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Bertinotti affosserà i borghesi con una "messa in piega"

di A. Berlendis - 02/06/2007

 

Segnalava Gian Antonio Stella (in ‘Avanti popolo. Figure e figuri del nuovo potere italiano.’ Rizzoli editore -2006   pag. 36) che Bertinotti è “un’insaziabile ospite con la moglie Lella di tutti i salotti capitolini fino al punto di essere avvistato a un ‘pigiama party’ : <<Vado lì come vado nelle piazze o in Parlamento : per affermare ovunque il diritto all’alterità della sinistra antagonista>>.”

 

Ma nell’affermare il suo ‘antagonismo’ è andato anche molto più lontano.

 

Sempre Gian Antonio Stella racconta sin dove il nostro è riuscito a portare il suo ‘antagonismo’ (questo evento è casualmente sfuggito sia al “manifesto” che a ‘Liberazione’) :

“<<Sevve un passaggio,cavo?>> Era la sera del 20 settembre del 2006 e Fausto Bertinotti scivolava tra principi e marchesine, finanzieri e matrone grondanti di gioielli che affollavano la residenza in rue de Varenne di Lodovico Ortona, il nostro ambasciatore a Parigi, con la scioltezza disinvolta di chi non ha fatto altro in vita sua. Certo, el Giuan e gli altri compagni ‘casciavit’ dell’adolescenza avrebbero faticato a riconoscerlo. Che ci faceva, lo storico segretario di Rifondazione comunista che dedicò l’elezione a presidente della Camera ‘alle operaie e agli “operai”, in mezzo a quello sfarfallio di mondanità europea riunita per festeggiare le future nozze di Clotilde d’Urso, nipote del banchiere Mario, con Arthur de Kersauson de Pennendreff, la cui famiglia è nella storia di Francia dai tempi in cui un antenato guidò la flotta di San Luigi alle Crociate ?”

 

La domanda è palesemente retorica, perché tutti sanno che, come esplicitato sopra, egli porta il suo antagonismo ovunque. “Al punto che - continua Stella - per portare nel mondo la sua alterità antagonista e sventolare la bandiera degli emarginati e dei derelitti a tutti i cocktail e i gran galà, i ricevimenti e le cene esclusive, si è subito rassegnato ai confortevoli aerei di Stato. Come quello usato appunto per andare alla festa privata parigina di Clotilde e Arthur.

Con spirito da compagno, però. Gli operai da bravi comunisti spartiscono la ‘schisceta’ ? Lui da bravo comunista si offriva di spartire le poltroncine con chi volesse uno strappo per tornare a Roma. …

Il tutto in gioiosa continuità coi “viaggi blù” del governo delle destre. (“La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili.” Rizzoli 2007 pag. 61-62)

 

Noi possiamo, e dobbiamo condividere le parole con cui Lenin dipingeva tali sinistri figuri: “Alla borghesia occorrono dei domestici, nei quali una parte della classe operaia abbia fiducia e che imbellettino la borghesia con discorsi sulla possibilità di una via riformista, che gettino, con questi discorsi, polvere negli occhi del popolo e distolgono il popolo dalla rivoluzione, dipingendo un quadro delle bellezze e della praticabilità della via riformista…”

(“La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky’ Opere vol XXIII pg 223—i corsivi sono di Lenin).

 

Però ancora di più occorre uno sforzo di analisi teorica per individuare le cause strutturali del ri-prodursi di questi fenomeni, per poterli (in eventuali forme organizzative di futuri rivoluzionari contro il capitale) contrastare efficacemente.