Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il futuro nelle nostre mani

Il futuro nelle nostre mani

di Pierluigi Paoletti - 11/04/2007

 

Ormai il megafono mediatico è iniziato, global warming, emissioni di Co2 sono al centro di

dibattiti, studi di autorevoli organizzazioni, convegni ecc., addirittura il film di Al Gore sul

clima ha vinto pure un oscar (!?). Dovremmo essere contenti che finalmente le autorità si

sono accorte del problema che andiamo denunciando da anni, eppure la lucina rossa del

nostro allarme interiore continua a lampeggiare segnalandoci di stare comunque all’erta.

Chissà perché, ma quando Bush dice che l’america dovrà ridurre del 20% il consumo di

petrolio invece di essere soddisfatti sentiamo un brivido gelido che sale lungo la schiena.

Non è forse lui insieme al suo vice Cheney che sono stati eletti dalle lobby dei petrolieri e

dal giorno del loro insediamento alla Casa Bianca il prezzo del petrolio è salito del 360%?

Non sono forse loro che hanno invaso l’Iraq e minacciano l’Iran per garantirsi le ingenti

scorte energetiche di quei paesi?

E allora perché Bush insieme a Blair (BB come la Banda Bassotti) ora si sono

improvvisamente convertiti alla causa ambientalista? http://www.youtube.com/watch?v=iJTDSEPSfhk

La risposta potrebbe essere nell’imminente picco petrolifero e del gas naturale annunciato

nell’ultimo convegno dell’Aspo Italia dallo studioso iraniano Alì Bakthiari (una sintesi del suo

intervento insieme a quello del prof. Bardi e di Luca Mercalli nella home page). Sapendo la reale

situazione dell’energia fossile stanno iniziando a preparare il mondo al periodo di carenza

energetica. Questo potrebbe essere il reale motivo della loro “conversione”.

Si parlava di picco petrolifero e del gas naturale, ma non dobbiamo dimenticare l’uranio

che serve alle centrali nucleari che, almeno a giudicare dai prezzi degli ultimi 10 anni, non

sembra essere in condizioni migliori: 113$ di oggi contro i 7 del 2000 (!!!)

E le energie rinnovabili, eolico, solare, idroelettrico hanno delle percentuali ancora risibili.

Nel futuro prossimo, molto prossimo, i prezzi dell’energia non rinnovabile crescerà a ritmi

sostenuti in previsione della sua crescente scarsità. Chi sarà in grado di pagare prezzi

sempre più elevati, ad oggi nemmeno il 10% della popolazione mondiale, potrà continuare a

consumare, per gli altri i problemi saranno sempre maggiori.

Ecco allora che la lucina rossa del nostro allarme inizia ad avere un senso, così come hanno

un senso i mass media del regime che si svegliano all’unisono e cominciano a profetizzare

catastrofi.

Bisogna ridurre forzatamente il consumo di energia mondiale e magari ridurre

drasticamente anche la popolazione, che poi non è altro che un vecchio sogno di

Kissinger e della sua cricca. Una piccolissima elite che si spartisce quello che resta

delle ricchezze e delle scorte energetiche del pianeta, mentre la grande maggioranza

cadrà in grande carenza e povertà.

Poiché in economia e nella finanza niente è casuale, ecco che si spiega la manovra di

indebitamento selvaggio di stati e delle famiglie in atto dal 2001, una grande abbuffata

prima della recessione inevitabile dettata dai prezzi sempre più alti dell’energia.

Quando le notizie del picco energetico saranno di dominio pubblico i futures su petrolio,

gas, uranio e altro schizzeranno ad una velocità molto maggiore di quello che non hanno

fatto fino ad oggi perché gli speculatori si accaniranno per cercare lucruosi profitti

accelerando i processi. I grandi lo hanno già fatto con cautela dal 2001 facendo lievitare i

prezzi, ma manca ancora la massa dei medi e piccoli speculatori che possono fare peggio di

uno tzunami.

Secondo lo studioso iraniano Bakthiari abbiamo ancora due, al massimo tre anni per attivare

tutte le contromisure, poi sarà troppo tardi.

Si tratta di interpretare con intelligenza e lungimiranza i segnali che ci vengono inviati da

più parti. Oggi si sta entrando nella fase di contrazione del ciclo dopo le scorpacciate di 50

anni di boom economico ininterrotto. Contrazione significa che dobbiamo ripensare

soprattutto le nostre economie riportandole ad una dimensione locale, energia prodotta e

consumata in loco, sopperire quanto più possibile ai bisogni a livello locale perché non ci

potremo più permettere di sopportare i costi di importazione e esportazione dei prodotti,

degli alimenti.

Inutile sperare nell’aiuto dei politici al governo e all’opposizione, negheranno l’evidenza

fino alla fine, parlando di sciocchezze e favorendo gli ultimi saccheggi della nostra

economia da parte dei potentati finanziari. Quando si decideranno a fare qualcosa, ahinoi

sarà troppo tardi.

La responsabilità del nostro futuro è interamente nelle nostre mani e abbiamo tutte le

carte in regola per riuscire in questa non facile impresa.

Tornare al locale è una scelta obbligata e confidiamo molto nelle amministrazioni locali che

sono un anello fondamentale per questo processo. Adottare una moneta locale che non sia

gravata dal debito pubblico e privato come invece avviene per l’euro, favorire lo sviluppo

delle economie locali, lavorare a stretto contatto con le varie categorie di imprenditori per

fare piani di sviluppo unitari e condivisi.

Solo lavorando insieme, lasciando da parte diffidenze e rancori si potrà affrontare la

transizione senza troppi traumi. Bisogna capire che il benessere di ognuno coincide con il

benessere di tutti e sappiamo che nei momenti di difficoltà le persone, ma noi italiani in

particolare, tirano fuori le loro qualità migliori e questo momento è arrivato.

Sul fronte delle borse registriamo che il Nasdaq è ad un set up – linea tratteggiata verticale -

(minimo, massimo o accelerazione) di lungo periodo e per questo molto importante

Il Dax è di nuovo nella parte superiore del canale in atto dal 2003

Mentre il Mibtel è alle prese con la trend line che unisce i massimi del 2000 a quello del

febbraio scorso

Tutti grafici che indicano molta cautela e potrebbero segnare a breve la svolta nel trend di

medio periodo.

L’oro dal canto suo sembra arrivato alla svolta sul ciclo annuale, come ci evidenzia la

velocità sull’asse dello 0 (linea nera)

Per cui è prossima una correzione almeno fino a inizio estate.

That’s all folks