Una legge che allunga i processi
di Massimo Fini - 01/12/2005
Fonte: massimofini.it
Si resta esterrefatti, e quasi senza parole, di fronte alla legge ex Cirielli (cosiddetta perché il primo promotore se n'è dissociato), approvata l'altro giorno al Senato, che, per alcuni tipi di reato, abbrevia i termini della prescrizione, fino, in alcuni casi, a dimezzarli, quando l'imputato è incensurato, mentre per altri tipi di reato aumenta le pene, fino, in alcuni casi, a triplicarle, quando l'imputato sia recidivo.
È arcinoto che i principali problemi del sistema giudiziario italiano sono due: l'aberrante durata dei processi e il sovraffollamento delle carceri. Questa legge riesce ad aggravarli entrambi.
Di fronte a una spropositata durata dei processi che cosa dovrebbe fare il legislatore? Cercare di snellirli, perché siano più brevi. Invece in questi anni il Codice di procedura penale è stato infarcito di un tal numero di norme cosiddette "garantiste" che i processi sono diventati ancora più farraginosi e quindi ancora più lunghi. Non avendo potuto, o piuttosto voluto, abbreviare la durata dei processi, che cosa dovrebbe fare allora il legislatore? Allungare i termini della prescrizione per impedire che una gran parte dei processi cada sotto la sua mannaia, evitando quindi che Tribunali e giudici abbiano lavorato per anni a vuoto, con spese, oltre che di tempo, di denaro che ricadono sul cittadino-contribuente, e che alle vittime dei reati - perché nell'orgia ipergarantista di questi anni ci si è dimenticati che esistono anche loro - non sia data alcuna soddisfazione.
E invece cosa fa la legge ex Cirielli? Abbrevia i termini di prescrizione, li dimezza, per cui un numero ancor più rilevante di processi cadrà nel nulla.
Questa legge crea la figura esilarante - se non si trattasse di cose molto serie - del recidivo incensurato a vita. Infatti un imputato che pur avendo commesso un reato benefici dei termini abbreviati della prescrizione, se commette un altro reato si presenterà da incensurato davanti al Tribunale dove, grazie alla prescrizione abbreviata, verrà nuovamente assolto e così via.
Ciò vale per i reati finanziari, economici, tributari, fiscali, per quelli contro la Pubblica Amministrazione, per cui è prevista l'abbreviazione dei termini di prescrizione.
Per i reati da strada, scippi, borseggi, piccoli furti, spaccio dei tossicodipendenti, sono previsti invece forti inasprimenti di pena se l'imputato è recidivo. Se un ragazzo di diciotto anni ruba in un supermarket e poi ripete l'impresa resta in galera per un numero di anni che è assolutamente sproporzionato alla gravità dei reati che ha commesso.
È stato calcolato che grazie a questa legge nel 2006 la popolazione carceraria aumenterà di 20 mila unità, passando dai 60 mila detenuti attuali ad 80 mila, mentre la capienza delle nostre prigioni è di 40 mila. Lo stesso ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che pur di questa legge è stato pronubo, ha messo le mani avanti: «Servono più fondi, altrimenti il sistema collasserà». E ha chiesto di «non essere lasciato solo a gestire una situazione che potrebbe diventare problematica».
Ma se si guarda alle tipologie dei reati per cui è prevista l'abbreviazione della prescrizione e a quelle per cui sono invece previsti gli inasprimenti di pena si capisce il senso profondo di questa legge. Le prime riguardano i reati commessi dai "colletti bianchi" che per non essere delitti di sangue non mancano, per questo, di una notevole pericolosità sociale (fra i processi che, secondo questa nuova legge, cadranno in prescrizione ci sono quello alla Parmalat per aggiottaggio che interessa migliaia di piccoli risparmiatori, truffati e messi, spesso, sul lastrico, quello alla BiPop che riguarda altri 70 mila piccoli risparmiatori - idem come sopra - quello a Mediaset per appropriazione indebita, falso in bilancio, frode fiscale che vede coinvolti Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri). Le seconde riguardano i reati da strada, commessi dalla povera gente, che non per questo non vanno puniti, anche severamente, a patto però che con altrettanta severità siano puniti anche gli altri reati, che, a dispetto della loro apparente asetticità, sono molto più gravi (uno scippo fa impressione, ma spaventa e deruba, di pochi soldi, solo una persona, un falso in bilancio passa lì per lì inosservato ma rovina migliaia di cittadini spesso per somme molto rilevanti).
Si è creato insomma, finalmente, dai e ridai, un doppio diritto, come nel feudalesimo. Uno per "lorsignori" cui, attraverso l'escamotage della prescrizione abbreviata, è garantita, di fatto, l'impunità perpetua, e uno per i poveri cristi per i quali vige invece la "tolleranza zero". Un'infamia.