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L’oligarchia mondiale saluta Sarkozy

di movisol - 15/05/2007

 
Da ciò che è dato sapere, Nicolas Sarkozy dovrebbe annunciare sgravi fiscali per i ricchi, ridimensionare il diritto di sciopero dei lavoratori e ridurre le pensioni pubbliche. C’è inoltre da attendersi un inasprimento delle leggi sull’immigrazione e la riduzione da 18 a 16 anni dell’età minima per essere condannati. A livello europeo Sarkozy caldeggia un “Mini trattato europeo” al posto della Costituzione che fu bocciata dai francesi, una proposta che ha discusso con Tony Blair.

La politica strategica del nuovo presidente francese è un disastro: ammirazione e sostegno per la cordata dei neocon di Dick Cheney sono sfacciati tanto quanto l’intenzione di ribaltare la politica di amicizia verso la Cina e la Russia perseguita da Chirac e di porre fine ad una politica indipendente francese nei confronti del mondo arabo e dell’Asia Sudoccidentale.

In breve, l’internazionale sinarchista, nemica storica del gollismo, può gioire per la fine dell’“eccezionalismo francese”. Per congratulare il neo eletto, Tony Blair si è letteralmente precipitato a Parigi l’11 maggio. Sulle pagine di Le Figaro gli ha porto omaggio Richard Perle, l’anima nera dei neocon, finalmente felice di vedere un presidente francese libero “dalla ossessione gollista di essere diverso dagli Stati Uniti”. Perle si è detto convinto che Sarkozy eliminerà la famosa politica araba della Francia, “una delle politiche più infruttuose dell’epoca moderna”.

Anche l’ex direttore di Lazard Freres ed ex ambasciatore in Francia Felix Rohatyn ha salutato il nuovo eletto. In un’intervista a Bloomberg ha affermato che vi sarà forse “una disponibilità da parte loro ad essere un forte alleato degli Stati Uniti nella NATO, o anche separatamente. Sarkozy vuoler essere vicino agli Stati Uniti e prendere in prestito idee economiche per la Francia. Lui apprezza il fatto che con tutti i problemi che abbiamo, siamo ancora la piattaforma della democrazia per il mondo, ed egli è, se non altro, un democratico molto impegnato”. A proposito di democrazia c’è da ricordare che, insieme a George Shultz, Rohatyn fu tra coloro che manovrarono per portare al potere in Cile il generale Augusto Pinochet con un colpo di stato contro Salvador Allende nel 1973.