. Nel corso del secolo inoltre, con il restringersi di ghiacciai e nevi, diminuirà l'acqua dolce che scende dalle montagne (si pensi ai fiumi alimentati dai ghiacciai dell'Himalaya, o delle Ande...).
Il cambiamento del clima inoltre si somma ad altri disastri «fabbricati dall'uomo», spiega l'Ipcc: «La capacità di recupero di molti ecosistemi sarà vanificata in questo secolo da una combinazione senza precedenti di cambiamento del clima, gli squilibri associati (siccità, allovioni, incendi, acidificazione degli oceani) e di altri fenomeni globali come inquinamento, supersfruttamento delle risorse, cambiamento nell'uso dei territori». Un esempio sono le barriere coralline: minacciate dall'aumento della temperatura dei mari, e dall'inquinamento e altre aggressioni «umane».

Tra le regioni più a rischio troviamo i mega-delta di grandi fiumi asiatici, dove vivono miliardi di persone - come il delta combinato del Gange e Brahmaputra, o quello del Mekong. Qui si sommano l'effetto di fenomeni climatici estremi (alluvioni) e l'espansione di aree urbane, la scomparsa progressiva della vegetazione (mangrovie ad esempio), l'erosione delle coste. Le aree costiere sono soprattutto a rischio, insieme alle piccole isole, per l'innalzamento del livello dei mari. Milioni di persone vivranno inondazioni come evento annuale, non più straordinario...
Continua l'elenco di disastri imminenti. La produzione alimentare: nelle regioni tropicali e secche la produttività agricola è destinata a diminuire anche con piccoli aumenti di temperatura (tra 1 e 3 gradi), e aumenterà il rischio di carestie - con associate migrazioni di masse umane in cerca di sopravvivenza.
Il cambiamento del clima minaccia la salute umana: con la malnutrizione conseguente alle carestie, o con le ondate di caldo, o con un aumento dell'incidenza di malattie diarroiche, malaria e altre malattie infettive (di cui cambierà anche la distribuzione spaziale).
In qualche caso il riscaldamento globale più dare impatti positivi a breve termine, fa notare l'Ipcc: nelle regioni fredde ad esempio si spenderà meno in riscaldamento, e la produzione agricola aumenterà. Ma sono vantaggi vanificati da svantaggi molto più grandi. E a tutto questo, il mondo deve fare fronte da subito.