Giappone Mandala (recensione)
di Fosco Maraini - 01/06/2007
Fosco Maraini
GIAPPONE MANDALA
285 pp. Electa, euro 39
Immagini ora il lettore, insieme a me, un
paese formato da un piccolo gruppo di
isole, lontano dai principali centri della
civiltà umana, privo di tutto se non di un
minimo di risorse naturali, spesso funestato
da catastrofi naturali e sovraffollato
di abitanti. Questo paese, nell’arco di appena
un secolo, è balzato da un livello zero
di presenza internazionale a uno dei
primi posti tra le nazioni ricche, potenti,
industrializzate e civilizzate del mondo.
Immaginiamo inoltre che questa stupefacente
carriera si basi su fondamenta storiche
e spirituali totalmente differenti da
quelle necessarie, per consenso generale,
a ottenere risultati così sorprendenti”.
Questa entità altamente improbabile è il
Giappone, che Maraini percorre come un
Mandala, la mappa cosmica dell’universo
fatta di immagini multicolori, di quadrati,
cerchi, triangoli, abitati da divinità che
danzano, si accoppiano, si azzuffano tra
lettere sanscrite stilizzate, che rimandano
a livelli più profondi di comprensione. Come
uno stregone, Maraini ci fa penetrare
in questo cerchio magico dove filosofia
scintoista, giardini di pietra, ideogrammi,
santoni zen, cascate non hanno soluzione
di continuità con grattacieli, traffico, dedizione
al lavoro, ne costituiscono anzi le
premesse e continuano a conviverci. Magia
e industria, religione e commercio, mitologia
e finanza possono svilupparsi e
prosperare sotto il segno simbolico “WA”,
che significa “pace, armonia, compromesso,
addizione, inclusione”.
Il libro, pubblicato in inglese e giapponese
nel 1971, e incredibilmente solo ora
in italiano, è un viaggio che attraversa il
passato e il presente, la filosofia e la vita
quotidiana, l’arte e la natura. Conosciamo
attraverso il racconto, con un tono divertito,
ironico, mai sentenzioso; ma soprattutto
vediamo il Giappone attraverso le magnifiche
fotografie, che sono a loro volta
un Mandala che permette di penetrare
nell’anima di un popolo che è tutt’uno con
la natura e con la sua storia. Le prime immagini
sono dedicate al Fuji che, come le
gondole a Venezia, è un’immagine stereotipata,
esasperante. Ma se si riesce a liberarsi
dalla retorica e si guarda il vulcano
da un passo solitario, spazzato dal vento, si
resta sopraffatti dalla sua bellezza. In
un’altra foto, una freccia segnaletica in
primo piano minaccia la visione del Fuji
sullo sfondo, che però emerge trionfante
dalle nebbie delle ciminiere. “E’ quasi
una sfida a Hokusai (1760-1849), che dedicò
al monte una serie ‘Cento vedute’. Ecco il
più insigne mago dei paradossi, delle sorprese,
delle allegrie”, dice Maraini, che si
dichiara suo discepolo spirituale.