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Tregua? No, invasione. L'esercito israeliano entra a Gaza

di Naoki Tomasini - 04/06/2007

Quindici tank israeliani hanno sono entrati questa mattina nel territorio della Striscia di Gaza, con la copertura degli elicotteri da combattimento e accompagnati dalle forze di terra. Lo annuncia un portavoce militare israeliano da Tel Aviv, specificando che “Si tratta solo di attività di routine”.

Miliziani palestinesiRoutine. La cosiddetta routine è l'ennesima re-invasione del territorio, la cui sovranità è stata affidata all'Autorità Nazionale Palestinese nell'estate del 2005. I militari, riferisce l'agenzia palestinese Maan, hanno compiuto perquisizioni nelle abitazioni, arresti e interrogatori, mentre i bulldozer spianavano alcune aree a ridosso del confine, probabilmente in cerca dei cunicoli usati dalle milizie per il contrabbando di armi. L'ennesima invasione segue un fine settimana che ha visto un netto calo dei lanci di razzi Qassam contro la cittadina di Sderot, nel Negev israeliano. Nella notte tra ieri e oggi non ne è stato sparato nemmeno uno, e questo ha spinto diversi organi di stampa a ipotizzare che fosse in corso un qualche genere di trattativa tra le parti. Ma un ufficiale della sicurezza palestinese ha smentito l'ipotesi sostenendo che la tregua nel lancio di razzi è dovuta all'opera del presidente palestinese Abu Mazen e del mediatore egiziano Omar Suleiman.

Ehud OlmertTregua. Sempre in questo fine settimana, il vice capo politico di Hamas, Moussa Abu Marzouk, aveva ventilato sul quotidiano egiziano Al Ahram, l'ipotesi di una nuova tregua con Israele, della durata di un anno. Hamas aveva già rinunciato agli attentati dal gennaio 2005 fino all'estate 2006, ma in quel periodo il governo di Israele ha continuato i bombardamenti, le invasioni, l'embargo economico e gli arresti dei leader del movimento islamico, democraticamente eletto nel gennaio 2006. Anche questa volta il premier israeliano Olmert ha rifiutato l'ipotesi della tregua: “Alla luce del calo dei lanci di razzi Qassam -ha dichiarato- voglio chiarire che non stiamo facendo alcun negoziato e non cambieremo le modalità delle nostre operazioni. Le forze di sicurezza continueranno a operare contro i terroristi sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania. Nessuno è immune. Le operazioni stanno portando i risultati sperati e continueranno finché ciò contribuirà ai nostri interessi di sicurezza”.