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L'intervista "berlusconiana" di D'Alema al "Corriere della Sera"

di Carlo Gambescia - 21/05/2007

 

D'Alema e Berlusconi rischiano di finire per assomigliarsi come due gocce d'acqua... Il che, se provato, potrebbe essere il colpo di grazia definitivo per quel che ancora resta dell' immagine "di uomo di sinistra" del notabile diessino. Certo, a prima vista, la nostra, può apparire una provocazione. Soprattutto se si pensa ai miliardi posseduti dal proprietario di Mediaset e alle differenti formazioni culturali. Eppure, l’intervista concessa ieri, da D’Alema, al Corriere della Sera, fa scoprire come il vicepremier stia adottando lo stesso stile retorico e politico di Berlusconi… Basta rileggerla con attenzione. Ma facciamo subito qualche esempio.
D’Alema, come Berlusconi, ribadisce, che “il profilo internazionale dell’Italia si è molto rafforzato”. Che modestia in stile Arcore! Visto che è lui Ministro degli Esteri…
D’Alema, come Berlusconi, teme i giudici. Infatti, ritiene, che sia “in atto una crisi della credibilità delle politica, che tornerò a travolgere il paese con sentimenti come quelli che negli anni 90 segnarono la fine della prima Repubblica”. Che c’è sotto?
D’Alema, come Berlusconi, dichiara di detestare il famigerato teatrino, o “chiacchiericcio” della politica: “Qualche volta si cerca di coinvolgermi, attribuendomi frasi che non ho mai detto. Se potessi dare un consiglio amichevole ai giornalisti direi: non fidatevi dei politici che alzano il telefono e vi rivelano i ‘retroscena’. Spesso sono bugie che vengono messe in circolazione per colpire qualcuno e favorire qualcun altro”. Pura antipolitica berlusconiana, e neppure di quella buona…
D’Alema, come Berlusconi, chiede “rigore, giustizia sociale e competitività”. Il vecchio mantra forzaitaliota…
D’Alema, come Berlusconi, vuole “aumentare le pensione più basse”. Perché, aggiunge, “penso ai tanti anziani, spesso soli, che sopravvivono con 400 euro al mese”… Come se questo fosse l’unico problema degli anziani soli…
D’Alema, come Berlusconi, ammonisce i sindacati: “ Oggi… il sindacato è molto più focalizzato sulla tutela degli interessi legittimi, ma di natura particolare”. Come dire: cari Epifani, Bonanni, Angeletti, Polverini non tirate troppo la corda…
D’Alema, come Berlusconi, vuole “il rafforzamento dell’esecutivo”. Stesso decisionismo.
D’Alema, come Berlusconi, non ama i rivali interni: a Prodi ricorda “ che ha annunciato che col finire della legislatura lascerà…”. Mentre a Veltroni, che “la fiducia che i cittadini hanno verso di lui è una cosa importante, però nello stesso tempo bisogna avere al fiducia della classe dirigente perché governare non è un’impresa solitaria. A Walter - conclude D’Alema - mi sono sempre permesso di consigliare calma e prudenza, di non mettersi nella mani frettolose di qualche king maker”. Uomo avvisato mezzo salvato…
Una provocazione, la nostra? Può darsi. Ma le somiglianze di stile retorico e politico tra D’Alema e Berlusconi, come abbiamo cercato di evidenziare, sembrano veramente inquietanti. E meritano una riflessione “ulteriore”, alla quale invitiamo i nostri lettori.