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Afghanistan: i talebani arrivano nel nord

di Enrico Piovesana - 30/05/2007

I talebani arrivano nel nord e i signori della guerra si organizzano. Con l'aiuto della Russia
I sanguinosi fatti accaduti lunedì a Sheberghan – la polizia che spara su una manifestazione antigovernativa uccidendo 13 persone e ferendone una trentina – sono il segnale di un fatto importante: sull’onda della “nuova guerra fredda”, la Russia ha deciso di tornare a immischiarsi nelle vicende afgane per rompere il monopolio Nato della lotta anti-talebana. Lo sta facendo tornando ad armare i signori della guerra dell’ex Alleanza del Nord, sempre più preoccupati per l’avanzata dei talebani anche nel nord dell’Afghanistan.
 
Soldati tedeschi a KunduzIl ritorno dei talebani nel nord. Le fertili pianure dell’Afghanistan settentrionale erano finora rimaste immuni dagli attacchi talebani. Una zona tranquilla, affidata al controllo di un piccolo contingente Nato tedesco. Dal 19 maggio, però, le cose sono cambiate. Quel giorno a Kunduz – enclave pashtun in una regione abitata da uzbechi, turkmeni e tagichi – un kamikaze talebano ha ucciso tre soldati tedeschi, ferendone molti altri. Nelle successive due settimane ci sono stati altri tre attentati suicidi. Per i signori della guerra locali non ci sono dubbi: i talebani sono arrivati nel nord e stanno riattivando le locali comunità pashtun, le “quinte colonne” talebane che negli anni ’90 permisero loro di conquistare le province settentrionali.
 
Manifestazione Fronte Unito a KabulI signori della guerra e la Russia. Gli ex-comandanti dell’Alleanza del Nord – che i talebani, proprio sul fronte di Kunduz, li hanno combattuti dal ’97 al 2002 – questa situazione l’avevano prevista già da mesi. E sono corsi ai ripari, consci di non poter contare né su Karzai né sulla Nato. Dopo aver rispolverato a febbraio la vecchia Alleanza del Nord (aggiungendo al nome ufficiale di allora, Fronte Unito, l’aggettivo Nazionale), a marzo hanno iniziato a riarmarsi clandestinamente. Lo hanno fatto rivolgendosi al loro antico fornitore: la Russia, smaniosa di tornare a giocare un ruolo sullo scacchiere afgano dopo anni di assenza, al fine di contrastare la crescente egemonia Nato sui confini dell’ex imparo zarista.
E ora sono passati all’azione.
 
Il generale DostumDostum contro Hamdard. Secondo uno dei più potenti warlords del nord, il famigerato generale uzbeco Andul Rashid Dostum (ex ufficiale dell’Armata Rossa sovietica), uno dei più attivi sostenitori del ritorno dei talebani nel nord è il governatore pashtun della provincia di Jowjzan, Juma Khan Hamdard, il quale  starebbe ripetendo la performance del 1996, quando trattò con i talebani per facilitare la loro conquista del nord dell’Afghanistan. Da qui la manifestazione di lunedì, che in realtà è stato un assalto armato compiuto dalle milizie di Dostum contro il palazzo di Hamdard.
Potrebbe essere un fuoco di paglia, un incidente senza conseguenze. Ma potrebbe anche essere l’apertura di un nuovo fronte nell’infinita guerra afgana.