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Bertinotti ha detto che la democrazia ha un costo e che, però, non bisogna esagerare

di redazionale - 17/05/2007

Fonte: pensareinprofondo.blogspot.com

 
Il compagno, dopo profonde riflessioni ascetiche, ha detto che la democrazia ha un costo e che, però, non bisogna esagerare (non deve essere esorbitante, le sue parole).

Potremmo suggerirgli di pubblicare qualche altro (inutile) libro e, con i ricavi di quello, pagare lo stipendio ai mestieranti del suo partito. O di ospitarli nella sua splendida casa, di proprietà di un ente previdenziale (o sbaglio?) dove paga ad equo canone, per risolvere almeno un paio di casi di caro affitto.
Intanto abbiamo uno dei pochi record difficilmente battibile,
CINQUECENTOSETTANTAQUATTROMILADUECENTOQUINDICI auto blu, contro le 73.000 degli USA che hanno sei volte gli abitanti dell'Italia. Ci risparmiamo l'analisi dei costi di mantenimento ed i danni causati all'ambiente (mezza finanziaria solo per la prima cosa ed 11,4 milioni di metri cubi d'acqua solo per pulirle).

Durante il periodo della rivoluzione francese, il terzo stato (il 98% della popolazione) si ruppe le balle dei privilegi di clero ed aristocrazia. Loro pagavano le tasse e, con quelle, oltre che mantenere una corte di privilegiati, sovvenzionarono una campagna militare a sostegno delle colonie americane in lotta contro l'Inghilterra. Il primo esempio di esportazione della democrazia da parte di un potere che, a casa sua, faceva valere il principio dell'assolutismo.

Un pò di "borghesi" ed "aristocratici" illuminati, in verità, si sarebbero accontentati di una riforma delle modalità di rappresentanza con il passaggio dalla monarchia assoluta a quella parlamentare. I "sanculotti" no. Loro andavano in giro con un cappello rosso ed una coccarda con l'effige dei colori della bandiera francese. Rappresentavano una classe di persone senza nulla, nè di tipo materiale nè di tipo formale. La faccenda si fece complicata, le riforme diventarono "radicali" e volarono un pò di teste oltre che di privilegi.
La borghesia giocò bene le sue carte e, da una repubblica di eguali, si passò ad una repubblica di "eguali sulla carta" ma profondamente "diseguali" nella sostanza. La proprietà privata fu garantita e difesa da norme molto efficaci. Norme fatte per proteggere grandi patrimoni piuttosto che il possesso di quello che ti serve per vivere dignitosamente.
Anche allora l'informazione giocava un ruolo, limitato ma efficace. 100.000 libri furono distribuiti per evidenziare come venivano spesi i soldi delle tasse, pagate dal "popolo", e chi di quelli si arricchiva.
Una classe dirigente fu spazzata via. Fu buttato un seme di speranza, anche se con modi e forme che videro lo scatenarsi di una violenza cieca e bruta. Capita sempre così con le rivoluzioni.

Oggi godiamo di un sistema parlamentare "democratico". In cui i rappresentanti del popolo vengono scelti dai partiti. I partiti nominano loro uomini nei consigli di amministrazione che gestiscono vari aspetti della cosa pubblica. In questi consigli d'amministrazione si incontrano con altri consiglieri espressione della società civile. Quella parte di società civile che ha soldi e potere, non tutta la società civile. Un reticolo di relazioni e frequentazioni che forma una formidabile rete di resistenza a qualsiasi ipotesi di cambiamento reale nel paese. Un paese in cui i "sanculotti" non hanno rappresentanza. Un paese in cui vale il principio di una democrazia che costa e che deve costare. Purchè non esageri troppo e faccia in modo che "quelli" non se ne accorgano.