Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / 11 settembre: fatto accadere di proposito

11 settembre: fatto accadere di proposito

di Webster Tarpley* - 21/05/2007


 

La posizione MIHOP sostiene che gli eventi dell’11 settembre del 2001 sono una provocazione deliberata, fabbricata da una rete fuorilegge di alti ufficiali che infestano l’apparato militare e di sicurezza interna degli USA e della Gran Bretagna, una rete che, in definitiva, è dominata dai finanzieri di Wall Street e della City di Londra.
Questo libro [Webster Tarpley, Synthetic Terror: Made in USA, Progressive Press, Joshua Tree, 2005] sostiene la posizione della rete criminale MIHOP, made it happen on purpose, fatto accadere di proposito. Rappresenta quindi il punto di vista analitico per cui gli eventi dell’11 settembre del 2001 sono una provocazione deliberata, fabbricata da una rete fuorilegge di alti ufficiali che infestano l’apparato militare e di sicurezza interna degli USA e della Gran Bretagna, una rete che, in definitiva, è dominata dai finanzieri di Wall Street e della City di Londra. Riteniamo che ogni altro approccio non solo rappresenti male ciò che è realmente accaduto negli attacchi terroristici, ma che tenda anche a lasciare il pubblico ingenuamente inerme quando viene il momento di identificare la minaccia presente e futura del terrorismo sintetico patrocinato dallo stato sotto falsa bandiera, impedendo così di ripetere altri 11/9, inclusi quelli su scala assai più ampia.

La versione ufficiale
Quali alternative al MIHOP? Ovviamente c’è la versione ufficiale, codificata nel rapporto della commissione Kean-Hamilton del luglio 2004, che è notoriamente un tessuto di menzogne. Una variante demagogica su questo è la “versione ufficiale, e vi sta bene” – o posizione del contraccolpo (blowback) – che accetta tutti gli elementi cruciali della versione ufficiale – Bin Laden, Atta e il resto dei 19 dirottatori, Al Qaeda, il fallimento dell’intelligence USA, ecc. Ma qui la versione ufficiale è approvata con i suoi marchi morali invertiti: la catastrofe dell’11/9 è vista come giusta retribuzione, da parte delle vittime dell’imperialismo, per i crimini cronici del sistema. Questa è la tesi che, in forma attenuata, sta alla base dell’approccio di Noam Chomsky e Gore Vidal, come ha chiarito la prima edizione. Il “contraccolpo” sta a cuore a tutta una serie di guardiani della sinistra, tanto che questi non hanno voglia di dire nulla sull’11/9. […]
Altri commentatori provano ad accettare il rapporto della commissione sull’11/9, ma si affrettano ad aggiungere di avere domande senza risposta. La “versione ufficiale con domande senza risposta” è il punto di vista meno classificabile, e non ha retto la prova del tempo. Le domande senza risposta erano un segno di coraggio nell’ottobre del 2001, ed erano ancora un segno di salute nel 2002. Nel 2004 questa posizione è stata resa obsoleta e indifendibile dal progresso delle ricerche e nel 2005 è venuta a coincidere con un fondamentale rifiuto di capire, o per paura o per pregiudizio.

Lasciato accadere di proposito
Let it happen on purpose (LIHOP), lasciato accadere di proposito, è una posizione che risulta da una migliore analisi, per quanto in fin dei conti sia un’analisi inadeguata. La LIHOP assume che Bin Laden, al Qaeda, Atta, e via dicendo abbiano quantomeno un’esistenza semi-indipendente e possiedano la volontà e le capacità fisico-tecniche per colpire gli USA nei modi visti l’11/9. Ma la LIHOP afferma anche che l’attacco di Al Qaeda non può aver avuto successo senza la cooperazione attiva di elementi del Pentagono e dell’amministrazione Bush, che ha deliberatamente sabotato le difese aeree statunitensi così da consentire ai piloti suicidi di raggiungere i loro obiettivi al WTC e al Pentagono.
Nel 2002 e nel 2003 la LIHOP ha rappresentato i progressi fatti rispetto a quella stazione che era la posizione delle “domande senza risposta”. Ma, essendo venuto alla luce molto materiale, anche la LIHOP è divenuta indifendibile. Oggi la posizione LIHOP è sempre più instabile.

Leggi la versione integrale dell’articolo su Illa Consapevole numero 8, novembre-dicembre 2006.

Arianna Editrice – Prossimamente in uscita
Webster Griffin Tarpley, Synthetic Terror: Made in USA

Synthetic Terror è acclamato come la più esauriente storia non ufficiale dell’11 settembre. Caso unico nel suo genere, ha fatto parlare di sé sulla CNN e resta un autentico long seller in USA e in Francia. Il libro è insieme un lucido esempio di giornalismo investigativo, un manifesto del movimento per la verità dell’11/9, e una storia del terrorismo manipolato e diretto da reti criminali interne ai governi (dalla Congiura delle Polveri alle Brigate Rosse, ad Al Qaeda). Ma è anche una panoramica sull’attuale geopolitica delle Grandi Potenze, in cui le guerre al mondo islamico, così come gli eventi di terrorismo sintetico nei paesi NATO (come l’11/9, Beslan, o l’11 marzo di Madrid) sono stati escogitati per continuare la Guerra Fredda, in campagne di guerra pluridecennali necessarie alla strategia egemonica angloamericana.
Esperto mondiale di terrorismo internazionale, Webster Griffin Tarpley ha diretto, nel 1978, lo studio Chi ha ucciso Aldo Moro, commissionatogli da un membro del Parlamento Italiano.
Tarpley ha scoperto che le operazioni false flag (un'operazione false flag viene perpetrata da qualcuno e attribuita a qualcun altro) portate avanti dallo Stato sono la risorsa fondamentale per alimentare il terrorismo internazionale.

*traduzione di Beniamino Soressi