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Dollari e fotogrammi da Cannes in poi

di Paola Manduca - 29/05/2007

   




 

Vincitori e vinti. Passerelle e smoking. Sorrisi e delusioni. Cannes ogni anno è tutto questo, con qualcosa in più. Il ‘qualcosa' risale a più di dieci anni fa, quando John Miller, esecutivo della Chimical Bank, si trovò a dover spiegare ai propri colleghi il Festival del Cinema di Cannes. “Il modo migliore” – disse – “per unire gli investimenti in film e i viaggi in barca con Madonna e Arnold Schwarzenegger”.

Da allora la presenza delle banche nel meraviglioso mondo del cinema e dei suoi festivals si è notevolmente incrementata, soprattutto quelle americane, in cerca di progetti cinematografici ai quali dare sostegno finanziario. Citygroup, JPMorgan, Merrill Lynch sono solo le più famose tra le 80 banche che si sono date appuntamento quest'anno al Cannes Film Market, la controparte commerciale dell'operazione che si continua a spacciare come culturale. La JP Morgan è quella che, per intenderci, ha finanziato “Million Dollar Baby”, “Il Gladiatore”, “A Beautiful Mind”, mentre la Merrill Lynch ha dato un cospicuo sostegno a “Pompei”, il nuovo film di Roman Polanski, il cui budget si aggira intorno ai 135 milioni di dollari. Si valuta che i principali studios cinematografici ricevano qualcosa tra i 2 bilioni e i 2 bilioni e mezzo ogni anno dagli istituti di credito. Ma per Wall Street scommettere sul successo di un film non è sufficiente: è necessario conoscere (leggi controllare) ogni minimo dettaglio della sceneggiatura. Non c'è pellicola che tenga di fronte al rischio di rovinare, direttamente o indirettamente, la propria reputazione.

E noi da quest'altra parte dell'oceano ancora a chiederci come fa Hollywood a fare film così spettacolari.