428 dopo cristo (recensione)
di redazionale - 22/05/2007
Giusto Traina
428 DOPO CRISTO
219 pp. Laterza, euro 18
Lo hanno fatto in pochi. In Italia in pochissimi,
e solo per eventi epocali,
come la scoperta dell’America o la “Gloriosa
rivoluzione” inglese. Ora lo storico
Giusto Traina ha deciso di adottarlo come
metodo. Si è concentrato così su un
unico anno, il 428 dopo Cristo, e lo ha
raccontato per filo e per segno, fino in
fondo. “Storia di un anno”, appunto, come
recita il sottotitolo.
Si parte dalla caduta del regno d’Armenia,
ma c’è spazio anche per la missione
di Flavio Dionisio, un militare originario
della Tracia incaricato di scortare da
Antiochia a Costantinopoli il nuovo vescovo
della capitale, Nestorio. Sulla carta,
quest’ultimo è un prelato come tanti
altri: non detiene ancora né il titolo di patriarca
né quello di arcivescovo. Ma nei
fatti non è così. La sua autorevolezza religiosa
è ormai pari a quella del soglio petrino.
Anche perché, in quegli anni, Costantinopoli
cresce a dismisura. Nella capitale
orientale – che ospita poco meno di
mezzo milione di abitanti – sono costruite
grandi cisterne a cielo aperto, una nuova
cinta muraria e vengono ultimate le
Terme costantiniane.
Il 10 aprile si festeggia il ventisettesimo
compleanno dell’imperatore Teodosio
II, il primo a essere definito “porfirogenito”,
e cioè “nato dalla porpora”.
Teodosio vive chiuso tra le mura del palazzo
imperiale, difeso da più di tremila
soldati di una guardia scelta che risponde
direttamente a lui. Ma il vero centro
del potere è imperiale è il “sacrum cubiculum,”
l’insieme delle stanze residenziali
della famiglia che prende il nome
dai suoi custodi, alcuni eunuchi ricevuti
in dono da nobili stranieri. Gestiscono il
flusso di stranieri nel palazzo e hanno in
cura le due potentissime Auguste: l’imperatrice
Eudocia, discendente di una
famiglia di intellettuali pagani, e l’ultraortodossa
Pulcheria, sorella e guida
spirituale dell’imperatore.
Nel frattempo, Teodosio avvia il suo
impero all’assolutismo ed è deciso a tutto
pur di riunificarlo a quello d’occidente.
Invia per questo un esercito che libera
il trono dall’usurpatore Giovanni, insedia
al suo posto il piccolo Valentiniano
III e ne decide il fidanzamento con sua
figlia, di appena sei anni. Per quanto abili
e molto spesso risolutive, le manovre
di Teodosio II sono però destinate a cadere
nel vuoto. La sua morte, nel 450,
condanna le speranze di riunificazione
dell’impero. Ventisei anni dopo, l’ultimo
imperatore romano d’occidente verrà deposto.
E’ la fine di un’illusione durata
più di un secolo.