Fiumi, fra inquinamento e siccità
di redazionale - 09/05/2007
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In Italia ogni giorno vengono commessi 4 reati a danno dei fiumi. Tra il 2003 e il 2006 sono ben 6.333 gli illeciti commessi lungo le sponde dei nostri corsi d’acqua di cui 1.352 penali e 4.981 amministrativi. Sversamento di sostanze inquinanti, mancata depurazione, furto di ghiaia dagli alvei, pesca illegale e abusivismo edilizio lungo le sponde
Tevere, Arno, Po e Volturno sono i grandi fiumi che subiscono più aggressioni. Lungo le loro sponde sono stati commessi lo scorso anno il 38% degli illeciti di tutta Italia, ma è il Tevere a vivere la situazione più pesante con ben 266 reati tra amministrativi e penali nel 2006. Questo in sintesi il quadro dell’illegalità a danno dei fiumi che emerge dal rapporto Fiumi e Legalità, l’indagine di Legambiente e Corpo forestale dello Stato presentata questa mattina a Roma nel corso di una conferenza stampa da Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato e Roberto Della Seta, Presidente di Legambiente. «Le tante illegalità – spiega Roberto Della Seta, presidente di Legambiente – contribuiscono in modo determinante a rendere i fiumi sempre più fragili e secchi. La Forestale sta realizzando un lavoro importante di controllo del territorio e di repressione dei reati – conclude Della Seta – ma tutti devono fare di più, a partire dagli enti locali, con puntuali ed attente istruttorie, controlli e verifiche sulle concessioni di captazione autorizzate». Sono stati 150.000 i controlli sul territorio effettuati dal 2003 al 2006, in media 100 al giorno, e 84.917 su persone. Questi i numeri dell’impegno del Corpo forestale dello Stato nel controllo dei fiumi. Un’azione attenta e approfondita, che ha permesso alla Forestale di identificare e denunciare nell’ultimo quadriennio ben 981 “criminali fluviali”, arrivando ad 11 arresti. Le sanzioni amministrative (5.688) hanno permesso di notificare più di 2 milioni di euro di multe. Primato negativo degli illeciti fluviali anche quest’anno, come nel 2005, al Lazio dove sono stati commessi ben 313 reati, seguito da Toscana (148), Campania (108) e Abruzzo (102). L’altra faccia della medaglia, quella virtuosa, è rappresentata invece dal Nord Italia. Il primato positivo va alla Liguria, dove si contano complessivamente solo 23 illegalità. Ridotti i comportamenti illeciti anche in Piemonte dove sono stati riscontrati 14 illeciti amministrativi e 21 penali. «Con l’emergenza siccità ormai drammaticamente in atto – spiega Cesare Patrone, capo del Corpo Forestale dello Stato – abbiamo chiesto ai nostri comandi su tutto il territorio nazionale uno sforzo in più per la tutela dei corsi d’acqua. Un ennesimo segnale deciso per fermare i reati che saccheggiano le acque dei fiumi, un bene che diventa anno dopo anno più prezioso per l’Italia». |