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Mi sono sciroppato buona parte del dibattito al Senato sul caso Visco...

di Gianfranco La Grassa - 07/06/2007

Mi sono sciroppato buona parte del dibattito al Senato sul caso Visco ecc. Una volta tanto, per una persona non faziosa di normale intelligenza, appariva chiaro chi aveva ragione e chi torto. Tanto più che il ministro dell’economia ha rivolto pesanti accuse al generale della Guardia di Finanza, pur di difendere l’indifendibile viceministro, di modo che la domanda sorgeva spontanea: perché si è tentato di dargli un bel posto alla Corte dei Conti, è forse quest’ultima una pattumiera? Ho sempre sostenuto che il ministro in questione, come del resto il suo vice, non sono persone intelligenti, e hanno il comportamento di bambini presi a rubare la marmellata. Tuttavia, non c’è verso; se uno è incensato per i suoi demeriti, e fa una bella carriera per “altri meriti”, tutti lo considerano un genio. Ed è il popolo che deve subire gli esiti catastrofici del loro genio.

Il dibattito ha dimostrato anche la giustezza di un’altra mia convinzione. I più sciocchi ed evasivi sono stati i rappresentanti di Rifondazione. Servili verso il ministro e il governo, incredibili nel non parlare mai del caso, ma solo delle oscure manovre di presunte nuove P2. Non metto in dubbio che questo serva per i coglioni e i mascalzoni, cioè per quelli che si ostinano a votare questi governanti del piffero; tuttavia è la solita storia del lupo e dell’agnello. La sinistra detta estrema è dunque il peggio del peggio; sia per stupidità che per assoluta mancanza di morale. Ormai priva di qualsiasi riferimento ideale, abbarbicata a quel po’ di potere (e di stipendi) che le fa roteare gli occhi con il suo effimero sfavillio, non capisce più nulla, salvo che bisogna durare il più possibile. Francamente, credo che un dibattito del genere, mi auguro seguito da tanti, abbia benefici effetti curativi, allontanando vieppiù la gente “sana” da questi mafiosi che sembrano stare in alto, ma sono vicini alla fine.

Se resistono, però, non è solo per il loro attaccamento alle “cadreghe”. Il motivo di fondo è che ci sono veramente manovre “oscure” – solo per chi è cieco – che partono da certi ambienti economico-finanziari (ormai notissimi), una buona parte dei quali è concentrata nel patto di sindacato della Rcs. Questi signori sanno che ormai il governo è da cambiare; ma al momento non hanno ancora pronta la loro soluzione “centrista”, quella che inseguono dall’epoca di “mani pulite”, e che era allora guidata da un loro importante sodale, oggi deceduto. Per cui c’è un intrico di fili sottili che lega parti del centrosinistra a parti del centrodestra; malgrado l’acutezza dello scontro, dovuta ad una situazione che sta sfuggendo di mano, si continua a traccheggiare, sperando nell’uscita di scena di Berlusconi, nell’avanzare di Casini e forse Fini, si flirta (ma solo per fregarla) perfino con la Lega, ecc. Con tutti questi giochi fatti per prendere tempo, onde poter poi attuare quanto è stato deciso nelle giornate del seminario tenuto alla Bocconi (con patrocinio di Montezemolo e, appunto, della Rcs), si sta portando al collasso la società italiana. Questi “grandi manovratori”, che in quattordici anni non sono ancora riusciti a nulla, ce la faranno? Spero di no, ma comincio a pensare che forse la mia speranza sarà esaudita. Manca però ancora – non lo si vede proprio – il “Gran Chirurgo”. Tuttavia, anche in politica, alla fin fine, vige il principio per cui un vuoto andrà prima o poi riempito.

I mascalzoni e coglioni della sinistra sono ormai incapaci di adempiere a tale compito; i fautori (economico-finanziari, con tutti i loro insulsi tecnici che si cerca di far passare per geni, e con i politici “mezze calzette” che hanno a disposizione) dell’operazione moderata sembrano proprio a corto di idee. Stanno ritentando la strada della magistratura, ma rischiano grosso a tirare in ballo anche alcuni della sinistra. Certo, un D’Alema si meriterebbe una dura lezione, che dovrebbe però cominciare dalla seria prosecuzione delle indagini sulla Banca del Salento. Sono però convinto che sia ora di finirla con la battaglia giudiziaria; si conduca infine quella politica. E si mandino a casa tutti gli infimi personaggi che allignano sia in tale sfera che in quella economica. Non credo che gli eventi evolveranno così come mi piacerebbe, ma comunque qualcosa “accadrà”, qualcosa è “in vista”. C’è solo da attendere; ormai tutto è marcio, può ancora durare ma non all’infinito: e quanti mesi in più durerà, tanto più gli eventi diventeranno drammatici (ma sempre poco seri). Salvo, appunto, l’intervento del “Gran Chirurgo”. Ma dove si trova in questo paese da barzelletta?

7 giugno