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I Signori dello Spazio

di Gabriele Garibaldi - 16/05/2007

 

L'opinione pubblica non sembra porre attenzione al tema dell'armamento dello spazio. Le potenze mondiali invece stanno investendo risorse ed energia in questo ambito. Per quale motivo? Cosa ci dobbiamo aspettare? Abbiamo chiesto a Gabriele Garibaldi – autore del libro I Signori dello Spazio. L’“ultima frontiera” nella competizione strategico-militare delle superpotenze, in uscita per i tipi Arianna – di chiarire per noi le dinamiche in atto su questo fronte.

«Il Paese dove maggiore è l'attenzione per la questione dell'armamento dello spazio sono gli Stati Uniti. Qui il dibattito sullo space weaponization si è intensificato in seguito a tutta una serie di segnali da parte della prima e seconda amministrazione George W. Bush nella direzione della sua realizzazione – l'ultimo è la pubblicazione della nuova Politica Spaziale degli Stati Uniti, nell'ottobre 2006 – , conformemente agli auspici dei pianificatori militari che ne hanno teorizzato l'opportunità nel corso degli ultimi dieci anni. Dall'altro lato della barricata troviamo ricercatori di diversi centri studi (CDI, Arms Control Association, per citare i principali) e attivisti di organizzazioni pacifiste che sottopongono a costante monitoraggio e circostanziata critica ogni mossa della Casa Bianca suscettibile di aprire la porta all'armamento effettivo dello spazio.
Quali potrebbero essere le conseguenze dell'armamento dello spazio?
«Il dispiegamento nello spazio di armi capaci di distruggere i satelliti nemici e di abbattere aerei e missili balistici è un elemento in sé corrosivo della fiducia tra grandi Potenze e rappresenta un incentivo ad "agire pericolosamente" per quei Paesi che non godono di tali mezzi. Russia e Cina reagiranno incrementando il numero di missili balistici e riducendo i tempi di azione per l'impiego dell'arsenale nucleare. Gli studiosi americani mettono in guardia contro l'armamento dello spazio quale fattore suscettibile di innescare rapidamente una escalation in caso di crisi. Washington, in conclusione, trarrebbe maggior vantaggio dal rafforzamento della collaborazione nello spazio con gli altri Paesi, e dovrebbe decidersi a firmare il bando delle armi nello spazio che la Cina ha ripetutamente avanzato in sede ONU.