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Perché Jeremy Rifkin ha preso un abbaglio sui biocarburanti

di jacopo Fo - 17/05/2007

Fonte: jacopofo

Perché Jeremy Rifkin ha preso un abbaglio e perchè i biocarburanti sono utili anche se Bush è un esaltato pericoloso.

Otto anni fa Rifkin annunciava la rivoluzione dell’idrogeno. La rivoluzione non c’è stata. E questo dovrebbe far pensare che abbia preso una cantonata mostruosa. Ora parlando da Fabio Fazio ci mette in allarme sui pericoli dei biocarburanti e sui limiti tecnologici del solare. E ci dice: Solo l’idrogeno ci darà la democrazia energetica. Rifkin si è fissato sull’idrogeno come fonte principale ma sbaglia di nuovo. Affrontiamo un problema per volta. Innanzi tutto Rifkin sbaglia completamente la valutazione complessiva della rivoluzione eco tecnologica che stiamo vivendo. NON ci sarà una sola tecnologia che sostituirà il sistema petrolio. Puntare oggi su un’unica tecnologia vuol dire rifare l’errore di chi era convinto che internet veloce potesse arrivare nelle case solo cablandole con la fibra ottica. Invece oggi il collegamento veloce ti arriva sul doppino del telefono, sul cavo elettrico, via onde radio, addirittura col segnale ripetuto via satellite. Il petrolio sarà sostituito da un’insieme di soluzioni. Le auto saranno innanzi tutto elettriche. Esistono nuove batterie dieci volte meno pesanti e più potenti. Oggi si producono industrialmente pannelli fotovoltaici che producono 1 chilowat con 5 metri quadrati di superfice. Entro 3-4 anni avremo auto con carrozzerie ricoperte di pannelli che produrranno almeno 2 kw, permettendo di ricaricare le batterie durante il giorno. Inoltre i sistemi di recupero dell’energia della frenata e delle discese stanno migliorando in modo enorme permettendo di allungare ulteriormente l’autonomia e l’economicità dell’auto elettrica. Infine pare proprio che l’auto ad aria compressa, acquistata dalla Tata Motors indiana, darà ulteriore impulso all’auto elettrica permettendo un uso vantaggioso dell’energia elettrica immagazzinata sotto forma di aria compressa in bombole. Contemporaneamente avrà un grande sviluppo il recupero di biogas da scarti vegetali, immondizia organica e liquami. Un patrimonio energetico enorme che oggi gettiamo al vento. Il bio gas avrà un ruolo essenziale come carburante per la trazione anche per il vantaggio della semplicità con la quale si può convertire un mezzo a benzina rendendolo idoneo a funzionare a gas. Un’altra fetta di petrolio verrà sostituita da una tecnologia nuovissima che consente di produrre gasolio vegetale (non biodiesel) direttamente da scarti vegetali. C’è poi l’apporto indiscutibile che darà anche l’idrogeno. Una tecnologia fantastica che però oggi si scontra con il fatto che è ancora in molti casi conveniente produrre idrogeno usando petrolio come fonte energetica invece del sole. Inoltre l’idrogeno richiede la creazione di una rete di distribuzione capillare abbastanza complessa e anche questo è un problema. I fatti provano quel che dico: da nessuna parte l’idrogeno si è sviluppato al di là del suo uso sperimentale e limitato. Siamo sicuri che entro 3 anni, con la diminuzione progressiva dei costi dei pannelli fotovoltaici raggiungeremo l’assoluta convenienza della produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Ma solo allora potremo iniziare a vedere per le strade distributori di idrogeno dotati di impianti di autoproduzione sul posto. E certamente questa prospettiva è eccellente. Ma solo fra tre anni sapremo quanto saranno andate avanti le tecnologie parallele. Oggi non possiamo dire se sarà più conveniente immagazzinare energia elettrica sotto forma di idrogeno, di aria compressa o di qualche cos’altro che ancora non sappiamo. Ma la fonte energetica principale che cambierà il mondo nei prossimi dieci anni (scommettiamo?) sarà il risparmio. Il nostro sistema si basa sullo spreco delle materie prime: calore, cibo, energia elettrica, acqua, spazzatura. Quando immaginiamo lo scenario energetico del futuro dobbiamo pensare a un risparmio progressivo che tecnicamente potrebbe raggiungere anche l’80% dei consumi attuali (Vedi il libro “Capitalismo naturale”). E questo è un elemento centrale. Oltre a tutte queste fonti energetiche abbiamo i biocarburanti classici: biodiesel e alcol (per le auto a benzina). In questo momento molti stanno criticando questi carburanti. Hanno ragione. Bush e i petrolieri hanno capito con 30 anni di ritardo che il petrolio sta per finire. La bella pensata è stata puntare tutto, all’improvviso, sul biodiesel e l’alcol. Ovvio che se tento di produrre l’equivalente di tutto il petrolio attualmente consumato solo con i carburanti vegetali e senza diminuire il consumo, devo usare talmente tanta terra che un miliardo circa di esseri umani non avranno più da mangiare. E questo è male. Molto male. Non si deve fare. Ma attaccare i biocarburanti in se è una stronzata colossale. Innanzi tutto abbiamo più volte dimostrato che NON è vero che inquinano più del petrolio. E non dovrebbe essere difficile capire che se brucio olio vegetale o alcol i danni non possono essere tremendi. Ovvio che brucio qualche cosa quindi non ne viene fuori aria pulita…. Ma la questione è che oggi l’Italia butta via 100 mila tonnellate circa di olio fritto, che finisce per inquinare il mondo e i mangimi, e addirittura chi ha un ristorante deve pagare una tassa per smaltirlo. E invece in Inghilterra lo filtrano e poi lo usano per far andare le auto e in Germania la casalinga porta l’olio fritto dal distributore di benzina, lo rovescia in una campana che lo pesa e emette un buono per l’acquisto di carburante. In Italia buttiamo via milioni di tonnellate di futta, proveniente dai mercati, dagli scarti di produzione di confetture, succhi eccetera. Tutto alcol che va a marcire e a ubriacare i vermi e che gente più furba di noi usa per far andare le auto al posto della benzina. Per non parlare dei terreni che l’Unione Europea paga perché non siano coltivati per produzioni alimentari e che potrebbero dare indifferentemente olio, alcol o gas. I biocarburanti avranno in futuro il ruolo importante di sistema per recuperare energia che oggi viene buttata via. Nessun ecologista ha mai pensato di sostituire tutto il petrolio consumato oggi con biocarburanti. Solo Bush può concepire simili mostruosità. Ora non è che se uno vuole usare, laddove conviene economicamente e eticamente, i biocarburanti deve diventare il diavolo perché mo’ Bush vuole sterminare un miliardo di persone coltivando biocarburanti ovunque perché ha paura di non averne abbastanza per il suo tagliaerba elettronico (una bestia da 88 mila cavalli vapore). Proprio perché siamo sull’orlo del baratro ambientale dovremmo continuare a ragionare pacatamente. Mia nonna diceva “di qualunque cosa il troppo stroppia”.