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Materiali per il progetto sostenibile: le calci

di Istituto Nazionale di Bioarchitettura - 29/05/2007


 

La scelta di materiali che presentino caratteristiche di eco-sostenibilità e bio-compatibilità costituisce un aspetto imprescindibile della progettazione sostenibile.
Chi si occupa di bioedilizia deve, di conseguenza, saper distinguere all’interno di ogni categoria di materiali, quelli più aggressivi da quelli più salubri. Sembra scontato, ma ad approfondire la materia ci si accorge ben presto che non è tutto così semplice. È questo il caso, ad esempio, di alcuni tipi di pietre tradizionali (e per questo ritenute sane) che, una volta frantumate ed utilizzate come componenti base per la realizzazione di malte e laterizi, si rivelano causa di emissioni di radon.
Nel caso specifico dei leganti, l’edilizia utilizza oggi quasi esclusivamente malte e intonaci a base di cemento, per la rapidità della loro applicazione e per la loro economicità, preferendoli agli intonaci di calce, da sempre impiegati in architettura e oggi relegati quasi esclusivamente nel campo del restauro e della bioarchitettura.

L’insalubre cemento
Il cemento, che di per sé è un prodotto ottenuto dalla miscelazione di componenti naturali, è oggi realizzato con l’aggiunta di additivi che ne migliorano le proprietà meccaniche, ma che possono – di contro – risultare tossici, se non addirittura radioattivi. Il fatto è che gli intonaci di sabbia e cemento, che oggi si usa chiamare “tradizionali”, spesso sono prodotti di bassa qualità che poco o nulla hanno a che fare con la tradizione millenaria dell’arte di edificare. Le pareti intonacate con miscele a base di cemento presentano una traspirabilità praticamente assente e l’alta resistenza meccanica, legata ad una rigidità troppo elevata, costituisce la ragione del sorgere di cavillature e della formazione di umidità, muffe e condense.

I vantaggi della calce
Volendo orientarsi verso una scelta in bioediliza, diventa, quindi, inevitabile preferire, nella formazione degli intonaci, le calci aeree, le pozzolane e il cocciopesto, materiali che si presentano, diversamente dei primi, con un’alta traspirabilità ed un’elevata elasticità, in grado di fornire un’ottima resistenza meccanica ed una migliore qualità igrotermica nei locali interni degli edifici.

Un materiale dalla lunga storia
E che la calce aerea sia un legante di provata efficacia e qualità lo sta a dimostrare la sua storia. Il funzionamento di un forno per la produzione di calce aerea è, infatti, descritto da Catone già nel secondo secolo A.C. Dai forni verticali si passerà poi, in età basso medievale, alla cottura in forni continui. Non sfuggirà ai più, inoltre, che il prodotto ottenuto dalla cottura nei forni, e conosciuto come calce viva, era utilizzato come disinfettante, risultando l’ossido di calcio un composto caustico molto aggressivo sui tessuti organici. L’età rinascimentale segna l’avvento della calce idraulica naturale (ottenuta dalla cottura, a 900-1200°, di calcare con argilla e silice fino al 20%) che ha il pregio di reagire in presenza di acqua a scapito della traspirabilità, particolarmente adatta alle opere idrauliche. È solo in epoca moderna che, elevando le percentuali di impurità fino al 40% e alzando ulteriormente le temperature di cottura fino a 1400°, si ottiene un prodotto che accentua ulteriormente le caratteristiche – nel bene e nel male – della calce idraulica naturale e che conosciamo col nome di cemento.

Salute e risparmio energetico
Oggi i temi della igienicità e della salute legati alla produzione, alla scelta ed all’impiego dei materiali costruttivi trova riscontri nella Direttiva Europea che indica tra i “requisiti essenziali” dei prodotti da costruzione (oltre a quelli dell’igiene, salute e ambiente) anche quelli emergenti del risparmio energetico e ritenzione di calore. Una scelta che si può attuare correttamente solo attraverso lo studio del ciclo di vita dei materiali e delle loro potenziali emissioni e pesi, in rapporto all’ecologia, alla salute e all’igiene. Questo concetto è preso in considerazione nel Regolamento CEE n. 880 del 23.03.1992 “concernente un sistema comunitario di assegnazione di un marchio di qualità ecologica” ai “prodotti aventi un minore impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita”.

di Istituto Nazionale di Bioarchitettura (sezione di Forlì-Cesena)