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"Frankestein Food": le parole del ministro De Castro non fanno chiarezza

di Emiliano Angelelli - 28/05/2007

DE CASTRO, GLI OGM E IL TEOREMA DELLA CONFUSIONE
Continua il dibattito sul cosiddetto "Frankestein Food", ma le parole del ministro De Castro non aiutano a fare chiarezza


401363550_e592bb1638.jpgLo definirei “il teorema della confusione”, quello attraverso il quale il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha cercato di fare chiarezza riguardo la posizione del suo ministero sugli ogm e sull'accordo stipulato con Assobiotec, l'associazione delle aziende biotecnologiche italiane. Già, perché come temevamo, di accordo si tratta, se è vero che durante la settimana i Protocolli sono stati consegnati ai giornalisti da Verdi Ambiente e Società, nel corso della presentazione della Giornata Nazionale Mangiasano. Protocolli pericolosi che consentiranno la sperimentazione in campo aperto di Ogm "made in Italy" e che riguarderanno ulivo, vite, pomodoro, melanzana, fragola, ciliegio, kiwi, agrumi e mais, ovvero i prodotti che distinguono la nostra produzione agroalimentare e che ci rendono protagonisti sul mercato nazionale e internazionale.

Ma torniamo al “teorema della confusione”, giusto per capire meglio. Si tratta di una teoria basata essenzialmente su una definizione: “Frankestein Food”. Il ministro infatti, continua a paventare questo spauracchio, rappresentato, a sentir lui, dagli ogm ricavati da geni umani o animali. E di confusione parla lui stesso (forse per ribadire la veridicità della sua tesi) facendo riferimento alla “posizione intransigente” del ministero verso le sperimentazioni di Ogm di prima generazione, soprattutto “perché non giova a nessuno” aggiunge il ministro “creare confusione nell'opinione pubblica, sensibile al tema e allarmata per le notizie che ci giungono dalle pagine di cronaca internazionale, da paesi dove la ricerca si è spinta fino a 'innestare' Dna umano nelle piantagioni di riso”.

Sì, è vero, l'industria dell'agrobiotech sta cercando dei nuovi canali di sbocco, l'ultimo di questi è rappresentato da questo preoccupante genere di sperimentazioni. Il problema è che questi tipo di ogm sono rivolti principalmente alla produzione farmaceutica, sono relativamente poco diffusi e toccano solo di "striscio" gli interessi del ministero. Insomma, ogm il cui utilizzo è sicuramente deprecabile, ma sorge il dubbio che si tratti solo di un capro espiatorio. Inoltre è vero che l'opinione pubblica è preoccupata degli organismi transgenici (secondo Eurobarometro il 77% degli italiani non li vuole), ma ben prima del Frankestein Food (che “food” è solo in parte, se è pensato per ricavare prodotti farmaceutici) è preoccupata del “food” realmente a rischio contaminazione, quello che potrebbe finire veramente sulle nostre tavole (vedi il riso della Bayer l'estate scorsa). Sembra più una scusa quindi, quella del "Frankestein Food", per far ingoiare alla gente un altro tipo di ogm, ovvero quelli ottenuti attraverso la firma dei protocolli con Assobiotec, e definiti ogm di seconda generazione, ma che  poco differiscono rispetto a quelli di prima generazione, almeno nella sostanza. Una teoria, quella del ministro, che fa perno, quindi, sulle parole a effetto: e così dopo “Frankestein Food”, ecco servita su un piatto d'argento un'altra bella parola: "ricerca". “Non si deve fermare la ricerca”. E come si può in Italia, rimanere impassibili, di fronte alla parola ricerca? Fermare la ricerca? Ma che siamo matti.

E' certo che la ricerca non va fermata, ma se il ministro avesse interesse a promuovere la ricerca in agricoltura potrebbe iniziare favorendo quelle realtà, come il settore biologico, che primo fra tutti va incontro alle esigenze ambientali del pianeta e salutari della gente. Un'occasione? La biocena organizzata sabato sera da Aiab a favore della ricerca in agricoltura biologica. Ricerca alla quale viene destinata meno dell'1% della ricerca in agricoltura e alla quale, per quello che ne so, il ministro non ha certo partecipato. In conclusione, che siano di prima o di seconda generazione, gli ogm non hanno niente a che vedere con uno sviluppo sano della ricerca, che può essere indirizzata in molte direzioni, la prima delle quali dovrebbe corrispondere a quanto scritto nel programma dell'Unione, il quale non prevedeva certo la presenza di ogm. E se è vero che siamo in democrazia, e che il motivo per cui De Castro è diventato ministro dipende dal fatto che qualcuno ha deciso di votare per la sua coalizione, che si rispettino gli accordi presi. Possibilmente senza fare confusione.