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Il Tigri diventa un cimitero

di articolo è tratto da IrinNews - 19/05/2007

Il Tigri diventa un cimitero
Un reportage da Baghdad rivela il macabro destino di uno dei fiumi più importanti del mondo

 
 
Il fiume Tigri è stato a lungo simbolo di prosperità in Iraq ma, dall’invasione guidata dalle forze statunitensi nel 2003, questo meraviglioso corso d’acqua si è trasformato in un cimitero. Inoltre, secondo gli ambientalisti, il tasso d'inquinamento sta aumentando, mentre il livello dell’acqua diminuisce.

una veduta del fiume tigriLa morte del Tigri. L’inquinamento, spiegano, è causato da derivati del petrolio e da rifiuti industriali così come da residui bellici iracheni e statunitensi.
Gli ambientalisti ritengono che il fiume, una delle principali fonti di acqua, cibo, trasporto e svago per la popolazione locale, si sia trasformato in una fogna a cielo aperto dopo quattro anni di guerra e di danni ambientali.
“La situazione è seria. Il fiume si sta progressivamente distruggendo e non ci sono progetti per salvarlo”, dice il professor Ratib Mufid, studioso di problemi ambientali dell’Università di Baghdad. “Il fiume è stato in gran parte trasformato in zona militare, costringendo le famiglie residenti lungo le sue sponde a lasciare le proprie case e a chiudere i ristoranti. Ai pescatori è stato vietato di pescare lì, dove il fiume attraversa la capitale e nessuna imbarcazione può navigare nella zona”, dice Mufid. Il fiume è contaminato da residui bellici e da tossine, ma ai residenti del quartiere impoverito di Sadr City spesso non rimane altra alternativa se non quella di bere l’acqua contaminata del Tigri e questa, secondo gli specialisti, sarebbe proprio la causa dei frequenti casi di diarrea e di calcoli renali registrati nella zona.
Nei caldi e secchi mesi estivi, quando il livello dell’acqua scende, compaiono isole fangose e, anno dopo anno, il volume complessivo dell’acqua si riduce.
“Il problema della diminuzione delle risorse idriche comincia tra i monti del Tauro in Turchia e il Kurdistan, dove sono state costruite numerose dighe per diminuire la portata del fiume. Questa decisione fu presa per prevenire le inondazioni che per anni hanno danneggiato le popolazioni del nord, ma ora la conseguenza evidente è che la portata del fiume si è ridotta di quasi la metà”, dice Seif Barakah, portavoce del Ministero dell’Ambiente iracheno.

un poliziotto iracheno di pattuglia sul tigriDivieto di navigazione e di pesca. Le forze militari hanno proibito la navigazione e la pesca nel fiume e molte famiglie, che vivono del ricavato della pesca, sono state private della loro fonte di sopravvivenza.
“Molti pescatori sono stati uccisi mentre cercavano di pescare di notte, perché hanno incontrato ribelli che piazzavano bombe lungo le sponde del fiume. Si può ancora trovare qualcuno che tenti di pescare, ma è raro” dice Barakah. Durante il giorno imbarcazioni militari svolgono un quotidiano lavoro di pattugliamento e, in zone più sicure, come quella fortificata della Green Zone, cecchini sono di guardia 24 ore al giorno per impedire ai ribelli di entrare nell’area. Ogni giorno la polizia locale recupera dal Tigri cadaveri che portano evidenti segni di tortura e la gente che abita nei pressi del fiume vede continuamente corpi galleggianti.
La situazione è anche peggiore a Suwayrah, un’area a sud della capitale, dove il governo ha costruito delle barriere con enormi reti di ferro per fermare piante e rifiuti gettati nel fiume, ma ora queste barriere fermano anche i corpi.
“Dal gennaio 2006 sono stati recuperati almeno 800 corpi da queste reti metalliche e questa cifra non comprende quelli ritrovati nella sezione centrale del fiume. La maggior parte dei cadaveri rimangono senza identità e vengono seppelliti senza che ci siano state richieste da parte delle famiglie”, dichiara il Colonnello Abdel-Waheed Azzam, ufficiale superiore nel reparto investigativo del Ministero degli Interni. Secondo Azzam, il 90 per cento dei corpi mostra segni di torture atroci e, aggiunge, “a causa dello stato dei corpi è inutile tentare un’autopsia e, se i corpi non sono richiesti entro 24 ore, vengono automaticamente seppelliti”.

una veduta delle macerie di baghdadForte inquinamento. Sotto il regime di Saddam Hussein chi veniva sorpreso a scaricare rifiuti nel fiume veniva punito, ma ora montagne di spazzatura si accumulano lungo le sponde ostacolando il normale fluire delle acque e inquinando l’aria.
“Con le dighe che diminuiscono la portata d’acqua, la salinità aumenta così come aumenta la quantità di sostanze inquinanti versate nel fiume dalle città del nord, il risultato è che l’ossigeno diminuisce rendendo l’ambiente inadatto a qualsiasi forma di vita”, dice Barakah.
I pescatori dicono che in passato era facile prendere pesci nel fiume, ma oggi è praticamente impossibile, anche usando le reti, molti sono invece quelli che si vedono galleggiare, morti per l’inquinamento e la mancanza di ossigeno.
“Oggi gli unici pesci che si riescono a prendere sono quelli che galleggiano, morti dopo aver ingerito sostanze tossiche o rifiuti”, dice Ateif Fahi, 56 anni, un pescatore della capitale Baghdad.