Clima: "Niente paura, non c'è abbastanza petrolio"
di redazionale - 24/05/2007
Non sapevo come interpretare questo articolo riportato da Energy Bulletin, uscito sul quotidiano svedese Dagens Nyheter. L' autore è appunto il professore dell'Università di Uppsala Kjell Aleklett, Presidente di Aspo Internazionale.
Si tratta quindi della posizione ufficiale Aspo? Notizia clamorosa, in tal caso, perché l'articolo titola: "Il global warming è un'esagerazione. Petrolio, gas e carbone sono insufficienti." Aleklett esordisce così:
"Nell'attuale dibattito sul clima, l'ammontare dei combustibili fossili disponibile non appare come un problema. Il problema, come generalmente percepito, è che ne useremo troppi negli anni a venire. Non è neanche contemplato che la quantità di combustibili fossili necessaria a produrre i temuti cambiamenti climatici possa in effetti non essere disponibile."
Dito nella piaga. L' "è nato prima l'uovo o la gallina" che contrappone sempre più decisamente ambientalisti e "picchisti". Il peak fermerà il global warming? O viceversa arriverà troppo tardi? Kjell osserva molto sensatamente che i giacimenti esistenti sono tecnicamente sfruttabili al massimo al 50%, mentre chi studia gli scenari climatici dà per scontato che tutto il petrolio sottoterra sarà estratto e bruciato.
All'Università di Uppsala hanno sviluppato un modello che esamina gli scenari dell'IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, tenendo però conto dell'esaurimento delle risorse fossili e del calo di produzione dei prossimi anni. Ebbene, il risultato è questo:
"Abbiamo calcolato quanta energia e CO2 può essere prodotta durante questo secolo usando il petrolio, comparando il risultato con i quattro scenari climatici dell'IPCC. Con nostra grande sorpresa, tutti gli scenari richiedono più petrolio di quanto sia realisticamente possibile estrarre."
Stessa cosa, più o meno, per gas e carbone. Lo studio è abbastanza scioccante, e visto che tendo a credere all'Aspo anche illuminante. L'Aspo è forse diventata "negazionista del clima"? Non penso proprio. Anzi, Kjell alla fine del suo articolo ci offre una velata spiegazione per quello che sta avvenendo:
"Abbiamo bisogno di uno studio sull'incremento delle temperature basato su consumi realistici di petrolio, gas e carbone. Solo con tale conoscenza potremo prendere le giuste decisioni per il futuro. Nel dibattito attuale, dovremo rimpiazzare la parola "ambiente" con "energia", e la politica energetica di cui abbiamo bisogno è quella che fa vincere anche l'ambiente."
Non per mettermi ad interpretare, ma torniamo ai vecchi sospetti: ovvero che il reale problema dietro gli allarmi climatici (pur reali) sia quello energetico. Siamo invitati a spegnere la luce e ad andare col tram... ma non per il clima, bensì perché presto vi saremo comunque costretti.