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Sharm El-Sheikh secondo i giornali arabi

di a cura di Claudia La Barbera - 15/05/2007

 



 

Il 4 maggio, a Sharm el Sheikh, in Egitto, si è conclusa la della conferenza internazionale sull'Iraq, durata due giorni, alla quale hanno preso parte 50 Paesi e numerose organizzazioni internazionali. Tra i presenti: i Paesi confinanti, i membri del G8, le delegazioni dell'Unione Europea, i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, della Lega Araba e dell'Organizzazione della conferenza islamica.

La conferenza era volta a studiare i piani per la ripresa economica e il ripristino della sicurezza in Iraq. Il 4 maggio ha visto protagonisti i ministri degli Esteri dei Paesi confinanti l'Iraq, che avrebbero dovuto tentare di promuovere maggiore integrazione politica ed economica nella regione. L'invito è stato allargato anche ad altre delegazioni occidentali. C'è stata grande attesa per l'Evento, ovvero l'incontro tra i delegati di Siria, Iran e Stati Uniti, un tentativo mal riuscito di sondare la possibilità dialogo fra Usa, Siria e soprattutto Iran.

Al-Ahram Weekly (Egitto) 3-9/05/07
Dina Ezzat

Ali Al-Dabbagh, portavoce del governo iracheno, ha detto che c'è una crescente intesa da parte di molti paesi sul fatto che la stabilità e la sicurezza in Iraq siano una responsabilità collettiva regionale e internazionale, non solo un compito assegnato al governo iracheno. Non tutti i partecipanti al meeting concordano con questo sentimento. (…) Molti diplomatici arabi e non arabi che hanno parlato ad “Al-Ahram” hanno detto che l'evento di questa settimana è stato essenzialmente un'occasione per farsi fotografare dalla stampa americana.

Al-Vefaq (Iran) 06/05/07

Oggi dopo più di quattro anni, l'America ricorre ai ripari, trascina il suo strascico di fallimenti e sconfitte, inciampa sul suo progetto da impero in Iraq e nel Medio Oriente e implora aiuto e assistenza dai paesi della regione per uscire con quel che rimane della sua dignità sotto l'onnicomprensivo e attrattivo titolo: “Aiuto all'Iraq” .

L'esperienza dell'Iraq - che dobbiamo riconoscere, è stato un catastrofico test della logica politica regionale, internazionale, araba e islamica - ha fatto pagare al il popolo iracheno un prezzo altissimo, mentre la regione e i due mondi, arabo e islamico, vicini all'Iraq rimangono i prossimi candidati a pagare ciò che rimane dei risultati disastrosi, almeno finché il mondo avanzato non riporti la potenza unica a più saggi consigli.

Ash-Sharq Al-Awsat (Arabia Saudita) 07/05/07
Abdul Rahman Al-Rashed

In questa occasione forse sarebbe bene riconoscere che abbiamo perso delle opportunità perché non siamo stati capaci di immaginarci il peggio. L'interessamento per la formazione del governo iracheno ad interim dopo l'invasione, che rappresentava tutte le sette e i gruppi iracheni, ha incontrato scetticismi e rifiuti.(…) Ci pentiamo di non essere intervenuti per appoggiare il governo transitorio e per aver fallito nel predisporre un meccanismo condiviso. Poi ci siamo pentiti per non aver appoggiato il moderato Allawi. E ci siamo pentiti ancora di più per non aver spalleggiato il processo elettorale e costituzionale (…) nonostante le riserve e le speranze che molti di noi avevano.

Al-Hayat (Arabia Saudita) 07/05/07
Dawud Al-Shiriyan

Il documento iraniano presentato a Sharm el-Sheikh indica un potenziale accordo iraniano-americano, e riflette il desiderio dell'Iran di fare dell'Iraq una sua zona di influenza con il beneplacito americano, si fa cenno all'Amministrazione su un'accettazione dell'occupazione americana e sull'esercizio del ruolo di polizia a protezione della sua presenza, se Washington fosse pronto ad accordarsi con l'Iran sulla questione nucleare, a rivedere le sue posizioni sulla crisi del Libano e sulle armi di Hezbollah. In cambio Teheran sarebbe pronta a rifiutare qualsiasi ritiro non programmato e ad appoggiare la presenza delle forze in basi militari all'interno dell'Iraq.

Oman Daily (Oman) 04/05/07

La situazione in Iraq è preoccupante per l'Amministrazione americana che affronta pressioni continue dal Congresso, dominato dai Democratici, il che significa che il presidente Bush, attraverso questo summit, aspira all'aiuto dei paesi confinanti con l'Iraq in particolare Siria e Iran per fermare la violenza (…). La cooperazione regionale sulla questione irachena è vitale e sembra che l'Amministrazione americana abbia capito che questa opzione è inevitabile. Dunque la cooperazione regionale, la sicurezza e la pace in Iraq sono considerati scopo principale per la stabilità della regione in genere, perché il perdurare della violenza avrà ripercussioni negative non solo in Iraq ma in tutti i paesi vicini.

Al-Tajdid (Marocco) 04/05/07
Walid Al-Zubaydi

Se contiamo il numero di summit sull'Iraq, ne troveremo parecchi. Se vi cerchiamo un risultato positivo non ne troveremo nessuno (…). Allora cosa può aggiungere il summit di Sharm el-Sheikh quando quelli stessi che lo hanno organizzato, hanno invitato a parteciparvi e vi hanno partecipato non hanno fatto alcuna chiara dichiarazione su quale sia il suo obiettivo finale?