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Afghanistan: l'Italia sempre più in guerra

di Paolo Emiliani - 17/05/2007

 
Quando il centrosinistra era all’opposizione uno dei cavalli di battaglia della sua propaganda era il rifiuto (peraltro tardivo) delle varie guerre nelle quali sono impegnati militari italiani.
I pacifisti (molti dei quali sono solo attivisti dei partiti alleati di Prodi con bandiere differenti) si mobilitarono e tanti italiani contrari a quelle guerre abboccarono all’amo e votarono per Prodi e compagni convinti che questo bastasse per fermare la guerra in Iraq o in Afghanistan o almeno per ritirare i nostri soldati che laggiù rappresentano un pugno alla nostra costituzione (che teoricamente ripudia la guerra) ed un insulto alla nostra già debolissima sovranità nazionale.

Naturalmente quando Prodi conquistò palazzo Chigi non successe nulla di tutto questo ed il centrosinistra si limitò a confermare il piano di teorico ritiro dall’Iraq, come peraltro già deciso dal governo precedente: ritiro teorico, perché al posto dei militari ci sono ora in Iraq miliziani(i famosi contractors) pagati con i soldi del contribuente italiano per difendere interessi estranei a quelli del popolo italiano. La sinistra ovviamente spacciò quel ritiro come una vittoria pacifista, ma anche quella fu una clamorosa bugia. Prodi, da buon cameriere atlantico, si era infatti impegnato con i suoi padroni di oltre oceano ad incrementare l’impegno militare italiano in Afghanistan, dove peraltro la guerra sta vivendo una fase assai negativa per l’invasore americano.

Così ieri il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nella sua informativa alle commissioni riunite Difesa ed Esteri del Senato sulle dotazioni dei nostri soldati impegnati in Afghanistan ha annunciato che “per ampliare capacità di muoversi e operare in sicurezza del contingente italiano” saranno inviati in Afghanistan cinque elicotteri Mangusta, 8 corazzati Dardo e 10 blindati Lince. Per rendere operativi i nuovi mezzi verranno poi inviati anche 145 militari.

Le parole usate dal ministro Parisi sono state volutamente ambigue; il rappresentante del governo vorrebbe insomma far intendere che il potenziamento di mezzi ricevuto dal nostro contingente in Afghanistan serva solo per migliorare la sicurezza e magari anche che quella sia una missione umanitaria: nulla di più falso.

In Afghanistan si sta combattendo una guerra e questi sono nuovi potenti strumenti offensivi, altro che missione di pace. Il Mangusta è un vero e proprio elicottero da attacco. Ha una scocca rinforzata in alluminio ed è stato costruito per resistere comodamente a raffiche di proiettili del calibro di 12,7mm (!!!). E’ spinto da due potentissimi turbomotori Rolls Royce GEM per un totale di 1800 hp che gli garantiscono una velocità di crociera di oltre 260 kmh ed una strepitosa velocità di salita di 10,6 metri al secondo. I suoi limiti, semmai, sono nell’autonomia di missione: solo due ore e mezza, ma questo può essere un dettaglio poco rilevante per un mezzo che non serve per pattugliare, ma per colpire e distruggere. Eccezionale è infatti la sua potenza di fuoco. L’armamento tipico è composto da otto missili TOW e razzi da 81mm (!!!).

Il Mangusta ha poi altre caratteristiche che lo rendono assai differente dagli altri elicotteri: la cellula è “stretta” e ospita i due membri dell’equipaggio uno sull’altro (anziché uno alla destra dell’altro). Davanti, in basso, siede il capomissione, che ha peraltro il compito di decidere quando fare fuoco. Ha in dotazione un visore agli infrarossi che gli permette di localizzare qualsiasi obiettivo caldo (per esempio, in mare, il corpo di una persona o un motore di un gommone). Dietro c’è il posto del copilota/tiratore.

Anche i Dardo sono catalogati come “VCC” ovvero veicoli corazzati da combattimento. Sono dei mezzi cingolati per la fanteria, ciascuno con capacità di trasportare una squadra di fucilieri.
Solo i blindati Lince potrebbero in qualche modo rispondere alle caratteristiche di “maggior sicurezza” in quanto si tratta di mezzi con il fondo super rinforzato in grado di sopportare lo scoppio di mine.
In altre parole l’Italia ha incrementato la sua potenza di fuoco ed in qualche modo ciò è anche comprensibile: quando si combatte una guerra bisogna farlo con le armi più potenti che si hanno a disposizione.
La questione è un’altra. Non è potenziare o meno il contingente come ha a lungo concionato la sinistra radicale che partecipa a questo governo. Non bisogna partecipare ad una guerra di aggressione, non si deve essere complici di una occupazione. Si devono riportare subito a casa i nostri soldati, ma questo non verrà fatto dal governo Prodi, con tutte le appendici pacifinte e di sinistra radicale con le quali si orna.