Libertà e cancro
di Dott. Paolo Girotto - 06/06/2007
Caro Marcello,
ho appena letto sul tuo sempre aggiornato ed interessante sito, l’articolo di Mike Adams dal titolo “Dopo la diagnosi di cancro”. L’ho trovato molto stimolante come tutte le cose scritte con cuore e verità. Tu, sai molto bene che Radio Gamma 5, insieme al tuo sito www.disinformazione.it si sta attivando in tutto il Veneto per una vasta e massiccia raccolta firme a favore della LIBERTA’ DI SCELTA TERAPEUTICA, prevista dalla nostra Costituzione (art. 32) ma che appare, nei fatti, sempre più minacciata dalla potente azione “lobbistica” delle multinazionali del farmaco sullo Stato (inteso come Ministero della Salute) e su una classe Medica sempre meno libera e sempre più impaurita. La nostra limpida azione parte dal vergognoso tentativo di impedire ad Medico, nostro Caro Amico, Dott. Paolo Rossaro, da Padova, di praticare l’ARTE MEDICA, secondo il giuramento d’Ippocrate, cioè in “Scienza e Coscienza” al solo scopo di salvare la vita del malato, se possibile, con ogni mezzo utile a disposizione. Questo principio che, fino a pochi anni fa, risultava chiaro ed inattaccabile è stato progressivamente e fraudolentemente, messo in discussione, con la diffusione pressante ed impositiva della “medicina dei protocolli”, cioè di un modo di curare che cancella, ipso facto, l’esperienza clinica di un Medico e quindi il suo agire in “scienza e coscienza” in favore di un modo di procedere da meccanico d’auto alle prese con il periodico “tagliando”! Ormai è invalsa, nei nostri ospedali, la perniciosa applicazione delle terapie “secondo protocollo” che sono vincolanti, soprattutto da un punto di vista legale. Il Medico è in manette! Questa è la triste verità, non potendo più provare metodiche di cura se non quelle strettamente previste dallo strapotere di Global Pharma.
Si è arrivati alla condizione paradossale che, qualunque persona, una volta conosciuto “il protocollo”, per una certa patologia, potrebbe fare il medico: questo già succede negli ambulatori dei medici di base, dove una popolazione disperata e ipocondriaca, pretende dal medico un certo farmaco per una “autodiagnosticata” malattia… tanto ormai! Tornando però all’articolo sul cancro mi sento di aggiungere qualche riflessione a quanto già efficacemente esposto. Di fronte al cancro, dovremmo essere preparati, non farci cogliere dal panico che porta alla paralisi fisica e psichica: facile a dirsi !
Il punto è che il cancro è sicuramente provocato da una miriade di fattori inquinanti, come dice giustamente Adams, ma, a parità di condizioni, solo una piccola minoranza si ammala: perché non tutti, se fosse vero che la causa è solo esterna all’uomo? La questione è tutta qui. A mio modo di vedere il cancro è una patologia (lo dice anche il prof. Veronesi, quindi… sigh!) dovuta all’alterazione del sistema di difesa dell’organismo. Quindi il distretto del corpo dove si sviluppa non è determinante da questo punto di vista, né a fini prognostici, né terapeutici. Il cancro insorge perché tutto l’organismo ha preparato e consentito lo sviluppo del tumore. Vorrei essere più esplicito: il cancro colpisce un essere umano dopo che in quest’ultimo, giorno dopo giorno (a volte improvvisamente come nello shock traumatico) i normali processi di controllo ed eliminazione dei danni cromosomici e cellulari sono venuti meno. Perché? Per tentare una risposta dobbiamo avere fatto nostro la verità lapalissiana, che ogni uomo va ben oltre il proprio corpo fisico. La fisicità è solo la parte immediatamente visibile, ma tutta la nostra esistenza non dipende da come è strutturato il mio fisico, bensì da come penso, sento e quindi agisco (per mezzo del corpo fisico!). Ognuno di noi vive la propria esistenza su questa terra in un modo che risulta essere strettamente collegato ad impulsi e stimoli “psicologici” NON MATERIALI e quindi assolutamente non pesabili e misurabili, non solo, ma le scelte che hanno un’importanza basilare per il nostro futuro vengono fatte attraverso l’uso di caratteristiche psicologiche ed emotive totalmente immateriali!
Senza la riscoperta della nostra parte non fisica che è la nostra vera essenza e natura non andremo molto lontano. Il corpo fisico è solo il nostro involucro terrestre che permette alla nostra Anima e al nostro Spirito di fare esperienza per crescere in coscienza (conoscenza + amore). Strettamente connesso con questo è il fatto che non può esistere casualità nella nostra esistenza dal momento che la nostra vita è la conseguenza di vite precedenti e le esperienze belle o brutte che ci è dato vivere dipendono in buona parte dal DESTINO o KARMA che ci siamo costruiti in precedenza. Così si potrà, agevolmente, comprendere che una vita all’insegna di successo, gioia, benessere materiale e rapporti umani soddisfacenti oppure una vita di dolore e sofferenze continue con miseria materiale e morale non potranno essere frutto di fortuna o sfortuna e casualità ma piuttosto la conseguenza di pensieri, sentimenti ed azioni che ognuno si è preparato precedentemente a questa vita. Altrimenti, se così non fosse, solo il caso governerebbe il creato: il che prima che folle è un’idea stupida perché non in grado di spiegare l’esistente!
Urge un recupero della verità Spirituale nella nostra esistenza, un improcrastinabile necessità di ricollegarsi (religione deriva da re-ligo cioè ricollegare!) a verità Spirituali che non sono meno reali solo perché in questa fase storica l’uomo vive con una cappa di piombo sulla testa! Continua tensione verso il “CONOSCI TE STESSO” che deve essere ricerca personale, individuale e soprattutto libera, come premessa per una reale comprensione delle cose e dei fatti della vita. Solo in questo modo faticoso e costante è possibile aprire squarci di verità, bellezza ed armonia che arricchiranno il nostro mondo interiore dandoci la forza per distinguere il vero dalla menzogna e il coraggio (core-aggio cioè azione del cuore!) per urlarlo al mondo finalmente liberi dalla paura.
Sono le parole del Cristo quelle del “non abbiate paura!”, imperativo categorico che implica la capacità di Amare veramente aprendosi costantemente all’altro e al mondo. Questo è l’elisir di lunga vita: và detto chiaro! Altrimenti di fronte al nuovo sacerdote-medico in camice bianco che ci sentenzia: “ lei ha 3-6 mesi di vita” non ci resta che morire due volte. Prima di paura e terrore e poi per davvero perché ho perso ogni speranza. Per questo non è sufficiente dire che per il cancro bisogna fare prevenzione stando attenti al cibo, agli inquinanti etc. etc. Se non si comincia un percorso di conoscenza interiore vero, giorno dopo giorno, questa civiltà materialista e riduzionista, senza speranza, ci toglie la voglia di vivere e c’induce a creare e formare dentro di noi il tumore come disperata reazione inconscia al deserto esistenziale in cui ci hanno ingabbiato proprio coloro che poi ci offrono la chemioterapia come unica via d’uscita … già!
E’ giusto dire di non farsi fregare da un sistema sanitario corrotto che pensa a come soggiogare l’uomo, ma bisogna anche contemporaneamente dire alla gente quali strade alternative seguire nella propria vita per fare in modo che il tumore non cresca dentro di noi come massa scura, caotica e disorganizzata, ricopiando le condizioni della nostra anima disperata. E’ ora di dire chiaramente che prevenzione e terapia possono avere successo solo se l’individuo percorre liberamente una strada di consapevolezza e Amore che si può acquisire solo con la conoscenza e comprensione degli eventi e fatti della vita in chiave non materiale.
E’, con tutta evidenza, una chiara scelta di vita che andrebbe fatta prima e non dopo. Tuttavia non è mai troppo tardi prendere coscienza che vivere insieme al mondo con Amore non ha alternativa. In questo senso veri Medici cominciano a parlare esplicitamente di terapia “Cristologica” al cancro e alle malattie più in generale, cioè stare con il malato, fargli sentire che gli si vuole bene, che lo si comprende e si fa di tutto per averne cura. Essere con lui/lei nei momenti difficili quando la speranza rischia di esaurirsi, accarezzare quella persona in sofferenza. In una parola dare Amore, unico mezzo che può infondere la forza per continuare a vivere o morire con coraggio e non nella disperazione: questo deve essere chiesto ad un Medico, con la “M” maiuscola! E allora le medicine, le flebo, e tutti i tipi di terapia saranno accettati senza rabbia e dolore. Non sostengo che con l’Amore tutto si può risolvere ma affermo che senza, nessuna vera guarigione è possibile. Provate a confrontare idealmente quanto sostenuto con la realtà che un paziente con il cancro deve affrontare negli ospedali dove si sentenzia di vita o di morte (più morte che vita!), ma dove manca un reale interesse per il malato come persona e capirete più facilmente perché è così alta la percentuale di fallimenti terapeutici.
Non ci può essere alcuna valida alternativa all’assunzione di piena responsabilità della propria vita, delle proprie scelte giuste o sbagliate che siano: solo noi siamo chiamati a risponderne ora e per il futuro. Cerchiamo almeno di volere conoscere per deliberare in piena autonomia e libertà, sempre!
Dott. Paolo Girotto
Presidente Radio Gamma 5 www.radiogamma5.it