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"Transizione democratica" alla Banca Mondiale

di Michel Chossudovsky - 29/05/2007


 
 
   
 

Accusato di nepotismo, il dottor Paul Wolfowitz è stato designato per lasciare il timone della Banca Mondiale in seguito ad un innocuo scandalo riguardante la promozione e l'aumento di salario concessi alla sua fidanzata, Shaha Riza.

Prima di assumere la presidenza della Banca Mondiale, Wolfowitz è stato vice segretario alla difesa dell'amministrazione di Bush Junior. Egli è stato il maggiore architetto al Pentagono dell'invasione nel 2003 dell’Iraq. E’ considerato uno dei neoconservatori chiave che hanno contribuito a forgiare l'agenda di politica estera dell'amministrazione Bush, compresa la “guerra globale al terrorismo”.

Continuità: criminali di guerra al timone della Banca Mondiale

Un autentico criminale di guerra sta venendo ingiustamente punito per la minore infrazione di aver promosso la carriera della sua ragazza.


Wolfowitz, 61 [oggi 63], e Riza, che si dice abbia una cinquantina danni, sono entrambi divorziati. Si sono rifiutati di discutere pubblicamente la loro relazione ma condividono il desiderio di democratizzare il Medioriente. Riza, cittadina britannica educata a Oxford, è nata in Tunisia ed è cresciuta in Arabia Saudita. E’ nota per la sua esperienza nel campo dei diritti delle donne ed è stata elencata sul sito Web della Banca come un contatto Stampa per questioni della ricostruzione irachena. (WP, 2005)

Lo scandalo è una cortina fumogena. Le vere ragioni delle dimissioni di Wolfowitz sono politiche.

Ciò che le sue dimissioni suggeriscono è che i principali neoconservatori, nonostante il loro apparente peso politico, sono spesso vulnerabili e privi di difese. Essi non costituiscono la risorsa finale del potere politico. Agendo per conto delle elite aziendali e finanziarie dominanti essi sono strumenti e delegati, che possono essere prontamente rimpiazzati.

Chi andrà a sostituire il “figlio di un lupo” ["Son of a Wolf"] alla guida della Banca Mondiale, assicurando la “continuità” nelle questioni di un'istituzione che gioca un ruolo centrale nel dare forma ai contorni economici del Nuovo Ordine Mondiale?

Sin dall’inizio di questo corpo intergovernativo nel 1946, tutti i presidenti della Banca Mondiale sono stati cittadini americani. Ciò è stato evidentemente parte di una duratura tradizione volta ad assicurare la giusta “autorità” e “rappresentazione” all'interno dell'istituzione finanziaria internazionale (IFI) con base a Washington.

La nomina di un “non americano” a capo della Banca Mondiale

L'amministrazione Bush ha detto che si muoverà “rapidamente” per trovare un sostituto di Paul Wolfowitz.

Eppure non c'è nulla negli Articoli di Accordo della Banca Mondiale che affermi che il presidente della Banca debba essere un americano. E non c'è nulla che dica che il presidente Usa ha il diritto divino di effettuare tale nomina.

Mentre la Banca Mondiale è, in teoria, un organo dell'Onu, in pratica funziona sempre più come un'appendice del governo Usa, con estesi legami all’ establishment finanziario di Wall Street.

“Sebbene formalmente affiliata alle Nazioni Unite la Banca Mondiale non ha responsabilità verso l'assemblea generale o il consiglio di sicurezza dell'Onu. E le più di 180 nazioni membri della Banca Mondiale sono i suoi azionisti”. (Michel Chossudovsky, The World Bank, Encyclopedia Britannica, 2002-2006).


Gli azionisti sono rappresentati dal Comitato dei Governatori della Banca [Board of Governors]. I governatori sono i ministri delle finanze, governatori delle banche centrali e funzionari anziani del governo nominati dai paesi membri. Da un punto di vista legale la nomina del presidente della Banca Mondiale spetta al Comitato dei Governatori, in collegamento con il Consiglio Esecutivo [Executive Board] della banca composto da 24 direttori esecutivi.

Fondata nel 1944 alla conferenza monetaria e finanziaria delle Nazioni Unite a Bretton Woods, New Hampshire per stabilire un nuovo sistema economico internazionale post bellico, la Banca Mondiale iniziò le sue operazioni nel giugno 1946. Gli Usa sono il maggior azionista della Banca Mondiale e ha di conseguenza esercitato il suo ruolo di maggiore azionista nella nomina del presidente dell'istituzione.

Ma ci sono buone notizie. La pratica di vecchia data della nomina di un americano al timone della Banca Mondiale viene ora seriamente rivalutata dall'amministrazione Bush.

Viene discussa la candidatura di Tony Blair

C'è una possibilità, ancora da confermare, che il prossimo presidente della Banca Mondiale possa essere un importante personaggio britannico, cittadino del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Il primo ministro britannico uscente, Tony Blair, altro noto criminale di guerra che visibilmente, nonostante le sue affinità, non è cittadino Usa, viene preso in considerazione per la posizione di presidente della Banca Mondiale.

“Sono circolate voci nei giorni scorsi che il primo ministro britannico uscente Tony Blair, leale alleato di Bush e che ha compiuto un viaggio di addio alla casa Bianca questa settimana, possa essere considerato per la posizione”.


Ma persino nel caso in cui un britannico fosse nominato a guidare la Banca Mondiale, il presidente Usa in carica avrebbe la precedenza su Sua maestà la regina Elisabetta Seconda. Il Comitato dei Governatori della Banca Mondiale, che è anche stato squalificato dalla Casa Bianca, verrebbe eventualmente chiamato a controfirmare la nomina dettata da Washington.

“Certo, eventualmente.”

La Casa Bianca è stata di una chiarezza cristallina su questa gestione. Alla domanda se Bush potesse nominare qualcuno che non fosse cittadino Usa [il portavoce della Casa Bianca] Mr. Fratto ha detto: “certo, eventualmente.”

La candidatura di Tony Blair sta “venendo discussa”: “il presidente della banca è stato per tradizione un americano, ma questa volta potrebbe esserci un'eccezione...”

L'unica evidente parte negativa è che Blair non ha alcuna precedente esperienza nell'arte di alleviare la povertà, se confrontato con il suo predecessore Paul Wolfowitz. Nelle parole del premio Nobel Joseph Stiglitz, “ sarebbe bene per l'istituzione in questo frangente avere qualcuno che sia stato un economista che abbia realmente compreso cosa sia lo sviluppo”. La parte positiva è che, con Tony Blair al timone della Banca Mondiale la continuità nell’agenda di “guerra e globalizzazione” sarebbe assicurata: “ Blair è stato chiaramente un leader politico con il tipo di legami necessari, che sarebbero utili come capo dell'istituzione...”.

Altri cittadini stranieri, tra i vari candidati alla carica occupata da Wolfwitz, comprendono Ashraf Ghani, direttore della Università di Kabul, che si dice sia “ una opzione probabile se il presidente Bush decidesse di rompere la tradizione e nominare un non americano.”

Ashraf Ghani è tra coloro che sono in prima fila nella corsa alla presidenza della Banca Mondiale. Egli è un ex funzionario della Banca Mondiale che ha contribuito ad aiutare a ricostruire l'economia afghana subito dopo l'invasione guidata dagli USA e dalla Nato. La missione ufficiale della Banca Mondiale è “ la riduzione della povertà globale e il miglioramento degli standard di vita” e i successi di Ghani nella riduzione della povertà sono indiscutibili, dato lo “stabile progresso” osservato in Afganistan dalla caduta del governo talebano nel 2001.

Ashraf Ghani e ritornato in Afganistan nell’ ottobre 2001, insieme alle forze Usa-Nato. Egli ha occupato la posizione di ministro delle finanze nel regime fantoccio di Hamid Kharzai nominato dagli USA. Il suo maggiore incarico, mentre era alla guida del ministero afghano delle finanze, era di “concentrarsi sullo sradicamento della povertà tramite la creazione di ricchezza”.

La “distruzione e ricostruzione post bellica” dell’ Afganistan sono il “modello” scelto dalla comunità internazionale per lo sviluppo del mondo. Secondo il direttore nazionale della Banca Mondiale Alastair McKechnie l'Afganistan impoverito e lacerato dalla guerra sotto l'occupazione Nato è una promettente nuova frontiera del libero mercato globale. “L'economia afghana continuerà a crescere rapidamente, cosa che a sua volta porterà a considerevoli miglioramenti nelle vite della gente”. (Vedete il rapporto della Banca Mondiale sull’ Afganistan).

Tra i nomi citati come altri possibili candidati vi sono l'ex vicesegretario di Stato Usa Robert Zoellick, l’attuale vice segretario al Tesoro Usa Robert Kimmit, il governatore della Banca centrale di Israele ed ex viceamministratore delegato del FMI Stanley Fischer.

Un'istituzione che “combatte la povertà”

“La più grande organizzazione del pianeta per lo sviluppo [la Banca Mondiale] è sotto pressione per terminare la tradizione che vuole che la banca che combatte la povertà [la Banca Mondiale] sia sempre guidata da un americano”.

La puntuale nomina di Tony Blair, un criminale di guerra “non americano”, a sostituire Wolfowitz, se fosse eseguita dovrebbe, comunque essere vista sotto una luce positiva (Vedete questo articolo). Le organizzazioni della società civile nei paesi in via di sviluppo, che hanno da tempo mosso battaglia per significative riforme nell'istituzione risalente agli accordi di Bretton Woods, hanno un'occasione per gioire. Se il criminale di guerra Tony Blair fosse nominato dalla Casa Bianca per guidare l’istituzione finanziaria internazionale che “combatte la povertà”, l'antica pratica di imporre un cittadino Usa a capo della banca sarebbe rotta per sempre.

Non è questo un segno di significativo progresso? Il presidente Usa può ora nominare chiunque gli piaccia, americano o non americano.

Una “transizione democratica” nell'istituzione di Bretton Woods?

L'organismo intergovernativo con base a Washington, noto come Banca Mondiale, e la sua organizzazione sorella, il Fondo Monetario Internazionale (FMI)--che, incidentalmente, è stato sempre guidato da un cittadino dell'Europa occidentale, all'interno di un accordo di divisione del potere con gli Stati Uniti-- diventerebbero “più rappresentative” e “democratiche”.

Articoli di Global Research di Michel Chossudovsky

Fonte: http://www.globalresearch.ca/
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19.05.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO