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Mercati finanziari: le borse cinesi scricchiolano

di Marzio Paolo Rotondò - 26/05/2007

 


Nuovi allarmi su un ormai imminente crollo delle Borse cinesi.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e l’ex presidente della Banca centrale americana (Federal Reserve), Alan Greenspan, hanno rilanciato il monito su una forte contrazione dei listini azionari della Cina. Le dichiarazioni hanno provocato ribassi su tutte le principali Borse mondiali.
Mesi di rialzi record delle borse cinesi hanno portato negli ultimi 9 mesi l’indice del mercato azionario da 1.520 a 3.050 punti, oltre il 130% dall’inizio del 2006, macinando impietosamente record storici. È proprio questa forte corsa uno dei fattori che preoccupa esperti ed investitori, secondo cui, ai livelli attuali, le quotazioni hanno già scontato e digerito ampiamente il forte incremento dell’economia e dei conti delle aziende cinesi, lasciando spazio solo alla dilatazione delle bolle speculative. Dopo una prima forte correzione del 8,85% sui listini il 27 febbraio scorso, dovuta alle medesime paure legate anche alle azioni restrittive delle autorità cinesi del mercato azionario, torna la concreta possibilità di vedere nuovi pesanti ribassi. Le bolle finanziarie sul mercato azionario e su quello immobiliare sono le più pericolose dei mercati mondiali e minacciano sempre più lo scoppio, con conseguenze pericolose par l’intera economia globale.
Il calo di ieri segue i forti guadagni registrati in questi ultimi giorni dai titoli appartenenti al settore immobiliare e dei consumi dopo che la scorsa settimana la banca centrale aveva ampliato dallo 0,3% allo 0,5% la banda di oscillazione dello yuan. A pagare il monito dell’Ocse e di Greenspan sono state proprio le compagnie maggiormente beneficiarie delle ultime decisioni dell’istituto di Pechino come Shanghai New Huang Pu Real Estate (-4%), Ping An Insurance (-2,8%) e China Life Insurance (-1,7%): ribassi ancora non paragonabili al recente ribasso, ma possibili premonitori di un imminente tracollo delle Borse cinesi. Sono in molti a credere in un prossimo collasso. Ai ripetuti moniti di Greenspan si sono infatti aggiunti quelli del governatore della banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, a cui ha fatto eco anche Li Ka-shing, il patron di Hutchinson Whampoa e uomo più ricco d’Asia. Ieri anche l’Ocse si è unito ai “gufi” che parlano espressamente di bolla speculativa prossima allo scoppio.
Alle consuete previsioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha infatti avvertito le economie più industrializzate del mondo che ne fanno parte che “il livello dei prezzi delle azioni sembra portare con se un rischio di correzione marcata nel caso in cui apparisse impossibile mantenere la crescita attuale dei benefici” in Cina. Greenspan si spinge però oltre qualsiasi pessimismo. Secondo l’influente economista, oggi strapagato ospite fisso di numerosi simposi e consulente della Pimco, ha predetto uno scenario veramente disastroso per l’economia mondiale: oltre al tracollo delle Borse cinesi e l’insostenibilità dell’economia di Pechino, Greenspan vede al 33% delle possibilità non solo una recessione degli Stati Uniti, ma addirittura una mondiale. Lo scenario ipotizzato dall’economista non è così remoto, anche se forse un po’ troppo esagerato. L’opinione molto pessimista di Greenspan, rischia però di influenzare sensibilmente l’andamento economico dei prossimi mesi, rischiando anche di creare un vero e proprio effetto panico sulle Borse mondiali. L’economista è infatti uno degli uomini al mondo che riescono ad influenzare maggiormente l’evoluzione dei listini soltanto con le parole, il più delle volte in negativo. Per questo, vista anche l’età avanzata, Greenspan dovrebbe forse andare definitivamente in pensione.