Plutarco e la decrscita
di Paolo Scroccaro - 05/12/2005
Fonte: filosofiatv.org
PLUTARCO DI CHERONEA (47-127 d.C.)
I brani sotto riportati (ad esclusione dei titoli) sono ricavati dall’opuscolo La passione della ricchezza, un testo scritto da Plutarco e pienamente corrispondente allo stile della “decrescita”.
UNA MALATTIA DA CURARE
“La passione della ricchezza è come una padrona dura e crudele, essa costringe ad accumulare, ma impedisce di fruire, eccita il desiderio, ma impedisce il piacere”.
“Si può dire della ricchezza quello che si dice di un medico ciarlatano:
la tua medicina non fa che aggravare la malattia”.
“Se uno mangia e beve molto, ma non si sente mai sazio, va dal medico e gli pone domande sulla natura del suo male e su come possa guarire; ma se uno…ha già cinque letti e ne vuole dieci…se ha molte proprietà e molto denaro, ma non si sente mai sazio ed è sempre teso verso altri beni e non dorme la notte e non c’è nulla che lo appaghi, ebbene non crede costui di aver bisogno di qualcuno che lo curi e gli dimostri la causa del suo male?”
LA POVERTA’ DELL’IMMAGINARIO ECONOMICISTA
“Se vediamo che un uomo da sempre dedito al guadagno piagnucola sulle spese e non si astiene da nessuna azione riprovevole o fastidiosa pur di far soldi, nonostante possieda case, terreni, bestiame, schiavi e vestiti, come definiremo la sua malattia se non povertà mentale?”
“La ricchezza, avviluppandoti e facendoti suo…ha aggiunto alla tua anima, a guisa di rughe e canizie premature, i calcoli che nascono dalla cupidigia e gli impegni che fanno inaridire nell’uomo ogni sentimento di dignità, di emulazione e di umanità”.
CAMBIARE L’IMMAGINARIO
“Se uno possiede già più del sufficiente ed aspira ad avere sempre di più, non ci sono né oro né argento che lo possano curare…ma ha bisogno di espellere e di purgarsi. Non è povertà il suo male, ma insaziabilità e cupidigia, dovute ad una convinzione balorda e irragionevole che è dentro di lui”.
IL SENSO DEL LIMITE
“Per chi ragiona bene, la ricchezza conforme a natura ha i suoi limiti e il suo confine, tracciato tutt’intorno dal bisogno come da un compasso”.
NUMA
Nelle Vite parallele, Plutarco lo dipinge come un sovrano saggio e giusto, che ebbe il merito di guidare il popolo verso un modello di frugalità e temperanza con la forza dell’esempio, senza esercitare coercizione. Tutto questo, sulla base di una innata propensione per la pace e per il senso del limite.
Come si può notare, siamo anche qui in pieno stile “decrescita”.