Spirito naturale. L’ecologia profonda per la salute del corpo, dell’anima (novità editoriale)
di Stefano Fusi - 05/05/2007
Fonte: naturalspirit
Spirito naturale
di Stefano Fusi
ed. Tecniche Nuove
Per guarire e vivere in armonia abbiamo una grande maestra a disposizione: la natura. Non è altro da noi o qualcosa da riconquistare, ma l’essenza stessa della nostra vita. Riconoscerla e coltivarne le qualità ci dona una vita più semplice, sana, prospera, appagata e responsabile verso l’ambiente e le generazioni future. L’ecologia profonda integra l’antica saggezza spirituale dei popoli di natura (sciamanesimo, Tantra, taoismo) con le più recenti acquisizioni scientifiche (ecologia, ecosofia, psicologia transpersonale, ipotesi Gaia, fisica quantistica).
Spirito naturale propone di sperimentarla con pratiche semplici, efficaci e salutari di connessione cosciente e gioiosa con gli elementi naturali, gli animali, le piante e l’ambiente, per trasformare la vita quotidiana e le relazioni con gli altri e il mondo.
Stefano Fusi giornalista e consulente di comunicazione, lavora da trent’anni nei campi dell’educazione ambientale, delle medicine naturali e della crescita personale. Organizza incontri, campagne ed eventi per associazioni ambientaliste e culturali, federazioni e centri delle “arti per la salute”, enti pubblici e privati. Tiene conferenze e incontri e conduce corsi e seminari di formazione e sensibilizzazione alla natura.
INDICE
Prefazione di Ivano Gamelli
Ringraziamenti
Introduzione
Prima parte – LE RADICI
LE ESPERIENZE
- L’albero
- La Danza del Sole dei Lakota
- Il villaggio del Tantra
Seconda parte – IL TRONCO
L’ECOLOGIA PROFONDA
Capitolo I
ABBRACCIARE IL MONDO
- Il Grande Mistero
- L’umiltà di imparare dalla natura
- Scegliere la semplicità
- Tornare alla sorgente
Capitolo II
RITROVARE L’ARMONIA
- La bellezza è l’intero
- Madre Terra e Padre Cielo
- Ecosofia: la realizzazione del Sé
- I valori dell’ecologia profonda
- Wilderness, la natura selvaggia
- Riconnettersi con la natura
- Liberare l’istinto e la sensibilità
Capitolo III
L’ANIMA DELLA TERRA
- Gaia, il mondo vivente
- La mente è un ecosistema
- Energia, flusso e Via
- L’utopia della scienza
- Lo spettro nella macchina
- Entropia e caos
- L’avventura della conoscenza
Capitolo IV
ECOLOGIA DELLO SPIRITO
- A scuola nella foresta
- Trance, il passaggio fra i mondi
- Oltre la mente individuale
- Verso il Tutto
- Il campo della coscienza
- Panteismo: verso una spiritualità scientifica
Terza parte – I RAMI, LE FOGLIE, I FIORI, I FRUTTI, I SEMI
LE PRATICHE
- Meditare ed entrare in relazione con la natura
- Ascoltare e “leggere” la natura
- Le nuove forme di esperienza diretta della natura
- Avvertenze e consigli per le pratiche
- Le pratiche
Gioca!
Immagina
Esercita l’intento
Ascolta il corpo: respiro, movimento, contatto e massaggio
Ascolta il corpo e la natura: il suono
Costruisci e suona il tamburo
Perditi per ritrovarti
Dialoga con la natura: chiedi permesso, ringrazia
Trova il tuo posto
Silenzio
L’albero
Incontra gli alberi
Il fiore
Cammina con coscienza
Acqua
Mare
Cibo
Amore
Argilla
Pietre e sassi
Fuoco
Pioggia, temporale, arcobaleno
Vento
Rugiada
Crespuscolo
Terra
Luce
Luna e stelle
Neve e ghiaccio
Montagna
Vivi il rituale
Cerca la visione
Celebra
Canta la tua canzone
Trova il tuo nome
Incontra gli animali
Diventa animale
Lotta
Libera l’energia vitale
Riposa e ozia
Riposa tra Terra e Cielo: l’arte dell’amaca
Mantieni il contatto con la natura
Comunica
Ringrazia, dona, prega
Appendice I
I principi dell’ecologia profonda secondo Naess
Appendice II
Sulla Natura. Un brano di Wolfgang Goethe
Glossario
Postfazione di Lorenzo Ostuni
Bibliografia
Filmografia
Prefazione
COME PER GIOCO
di Ivano Gamelli*
Leggere il libro di qualcuno che conosci da tanto tempo implica inevitabilmente il cercarne tra le righe la presenza. Così è stato per me dopo che Stefano Fusi mi ha consegnato l’anteprima di ciò che ora voi avete tra le mani, chiedendomi di scriverne una breve prefazione.
Spirito naturale è un bellissimo titolo, ma soprattutto è quanto di più appropriato si possa immaginare pensando al suo autore. Non solo e non tanto per il taglio esplicitamente autobiografico del testo, quanto perché Stefano da sempre, ai miei occhi, è uno spirito naturale.
Come tutti i concetti apparentemente semplici, spiegare che cosa con ciò si debba intendere risulta compito assai arduo. Qualunque definizione rischia di apparire parziale, ingenua, quasi impossibile da sostenere. Cionondimeno il suo fascino rimane intatto: chi non vorrebbe sentirsi e vivere come uno “spirito naturale”?
Tale condizione non è però una certezza da sbandierare, magari ammantata di qualche convinzione metafisica più o meno alternativa (la parola “spirito” si presta a più di un equivoco), riconducibile a qualche corrente, scuola, guru. Pur alimentandosi di molte suggestioni filosofiche e scientifiche, non scaturisce da un’aprioristica adesione a qualsivoglia teoria di sé e del mondo.
Non è uno status sociale, e neppure uno stato interiore. È, semmai, un processo, il processo di un’esperienza il cui abbrivio risiede nel desiderio di un piacere antico, quello stesso che fa da premessa a ogni possibile conoscenza. È il piacere di vivere e abitare il mondo a partire dall’azione del proprio corpo sulla realtà.
Per molto tempo si è guardato al gioco del bambino come a una condizione parallela allo sviluppo della coscienza individuale. Ma la coscienza si sviluppa proprio grazie al fatto che, partecipando con tutto il proprio essere all’incanto dell’esistenza, il fanciullo rintraccia così il significato delle sue azioni: fa anima. La “coscienza” (il pensiero, il linguaggio, l’astrazione) è quindi esperienza globale, corporea, interiorizzata. Un’esperienza, ribadiamolo, che s’accompagna inscindibilmente con la dimensione del piacere. Uno “spirito naturale” ama giocare. Con tutto il proprio essere, con i sensi tutti. Diceva Nietzsche: “Un nascere e un perire, un costruire e un distruggere, che siano privi di ogni imputabilità morale e si svolgano in un’innocenza eternamente uguale, si ritrovano in questo mondo solo attraverso il gioco dell’artista e del fanciullo”.
Questo libro propone tanti “giochi”. Giochi che risuonano di ciò che gli uomini e le donne hanno praticato per molti secoli e nei diversi luoghi del nostro pianeta, che allora, e in diversi casi ancor oggi, venivano chiamati riti. Seppur legati a culture lontane nello spazio e nel tempo, essi condividevano (e condividono) alcune costanti universali: gli elementi naturali per scenario, l’essenzialità dei gesti, una profonda connessione simbolica fra interno ed esterno. Tutti ingredienti che si ritrovano nelle esperienze qui descritte, la cui realizzazione prevede tra l’altro condizioni tutt’altro che difficili da ricreare. Confesso di averne condivise, con piacere, diverse fra quelle che leggerete, con lo stesso autore e altri amici e amiche, in occasione di periodi brevi e lunghi di vacanza, quasi sempre scelti apposta per poter sperimentare la semplicità e la difficoltà di “stare con quello che c’è” (il mare, un bosco, un tramonto...) senza troppe mediazioni, orpelli, giocattoli artificiali. Anche una rilevante quota del mio lavoro consiste del resto nella ricerca delle condizioni che consentono di entrare in un rapporto più diretto con ciò che ci circonda, ciò che chiamiamo “ascolto” e che troppo spesso ci illudiamo sia conseguenza di tecniche sofisticate. Ascoltarsi respirare, sperimentare il contatto e la distanza, provare a guardare con occhi diversi quanto diamo per scontato, attraversare in silenzio un bosco la notte, restituiscono in termini di crescita e consapevolezza molto più di quanto promettono tante presunte congetture pedagogiche.
Allo stesso tempo, sarebbe fuorviante sottovalutare la necessità di disporre di modelli e teorie delle proprie azioni, personali e/o formative per altri, come d’altro canto una parte significativa del libro si sforza di testimoniare. La miglior esperienza è una buona teoria. Naturalmente capace di dispiegarsi in pratiche, comunque disponibile a sottoporsi al vaglio della realtà. Da questo punto di vista non esistono teorie in sé migliori o peggiori, ma rappresentazioni coerenti con le proprie scelte e, soprattutto, in grado di mantenere vigile il livello di autoriflessività, autocritica e relativizzazione del proprio punto di vista. Il che vale naturalmente anche quando le stesse teorie, come di frequente accade presso noi occidentali, si dimenticano di essere esse stesse dei “giochi” culturali, e pretendono di voler spiegare tutto.
Una teoria è tanto più valida se, attraverso la sua complessità, paradossalmente, insegna l’umiltà, a dubitare: a non prendere mai, se stessi e quel che si fa, troppo sul serio.
*Ivano Gamelli è docente di Pedagogia del corpo, Università degli Studi di Milano-Bicocca.
www.pedagogiadelcorpo.it
Postfazione
di Lorenzo Ostuni*
EGOSISTEMA, ECOSISTEMA: UN BREVIARIO DEL “GLOCALE”
Riscoprire il pianeta e la coscienza della Terra? È necessario? Chiunque abbia la testa sul collo risponderebbe: assolutamente sì. Schierandosi in favore di una tale opera Stefano Fusi ha concepito questo “breviario” consultabile da tutti (ecologisti e smemorati) e in ogni momento. Un vero “memento!” alla nostra visione annebbiata nella Grande Correità Antiplanetaria dell’Uomo Economico e Tecnologico tanto allegramente impegnato a distruggere. Un testo che fa respirare sano e limpido.
Non ogni breviario ha fondamento nel necessario, ma tutto il necessario ha, qui, sbocco nel breviario: l’autore ci crede, scommette e ce lo promette con accurata e accorata umiltà. Proprio così: questo è un libro accorato e accurato insieme. Accorato nell’anima e accurato nell’elaborazione.
Fusi mette agilmente in risonanza l’ecosistema nell’egosistema e viceversa. Un testo peraltro utilissimo, leggibile e ben documentato: consapevole della migliore letteratura sull’argomento di ogni epoca. Ecosistema ed egosistema sono nella realtà interattivi, ma raramente ce ne accorgiamo: in questo volume ci appaiono finalmente connessi, intercomunicanti.
È un testo scritto da un giornalista, che azzarda un impulso giornaliero intelligente (ecco il breviario!) sul dominante tema della pulizia del corpo, dell’anima e del pianeta. Vi pare poco, pur tra tanto chiasso ecologista?
Stefano Fusi veramente si adopera molto per trarre in luce e in cuore il tema governatore che incombe sempre di più sulla nostra iniqua storia e sulla nostra equa sopravvivenza. In mancanza di un altro corpo dobbiamo prenderci cura del nostro corpo. In mancanza di un’altra anima è urgente occuparci limpidamente di quella che abbiamo. In mancanza, finora!, di un altro pianeta nient’altro ha senso che custodire e salvare la Terra, matrice e nutrice di ogni Bios.
Il breviario offre vantaggi all’autore e al lettore. Al primo consegna grande libertà di tessere una filosofia e un’etica naturale, al secondo dona calda versatilità nel tramare le proprie percezioni e ordire le proprie iniziative in termini di naturalismo urgente e tuttavia remoto, interventista e insieme lungimirante. Il breviario facilita nell’autore la fluidificazione di idee ecosistemiche, e propone al lettore un’informazione analogica e operativa di particolare acume e di spesso sfolgorante ampiezza.
Questo libro è un testo “glocale”: tende a sintetizzare e fondere le nuove visioni “globali” della soggettività umana e del pianeta Terra da un lato, e dall’altro le radicate concezioni “locali” dei particolarismi storico-culturali e territoriali degli umani. Sintesi e fusione di opposti che devono infine riconoscersi, incontrarsi e condividersi. Tutto ciò che conta (e può essere determinante!) dell’azione umana presente e futura ha da essere glocale . Pena il peggio. Forse l’apocalissi.
Non riuscire a pensare e a vivere glocale appare, di per sé, un grande handicap sulla strada dei nuovi paradigmi della conoscenza, della coscienza e della politica planetaria, che dev’essere improntata ad un’etica biocentrica/planetocentrica onnicomprensiva e comunque irrinviabile.
Stefano Fusi pensa glocale. Per personali motivazioni esistenziali, cognitive, e per orizzonte.
I parametri-guida che animano queste pagine mi sembrano tre: la citazione (la memoria), l’eccitazione (la vitalità del presente) e l’incitazione (un’etica per il futuro).
Spirito Naturale è un libro della memoria purificata, intriso di citazioni dalla letteratura universale di quattromila anni (dai Vedanta a oggi), tutte impregnate di incanti cosmocentrici, geocentrici e psicocentrici. È un memorandum che provoca eccitazione vitalizzante e rigenerante di fede geo-antropica che dovrà attivare e redimere i comportamenti umani per intensità ed estensione.
È un insistente modello a produrre morale umana in ordine planetario e morale planetaria in ordine umano: tale è l’incitazion preziosa che affiora instancabile in queste pagine che non stagnano mai nell’inessenziale e nel superfluo. È un’opera maggiore scritta in minore, con ciò guadagnando in finezza, libertà e senso naturale mai di maniera.
* Lorenzo Ostuni, studioso di simboli, scrittore e regista radiotelevisivo, è autore di molteplici sistemi semiologici, simbologici e letterari per la conoscenza profonda della psiche umana e la sua trasformazione (fra cui Chimere, Sfingi, Biodamma, Mirror Therapy).