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Un business irrinunciabile

di Miguel Martinez - 28/05/2007

 

Circa due secoli fa, c'erano due signori molto famosi. Uno si chiamava Napoleone, l'altro Nelson.

C'era qualcosa che li univa e qualcosa che li divideva.

Li univa il fatto di avere, entrambi, dei nomi che iniziavano con la lettera "enne".

Li divideva il fatto di essersi combattuti per terra e per mare, per dieci lunghi e sanguinosi anni.

Personalmente, mi sembra che la guerra che li divideva sia stata più importante della questione nominale che li univa.

Questo esempio mi è venuto, riflettendo sui conflitti che in questi giorni dividono il portale di Kilombo, cui è iscritto anche questo blog.

Non è la prima volta, e non è quindi così importante cercare le ragioni e i torti e  di questo specifico scontro.

Infatti, quando lungo un confine si spara regolarmente, diventa una perdita di tempo cercare di capire i torti e le ragioni di ogni singolo incidente.

Come Napoleone e Nelson, gli iscritti a Kilombo sono uniti da un semplice suono: la parola "sinistra".

Mentre sono divisi da una guerra che si combatte in tutto il mondo, in mille modi.

Ecco un esempio, per capirci.

Una parte di coloro che si dichiarano di "sinistra" sostiene un governo che manda truppe in Afghanistan per sparare sui resistenti.

Una parte di coloro che si dichiarano di "sinistra" sostiene chi resiste con le armi contro quelle truppe.

Questo non vuol dire che i primi approvino in pieno ogni azione condotta dagli occupanti, né che i secondi approvino in pieno ogni azione condotta dai resistenti.

Ma è lampante che gli uni stanno da una parte, e gli altri dall'altra.

Mi sembra sciocco chiedersi quali siano quelli "veramente di sinistra".

Quando le bombe polverizzano i villaggi, le questioni nominali e identitarie ricordano le astruse dispute teologiche, condotte per dimostrare che il Vangelo è dalla parte "nostra" e non dalla "loro".

In Italia, tutti si esaltano e si maledicono a vicenda per astrazioni. Per questo, la mia parte anglosassone preferisce parlare di un caso concreto, che aiuta a capire ciò di cui stiamo parlando.

Il caso è quello del signor Giovanni Lorenzo Forcieri di Sarzana, membro del Consiglio Nazionale dei DS, nonché parlamentare del centrosinistra, che avrà probabilmente ricevuto i voti di qualche kilombista nelle recenti elezioni generali. Insomma, è uno "di sinistra".

Il signor Forcieri di mestiere fa  il dirigente di azienda, in un angolo della Liguria in cui le industrie specializzate nella macellazione umana costituiscono un settore trainante.

E infatti, Forcieri è stato vice Presidente dell'Assemblea Parlamentare della NATO e membro della Commissione sul Terrorismo in Italia, ed è attualmente Sottosegretario alla difesa, con delega per la Marina, per i rapporti con la NATO e l'Unione Europea e per i "programmi di cooperazione internazionale nel campo degli armamenti".

Forcieri ha da poco  firmato un accordo con il Pentagono per la produzione di bombardieri F-35 - costo, tredici miliardi di euro, solo per cominciare. Alla luce di quei tredici miliardi di euro, possiamo comprendere perché  Forcieri dica che

«Il centrosinistra deve guardarsi dal [...] non contrastare a sufficienza, con la forza degli argomenti, quei rigurgiti di antiamericanismo di maniera che di quando in quando affiorano da alcuni settori della coalizione. Le fratture fra Europa e America - conclude Forcieri - provocherebbero gravi conseguenze».

Il signor Forcieri, nella sua qualità di sottosegretario, si occupa anche delle "questioni relative all'industria della difesa, i rapporti con il ministero dello sviluppo economico e con il Ministero dell'universita' e della ricerca, per ciò che attiene alle problematiche difesa-industria e difesa-ricerca scientifica."

Insomma, si trova al punto in cui l'Impresa Italia incontra gli strumenti di uccisione di massa.

Come abbiamo detto, Forcieri è di sinistra. E come tale, si lancia in un singolare attacco a Silvio Berlusconi.

Così leggiamo sul Secolo XIX un'intervista con Forcieri, sotto lo splendido titolo "La difesa è un business irrinunciabile" [1]:

"Dopo anni di cura Berlusconi il settore militare rischiava il tracollo - dice - La manovra 2007 contiene i primi segnali di inversione di tendenza, come il via libera al progetto Fremm, ma è inutile negare che la Difesa è ancora sofferente."

L'altro giorno, ho scoperto per caso che Forcieri si trovava ad Ankara, a promuovere il "made in Italy".

Precisamente, era alla International Defense Industry Fair - IDEF'07.

Una fiera in cui 427 aziende (di cui 27 italiane), provenienti da 49 paesi, vendevano strumenti per bruciare vivi, accecare, sviscerare, polverizzare, decapitare e frullare esseri umani, un'arte in cui eccelle l'ingegno italico.

Durante la fiera, la Agusta Westland, italiana, ha firmato un ricco contratto per la fornitura di elicotteri: gli elicotteri saranno prodotti in Turchia, ma siccome ci sono degli italiani che ci fanno i soldi, si considera roba "made in Italy".

Io credo che Forcieri abbia fatto bene ad andarci a quella fiera.

Spacciare strumenti di omicidio è il suo mestiere, e sono sicuro che lo sappia fare con tutta la grigia efficienza del funzionario diessino medio. Sono sicuro che abbia contribuito anche al PIL dell'Italia, quindi - in qualche minuscola misura - anche al mio benessere.

Non serve a niente dire che lui "non è di sinistra".

Ciò che conta è che tra noi e Forcieri, ci sono alcune centinaia di migliaia di morti.

Mentre tra Forcieri e Gianfranco Fini, c'è solo qualche disputa sui metodi.

Ecco perché un aggregatore che cerca di mettere insieme "le anime della sinistra" non può funzionare più di un aggregatore che pretenda di mettere insieme coloro i cui nomi iniziano per la lettera "enne".

Nota:

[1] Si chiama della "difesa" il ministero che si occupa di cose militari, in un paese che non ha mai condotto una sola guerra per difendersi da qualche pericolo esterno.