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Africa: ricevere la maggior parte del calore dovuto al surriscaldamento del pianeta

di Moyiga Nduru - 02/06/2007






 

JOHANNESBURG. Un altro dilemma è che "per molto tempo, gli Africani hanno considerato il possesso delle automobili, come in America ed in Europa, segni di ricchezza e benessere. Ora, gli si domanda di rinunciare immediatamente a tali sogni a causa del surriscaldamento del pianeta", ha dichiarato Zenale Twala, direttrice esecutiva della Coalizione delle organizzazioni non governative sud- africane ( Sangoco). Quest'ultima, qualche giorno fa ( 15 maggio), si esprimeva così in uno studio a Johannesburg sulle conseguenze del cambiamento climatico sui poveri.

"Quando vedo il prezzo dei prodotti di base, come il mais, aumentare, vedo che la catastrofe è imminente" ha affermato il vescovo Paul Verryn della chiesa metodista nell'atelier. E' particolarmente preoccupato dal progetto di trasformazione di certe terre agricole dell'Africa del Sud in produzione di biocarburanti.

"Trasformare la coltivazione della terra in produzione di biocarburanti potrebbe aggravare la povertà".

La produzione prevista in biocarburanti in Africa del Sud di colture come il mais, il girasole e la canna da zucchero "può giocare un ruolo nel miglioramento della fornitura energetica per i poveri per lungo tempo purché prodotti da piccoli coltivatori agricoli e popolazioni rurali" ha indicato la Sangoco.

La Sangoco. è contraria al progetto del governo e delle imprese di utilizzare alcune delle terre da arare dell'Africa del Sud destinate al mais per i biocarburanti mentre più di 1,2 milioni di Sud Africani soffrono di malnutrizione e 14 milioni sono vulnerabili alla penuria alimentare.

Quasi metà della popolazione in Africa del Sud, il 43 %, soffre l'insicurezza alimentare. Il 10% dei bambini di età inferiore ai 9 anni hanno un peso inferiore alla media; mentre l'1,5 per cento è classificato come troppo magro, secondo le statistiche ufficiali.

Le emissioni di biossido di carbonio possono essere largamente attribuite al settore dei trasporti. "Pertanto, togliamo il cibo dalle tavole dei poveri e lo mettiamo nelle automobili dei ricchi" ha dichiarato Annie Sugrue, coordinatrice per l'Africa australe di "Citizens United for Renewable Energy and Sustainability' ( Cittadini uniti per l'energia rinnovabile e la perennità), un'organizzazione non governativa ( Ong)

Alcune inquietudini nascono anche dal fatto che la produzione dei biocarburanti utilizzerà molta energia e produrrà dei gas a effetto serra.

L'anno scorso, il Programma alimentare mondiale ( PAM) ha indicato che 40 milioni di persone di 36 paesi africani avevano bisogno di aiuti alimentari. Le ragioni vanno dall'aridità continua alle inondazioni, passando per l'imprevedibilità e la riduzione delle precipitazioni attribuite al cambiamento climatico.

Alcuni dirigenti africani hanno sottolineato la questione della povertà tra le loro priorità. Ciò ha ricevuto un impulso nel 2000 quando i dirigenti del pianeta si erano riuniti a New York e si erano impegnati a realizzare gli Obiettivi del millenario per lo sviluppo, tra cui la riduzione della povertà da qui al 2015.

"Sei anni dopo, sono state fatte alcune proposte sulla povertà, ma, a dire il vero, stiamo perdendo terreno sulla questione della fame" ha sottolineato il Pam.

Alcune conclusioni del Gruppo intergovernativo sull'evoluzione del clima ( Giec) mostrano che l'Africa subirà gli effetti peggiori del surriscaldamento del pianeta. il Giec è un gruppo di scienziati, costituito dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) ed il programma delle Nazioni unite per l'ambiente ( Pnue) per studiare il cambiamento climatico.

Secondo il Giec, i rendimenti agricoli in Africa dovrebbero abbassarsi della metà da qui al 2020. In quel momento, circa 250 milioni di Africani "conosceranno l'angoscia causata dalla mancanza d'acqua". Alcune regioni costiere africane a bassa altitudine saranno sotto il livello dell''acqua, poiché il mare dovrebbe salire di 6 metri o più.

La pesca africana conoscerà delle riduzioni del pesce a causa del sovra sfruttamento delle risorse marine. Il Giec ha previsto che "malattie e peste si propagheranno attraverso il continente".

"Ciò che vediamo adesso è la conseguenza di ciò che è avvenuto trent'anni fa. Quello che accade ora avrebbe dovuto essere stato regolato prima" ha affermato Richard Worthington dell' " Earthlife Africa", un gruppo ambientale basato in Africa del Sud.

La posizione dell'Africa è chiara sul cambiamento climatico. "Globalmente, l' Africa contribuisce il meno al mutamento del clima, ma continua a pagare per la degradazione dell'ambiente". Alcuni paesi del Nord restano i maggiori inquinatori e dovrebbero pagare di più. Insisteremo sul principio del "inquinante pagante", ha dichiarato Hassen Lorgat, incaricato alla Sangoco delle relazioni e della comunicazione.

Egli ha sottolineato come "le misure attuali che mirano a radicare la cosiddetta economia di mercato, che pone il profitto prima dell'ambiente, debbano essere cambiate"

Un documento informativo della Sangoco, datato maggio 2007, sottolinea che gli Stati Uniti sono "il più grande trasgressore" che produce "circa il 25% delle emissioni mondiali di carbonio, con L'Unione europea , la quale produce circa il 15%. La Cina va dietro agli Stati Uniti."

"Ci si aspetta che la Cina superi gli Stati Uniti nelle emissioni di carbonio nel corso dell'anno. La Cina conta 1,3 miliardi di abitanti e produce 4,732 milioni di tonnellate di biossido di carbonio, mentre gli Stati Uniti contano 293 milioni d'abitanti e producono 5,799 milioni di tonnellate di biossido di carbonio. Questo significa che ogni individuo negli Usa produce più di 4 volte ciò che un Cinese non produce attualmente ", secondo il documento.

Più di 100 attivisti, guidati dalla Sangoco, hanno manifestato sotto il consolato americano a Johannesburg il 15 maggio, esigendo che gli Stati Uniti adottino il Protocollo di Kyoto come l'hanno fatto la maggior parte degli altri Stati. Essi hanno ugualmente esortato i paesi a ridurre le emissioni ai livelli antecedenti il 1990, da quando sarà possibile: il 30 % da qui al 2020 ed il 50% da qui al 2050.

Tradotto per Megachip da Cristina Falzone