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Kasparov contro la Russia di Putin

di Uwe Klussmann - 19/04/2007

Fonte: Der Spiegel



Con un'alleanza di liberali e di estremisti, l'ex-campione mondiale di scacchi Garry Kasparov e l'ex-primo ministro russo Michail Kas'janov sperano di rovesciare il presidente Vladimir Putin. L'impresa ha poche possibilità di riuscita, ma il Cremlino non ha comunque intenzione di correre rischi.

Garry Kasparov, l'ex-campione mondiale di scacchi, ha aperto la sua partita più rischiosa sulla via più sontuosa della Russia. Sulla Prospettiva Nevskij, a San Pietroburgo, città natale del presidente, una folla di circa 3000 seguaci di Kasparov ha intonato lo slogan "Via Putin dalla Russia!". In rapporto alla popolazione della seconda città più grande della Russia (4,6 milioni di abitanti), è stata una protesta di dimensioni relativamente piccole. Tuttavia era abbastanza grande da far sì che le autorità rispondessero con una dimostrazione del proprio potere: i reparti speciali dell'OMON hanno arrestato 113 manifestanti.
Non era la prima volta che Kasparov manifestava al freddo di fronte alla cattedrale di San'Isacco. Brandendo un megafono, il leader del Fronte Civile Unito, un'organizzazione che conta 5000 membri, ha accusato il presidente russo Putin di preparare un "insidioso colpo di stato".
Difficilmente il genio degli scacchi diventerà un potente leader d'opposizione con queste tattiche. Putin e i suoi sostenitori già da tempo si sono assicurati che i loro avversari non abbiano alcuna possibilità nelle elezioni parlamentari di dicembre e nelle presidenziali di tre mesi dopo. Hanno alzato al 7% lo sbarramento e hanno privato i governatori provinciali di molto del loro potere facendone praticamente delle figure designate dal governo. Controllano i network televisivi russi e i maggiori giornali. E come se ciò non fosse sufficiente mettono alle calcagna dei loro avversari politici ispettori fiscali e giudici. "La Russia non è una democrazia", ha dichiarato allo Spiegel Kasparov. Nonostante la sua posizione di svantaggio, Kasparov sta mettendo in pratica la sua abilità di scacchista per tentare alcune mosse a sorpresa.

Un'opposizione che ha fatto il suo tempo
Eppure appare come un gesto di disperazione il fatto che Kasparov, tentando di sfidare la popolarità del presidente, abbia scelto di allearsi con il ben meno popolare ex-primo ministro, Michail Kas'janov, e con Eduard Limonov, eccentrico intellettuale sessantaquattrenne. Quest'ultimo contingente di democratici russi è un triumvirato di persone che hanno fatto il loro tempo e che sono unite da poco più che dalla comune avversione per Putin.
Il goffo ed effervescente Kasparov e Kas'janov, con la sua reputazione di dandy, sono entrambi fervidamente filo-americani. Ma Limonov, che fa lo scrittore, condanna gli Stati Uniti, che gli concessero asilo politico quando le autorità comuniste lo espulsero dall'Unione Sovietica nel 1974. Kasparov è autore di una serie di libri di successo sugli scacchi intitolata "I miei grandi predecessori", mentre Limonov ha scritto "Memorie di un punk russo" e, nel 2003, l'opera che ha dato il nome al bislacco triumvirato: "Drugaja Rossija", cioè "Un'altra Russia"
In "Un'altra Russia" Limonov propone la "trasformazione del paese in un conglomerato di comuni armate, libere e orgiastiche". Come questo genere di retorica possa far presa sull'ex-premier Kas'janov, convinto capitalista che preferisce parlare di crescita economica e libero mercato, resta un enigma.
Alla manifestazione di San Pietroburgo Limonov stava al fianco di Kasparov. Secondo la strategia del campione di scacchi, il ruolo di Limonov consiste nel fornire le pedine per non esporre il re, cioè Kasparov. A differenza di Kasparov e Kas'janov - politici d'opposizione di classe media in un paese privo di una vera classe media - Limonov è il solo capace di mobilizzare prontamente migliaia di sostenitori. Con slogan come "Un buon borghese è un borghese morto", i "Limonovski", un gruppo prevalentemente composto da robusti giovanotti, si sono fatti l'immagine di una banda di teppisti radicali. Limonov stesso, negli ultimi 14 anni leader del non registrato Partito Bolscevico Nazionale, diffonde un messaggio di "resistenza nazionale e sociale", rifacendosi al Lenin degli ultimi anni, al Goebbels degli inizi, alla sinistra del Partito Nazista e alla terrorista tedesca Ulrike Meinhof.

Soffocare l'opposizione
Per evitare che possano ripetersi le rivoluzioni democratiche, finanziate con denaro americano, contro i regimi autocratici di Ucraina e Georgia, il Cremlino tende a soffocare rapidamente anche la scintilla d'opposizione più insignificante. Nel dicembre scorso a Mosca sono stati dispiegati 8000 poliziotti per sorvegliare i 2000 partecipanti alla "Marcia dei dissenzienti".
Putin sta già ricorrendo ai servizi segreti russi, l'FSB, per proteggere la Russia dal un'"ideologia estremista" durante le elezioni. Ma nel linguaggio del Cremlino le proteste non violente sono spesso già definite "estremiste". Quando due seguaci di Limonov hanno lanciato dei volantini per chiedere libere elezioni durante una seduta del consiglio comunale di San Pietroburgo, sono stati subito portati nella prigione Kresty e accusati di aver commesso "atti di violenza contro rappresentanti del governo". Nella Russia di Putin innocui volantini sono apparentemente così pericolosi per il potere che per la sua sproporzione la punizione ricorda l'epoca sovietica.
Qualsiasi opposizione non controllata dal Cremlino è considerata una minaccia contro lo stato, e l'amministrazione ha deciso di usare le armi pesanti per gestire i rapporti con il traditore Kas'janov.
Subito dopo il suo rientro in politica, i media controllati dallo stato hanno resuscitato un soprannome che lo mette in una luce a dir poco sfavorevole: "Miša Due Per Cento", che allude alla percentuale che si dice Kas'janov chiedesse per chiudere un occhio sulle illegalità quando era ministro delle finanze tra il 1993 e il 1999.
Kas'janov insiste a dire che le sue uniche entrate consistevano nel salario di ministro, e che è stato coinvolto in imprese d'affari private per un solo anno dopo aver lasciato la carica di primo ministro. Dev'essersi trattato di un buon anno per Kas'janov, che in seguito fu in grado di spendere diversi milioni di dollari per comprare la dacia dell'ideologo del Partito Comunista sovietico Michail Suslov.

Kas'janov for president?
Nella partita a scacchi di Kasparov contro il Cremlino, il controverso Kas'janov è la Regina, e il suo ruolo consiste nel costringere in un angolo il Re avversario, Putin. Kas'janov è visto come il candidato più probabile alla presidenza all'interno del triumvirato. È stato primo ministro per quattro anni sotto Putin e in politica è considerato un esperto peso massimo.
Ma anche i sostenitori in buona fede del movimento d'opposizione dubitano che uno come Kas'janov possa arrivare ai livelli di eroe nazionale raggiunti da Putin. Sotto il suo mandato come ministro delle finanze durante la caotica amministrazione post-sovietica di Boris El'cin, le pensioni arrivavano in ritardo mentre i burocrati e gli oligarchi erano indaffarati a riempirsi le tasche.
Per minacciare seriamente la squadra di Putin, Kas'janov e Kasparov dovrebbero formare un'alleanza con il Partito Comunista, che con 160.000 membri e 48 seggi (su 450) al Parlamento russo, è il partito d'opposizione più forte del paese. Ma il leader del Partito Comunista, Gennadij Žjuganov, è contrario all'allineamento del suo partito con l'opposizione democratica. Kas'janov, dice Žjuganov ironicamente, è interessato solo a "razziare ancora una volta la Russia".
È un fatto che l'ex-primo ministro è una specie di generale senza esercito. La mancanza di sostegno si riflette nel clima apatico di una riunione del suo movimento (l'Unione Democratica del Popolo, solo 3000 membri in tutto il paese) nella città di Stavropol', nella Russia meridionale, dove una dozzina di uomini di mezza età siede su logore poltrone di un teatro di epoca sovietica in una stanzetta con le pareti coperte di tappezzeria rosa.
Usando lo stesso tono con cui conduceva le riunioni di gabinetto, Kas'janov ora condanna il discorso di Monaco di Putin e mette in guardia contro la demonizzazione dell'Occidente. Ma il blocco informativo che il Cremlino è riuscito a imporre sul triumvirato farà sì che il messaggio di Kas'janov non lasci quella stanzetta.
E anche se la lasciasse, non sarebbe molto popolare. Il credo di Kas'janov, fondato su una "società moderna e civile" e sulla sua avversione per una "politica estera aggressiva" sotto l'influsso inebriante dei prezzi del combustibile, non è più di moda nella Russia di Putin, nuovamente fiduciosa.

Putin contrattacca
Nell'improbabile eventualità che centinaia di migliaia di russi dovessero rivelarsi sensibili alla retorica del trio Kasparov-Kas'janov-Limonov, gli uomini di Putin hanno già cominciato a muoversi. Si dice che Kasparov e Kas'janov ricevano finanziamenti dall'estero, accusa che entrambi hanno respinto.
Se risulterà che gli ex-sostenitori di Michail Chodorkovskij, il magnate del petrolio e nemico di Putin che ora si trova in una prigione siberiana, lavorano per i due uomini e - cosa più grave - che i finanziamenti della campagna vengono dall'area di Chodorkovskij (accusa che entrambi respingono) Kasparov e Kas'janov potrebbero finire in tribunale. Limonov ha già trascorso due anni dietro le sbarre per presunto traffico d'armi. Lo scorso mese il Cremlino ha ricordato all'ex-primo ministro Kas'janov quanto sia vulnerabile quando i giudici lo hanno chiamato a testimoniare in un caso di traffico d'armi con l'India del valore di 230 milioni di dollari.
Ma né le minacce legali né il fatto che lui e i suoi due alleati non siano riusciti a presentare un'unica lista alle elezioni regionali in 14 province russe, l'11 marzo scorso (si trattava del test elettorale più importante prima delle elezioni di dicembre), sono riusciti a scomporre Kas'janov. Con la sua voce baritonale accoglie gli ospiti nel suo elegante e moderno ufficio che ha le stesse dimensioni di quello che occupava quando era primo ministro. Kas'janov per un momento torna a essere l'influente uomo di stato di un tempo, si avvicina alla finestra, getta uno sguardo su Mosca dal sedicesimo piano e posa una mano su un grande telescopio puntato sul Cremlino.
Guardando attraverso quel telescopio gli sembrerà almeno di essere un po' più vicino al centro del potere russo.

Originale: http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,471854,00.html

Tradotto dall'inglese all'italiano da Mirumir, un membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in Copyleft per ogni uso non-commerciale: è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne l'autore e la fonte.