Plutocrazia, una catena da spezzare
di Vincenzo Marasco - 06/12/2005
Fonte: rinascita.info
Un’accolita apolide di “regolatori”- un suggestivo appellativo per l’epoca in cui viviamo, e cioè un’epoca caratterizzata dalla delegittimazione politica delle nazioni e dal trasferimento della gestione del potere mondiale ad anonimi burocrati telecomandati da oscuri ma veri poteri - fa strame ovunque nel mondo della dignità umana. della libertà dei popoli.
Come descritto da Guillaume Faye, “Il Sistema mondiale in formazione seppellisce progressivamente le forme tradizionali di direzione e dominazione politiche. Il Sistema non ha più bisogno di capi; vuole dei “regolatori”. Alle decisioni politiche degli Stati si sostituiscono scelte strategiche decentrate prese in seno a reti di potere che trascendono i quadri nazionali: reti degli Stati maggiori delle grandi società, reti bancarie internazionali, reti di speculatori pubblici e privati, reti di Istituzioni internazionali”... “Il potere tende a non aver più né ubicazione, né volto; ma sono sorti poteri che ci circondano e ci fanno partecipare al nostro proprio asservimento... Il Sistema funziona per ‘autoregolamentazione incitativa’. Imprese nazionali, amministrazioni statali, multinazionali, banche, organismi internazionali si ripartiscono tutti un potere frammentato... Eppure l’insieme risulta ordinato alla costruzione dello stesso mondo, dello stesso tipo di società, del predominio degli stessi valori. Tutto concorda nell’indebolire le culture dei popoli e le sovranità nazionali, e nello stabilire su tutta la terra la stessa ‘civilizzazione’.”.
A questa accolita di regolatori che decidono su tutto senza rispondere di nulla ed a nessuno se non a se stessi non è affatto estranea l’Unione Europea, la cui stessa esistenza e decisioni sono sottratte al voto parlamentare e alla consultazione dei cittadini, salvo venire convalidate a livello nazionale ex post, a “giochi fatti”, da vaghe leggi di delega che possono essere attuate per mezzo di decreti delegati interpretati da dubbie figure di uomini politici secondo il vento che tira nelle alte sfere. Il caso più vistoso, dopo la rinuncia di fare dell’UE una unione politica, è stato quello di ridurla ad un’Unione monetaria. L’Euro non è stato il punto d’arrivo spontaneamente perseguito dalle nazioni del vecchio continente, come invece viene spacciato. Esistono documenti del Bilderberg Group da cui risulta che già da oltre cinquant’anni in quegli ambienti si lavorava per un’Europa-Mercato. Nel 1948 le Fondazioni Ford e Rockefeller avevano dato vita ad un American Committee for a United Europe, proprio con lo scopo di condizionare lo sviluppo economico, monetario, sociale e politico del nostro continente in modo convergente agli interessi d’Oltreoceano. Si pensò che fosse molto più semplice controllare un’unica entità monetaria e un’unica Banca Centrale - nel caso la BCE - piuttosto che una quindicina di valute e di Istituti di emissione. Di contorno quella che oggi è chiamata UE doveva svolgere un ruolo succedaneo di superburocrazia, cieca e superpagata.
Ormai ci sono molti storici e studiosi della finanza contemporanea che ci informano come le Banche Centrali siano enti di diritto privato (e cioè non pubbliche) che sfuggono ad ogni regola di democrazia, in quanto le stesse autonominano i rispettivi Governatori nelle varie nazioni del mondo con la determinante approvazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri o Bsi in lingua originale) e solo in qualche raro caso con la ratifica ex post da parte dei Governi nazionali delle decisioni prese. La BRI è assai poco conosciuta. Per chi non lo sapesse, risiede a Basilea, in Banhofplatz, 2 ed è rigidamente controllata dalla Federal Reserve e dalla Bank of England. Nelle riunioni mensili a Basilea sono affrontate tutte le questioni di ogni paese, decisi i tassi di sconto, i beneficiari dei prestiti, i governi che devono essere finanziati, rafforzati ovvero indeboliti, le monete che debbono decollare o essere svalutate, i movimenti rivoluzionari da armare e le riforme da appoggiare. E se l’Olimpo delle grandi famiglie dei Morgan, dei Rockefeller, degli Warburg e dei Rothschild non è d’accordo sulle decisioni prese, viene tutto rimesso in discussione.
Nessuno di questi signori che si riuniscono e decidono a Banhofplatz è mai stato candidato in una lista di partito, nerssuno è mai stato eletto da nessun elettore di nessun popolo del mondo.
Ecco, questa è la cupola più “scoperta” dei nostri “regolatori”.
Questo è il vertice più palese dei nemici del genere umano.
(stralci da una relazione al convegno A.I.Re. del 19 maggio 2005 al Palazzo delle Stelline, Milano, pubblicata sul n. 60 de l’Uomo libero)