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Georgia, la pace agli sgoccioli

di Enrico Piovesana - 31/05/2007

Il governo taglia l'acqua alla capitale separatista, mentre s'intensificano gli scontri
A Tskhinvali, capitale dell’autoproclamata repubblica separatista dell’Ossezia del Sud, l’estate è arrivata in anticipo, con temperature superiori ai 30 gradi. Tutti scrutano il cielo sperando che le piogge previste dai meteorologi arrivino il prima possibile, regalando un po’ di sollievo alla città assetata e ai campi coltivati riarsi dal sole. Da martedì, infatti, il governo centrale georgiano ha interrotto l’erogazione idrica nell’area di Tskhinvali, lasciando la popolazione senza acqua potabile e i contadini della zona senza acqua per irrigare i campi. L’unica soluzione sono le fonti naturali, prese d’assalto da folle di persone armate di secchi e taniche.
 
TskhinvaliRitorsioni reciproche. “Il governo di Tbilisi – ha dichiarato Marat Kulakhmetov, comandante dei caschi blu russi – ha chiuso l’acquedotto dicendo che lo riaprirà solo quando le autorità sud-ossete riapriranno l’autostrada transcaucasica”.
L’11 maggio il presidente separatista Eduard Koikity ha ordinato il blocco della principale strada della regione nel tratto che collega i villaggi georgiani sotto il controllo delle autorità di Tbilisi, tra i quali Kurta, il villaggio dove proprio il giorno prima si era insediato il nuovo governo “unionista” dell’Ossezia del Sud, presieduto dal filo-georgiano Dimitri Sanakoev. La chiusura della strada, che ha creato grossi problemi alla vita quotidiana della popolazione georgiana, è infatti un atto di ritorsione di Koikity contro la decisione georgiana di creare questo contro-governo.
 
Checkpoint osseto Notti di guerra. Di ritorsione in ritorsione, a farne le spese sono sempre i civili, dell’una e dell’altra parte. Che di giorno devono fare i conti con la carenza d’acqua o con i blocchi stradali, e di notte con i bombardamenti d’artiglieria che le forze georgiane e sud-ossete si scambiano sempre più di frequente. Lunedì notte, i mortai e i lanciagranate osseti sono entrati in azione contro le postazioni governative nel villaggio georgiano di Tamarasheni; ieri notte, la replica dei georgiani, che hanno bombardato le postazioni indipendentiste nel villaggio osseto di Kverneti e nella periferia di Tskhinvali. Pare non vi siano state vittime, solo qualche danno materiale. Il rischio è un’escalation di scontri che potrebbe provocare una nuova guerra, come quella che nel 1991-’92 provocò quasi tremila morti e 80mila profughi.