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Il Pil americano diventa ancora più piccolo

di Roberto Tesi - 02/06/2007

 
Ormai tutti gli analisti ne sono certi: il 28 giugno, al termine della due giorni del Fomc, il comitato monetario della Fed, il costo del denaro sarà ridotto. La certezza l'hanno data i dati diffusi ieri dal Dipartimento al commercio: nel primo trimestre il prodotto lordo su base annuale è cresciuto di appena lo 0,6%. Meno di un mese fa la stima preliminare aveva indicato una crescita momolto più robusta dell'1,3%. Già di fronte a quel dato si era aperta la discussione se non fosse opportuno che la Fed tagliasse immediatamente i tassi per ridare un po' di fiato all'economia. Ma nella riunione del 9 maggio la banca centrale, ribadendo il pericolo dell'inflazione, aveva tenuto duro.

Ma quello sul Pil non è l'unico dato macroeconomico negativo diffuso ieri. Sempre il dipartimento al commercio ha, infatti, fatto sapere che in aprile il settore edilizio conferma le proprie difficoltà.: la spesa per costruzioni ha segnato una crescita di appena lo 0,1%, inferiore al già misero 0,2% di marzo. E questo nonostante il traino della spesa pubblica aumentata dello 0,7%. Abbastanza in linea con la attese il dato sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nell'ultima settimana, mentre in controtendenza si è mosso l'indice Pmi di Chicago che misura l'andamento dell'attività produttiva: in maggio è salito a 61,7 punti, rispetto ai 52,9 punti di aprile.

L'unica al brindare - con il solito cinismo - al rallentamento della crescita è stata la borsa che in apertura delle contrattazioni ha fatto un nuovo balzo in avanti con la certezza che la riduzione dei tassi permetterà a molti risparmiatori/piccolo speculatori di ricominciare a investire indebitandosi.
Il dipartimento al commercio ha spiegato che la revisione al ribasso del Pil è da attribuire essenzialmente a un deterioramento della bilancia commerciale e a una riduzione delle scorte che vanno a pesare sulla crescita visto che le imprese così producono meno. La crescita invece, ancora una volta, è stata trascinata dai consumi delle famiglie, a dispetto dei disagi provocati dal forte rallentamento del mercato degli immobili residenziali. Nel dettaglio il mercato immobiliare ha accusato la sesta discesa consecutiva (-15,4%). La Fed mercoledì aveva avvertito che la correzione del settore immobiliare potrebbe durare più a lungo del previsto e pesare sul Pil per buona parte del 2007.

I consumi, per ora restano più forti del previsto con spese in rialzo del 4,4%. Anche le imprese hanno investito più di quanto pronosticato in precedenza (+2,9% invece che +2%). Quanto all'inflazione, l'indice è stato rivisto a +3,3% dal precedente +3,4%. Lo 0,6% di crescita registrata dal Pil nel primo trimestre di quest'anno è il livello più basso degli ultimi 5 anni.