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Influenza Aviaria: che c'è dietro?

di Il pensiero scientifico - 04/12/2005

Fonte: greenplanet.net

 

Un pericolo reale o una manovra politico-commerciale di proporzioni planetarie?

Dietro all’allarme diffuso da organizzazioni sanitarie, mass-media e governi di tutto il mondo riguardo ad un’imminente pandemia di influenza aviaria si nasconde un pericolo reale o una manovra politico-commerciale di proporzioni planetarie?
Le recenti rivelazioni della stampa americana sugli interessi economici di alcuni influenti politici a stelle e strisce nelle aziende farmaceutiche produttrici di farmaci antinfluenzali farebbero propendere per la seconda ipotesi.

L'allarmismo
“Dimenticando ogni prudenza scientifica e le normale procedura di chi si occupa di Sanità pubblica”, afferma F. William Engdahl, politologo di fama internazionale e autore di numerosi saggi, “la popolazione mondiale è stata scaraventata in uno stato di panico da dichiarazioni irresponsabili da parte di persone con cariche pubbliche o esponenti dell’OMS. Tutti ad agitare lo spettro di un letale ceppo virale che da uccelli infetti presenti in Asia sarebbe sul punto di contagiare l’intera razza umana, causando una pandemia di proporzioni apocalittiche.
Per rafforzare il concetto, si è citata sempre l’epidemia di influenza spagnola del 1918, che causò decine di milioni di vittime, a mò di esempio e minaccia”.
Ma, avverte Tom Jefferson,  epidemiologo del Cochrane Vaccines Field, “Nessuno può affermare di sapere se ci sarà una pandemia. Perché nessuno lo sa. E di prevedere il quando non se ne parla proprio. Del resto l’assoluta impossibilità di prevedere eventi del genere è stata dimostrata dalla vicenda-SARS”.

I farmaci disponibili
Allarmi ingiustificati, quindi. Ma se anche fossero giustificati?
Quali armi abbiamo allo stato attuale per difenderci?
I vaccini contro l’influenza aviaria sono in fase di sviluppo, ma nessuno può dire con certezza se riusciranno a prevenire l’infezione del ceppo virale che scatenerà la pandemia.
I farmaci antivirali dal canto loro potrebbero essere efficaci, ma con molti punti interrogativi. Già decine di Paesi hanno ordinato scorte imponenti del farmaco oseltamivir (Tamiflu), e sicuramente altri stanno per farlo, tanto che l’azienda farmaceutica produttrice ha reso noto che non riuscirà a soddisfare nemmeno gli ordini già pervenuti a tutt’oggi se non nel giro di un anno.
Ma che senso ha questa immane corsa all’accumulo di Tamiflu?
Durante un recente incontro con la stampa, Mike Leavitt, segretario degli Health and Human Services, si è candidamente lasciato sfuggire: “Se non sarà il virus H5N1, quello dell’influenza aviaria, a scatenare una pandemia influenzale, in un qualche futuro un altro virus lo farà”.
Nel frattempo, secondo questa politica, i governi devono sborsare milioni e milioni di euro/dollari senza nessuna certezza terapeutica ma in compenso con la certezza di arricchire in modo mostruoso le aziende farmaceutiche coinvolte.

C'è Rumsfeld dietro?
Tamiflu è prodotto dal gigante farmaceutico svizzero Roche, e fin qui nessuna sorpresa, si tratta di una delle aziende leader nel settore.
Ma in realtà la faccenda riserva molte sorprese, perché il farmaco è stato in realtà sviluppato da una azienda californiana, che ha successivamente ceduto alla Roche i diritti di sfruttamento commerciale e produzione.
La Gilead Sciences Inc., che ha sviluppato e brevettato oseltamivir (Tamiflu) nel 1996, ha tra i suoi principali azionisti Donald H. Rumsfeld, attuale Segretario alla Difesa dell’Amministrazione Bush. Rumsfeld ha anche ricoperto la carica di Chairman  of Board della Gilead dal 1997 al 2001, anno nel quale ha accettato l’incarico del Presidente Bush. “Voci non confermate”, aggiunge Engdahl, “raccontano che Rumsfeld ha anche aumentato la sua quota azionaria nella Gilead, fino a diventarne il maggiore azionista”.
 Lo stratega militare del Governo Bush, la mente della strategia del ‘panico da bioterrorismo’ che tante polemiche ha già sollevato negli Usa, avrebbe quindi secondo le accuse contribuito ad innescare un tam tam mediatico teso a scatenare una corsa all’acquisto di un farmaco prodotto da un’azienda di sua proprietà, ricavandone immensi profitti. Fantabiopolitica?
Forse, e forse no.

E ancora...
Ma la questione Tamiflu è solo la punta dell’iceberg della vicenda influenza aviaria.
E’ infatti noto che alcune delle principali aziende biotech stanno lavorando a polli OGM immuni all’influenza aviaria da commercializzare globalmente. Anche qui i profitti e le pressioni politiche sarebbero ovviamente enormi.
Diventa ogni giorno più chiaro che sotto all’emergenza sanitaria legata al virus H5N1 si muovono (anche) interessi poco limpidi, bugie, disinformazione. Occorre scoperchiare il vaso di pandora al più presto.
Ciò che ne uscirà, però, sarà poco piacevole da vedere.

Bibliografia. Engdahl FW. Is avian flu another Pentagon hoax? Engdhal Oil Geopolitics 2005.

 
Il pensiero scientifico editore, 30 novembre 2005