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Gli uomini dei servizi ecologici al servizio di D'Alema (tutta spazzatura!)

di redazionale - 07/06/2007

 

 

Massimo D’Alema ha reagito con il solito sprezzo all’accusa di aver movimentato fondi neri attraverso l’Inepar, società finanziaria e di costruzioni con sede in Brasile. Spazzatura, ha chiosato il “lider Maximo”. Ma quelle poche righe scritte dalla Kroll, la più importante agenzia investigativa privata a livello mondiale, potrebbero aprire uno scenario molto più interessante. La frase riportata dagli investigatori della Kroll, nell’ambito del voluminoso dossier sulla Telecom, recita pressappoco così: “Fonti d’intelligence italiane indicano che la Inepar era la società che ha movimentato i fondi per l’allora Primo Ministro D’Alema, che ha coinvolto le attività di Telecom”.  Non molto per la verità ma è sempre abbastanza per stimolare l’immaginazione di chi non ha mai creduto all’adamantinità di questi lestofanti. Tanto più che le dichiarazioni del Gip Clementina Forleo sulle intercettazioni Unipol lasciano trasparire il pesante coinvolgimento di personaggi di spicco della quercia (D’Alema stesso, Piero Fassino, Nicola Latorre), con ciò rendendo il clima politico ancora più infervorato. A difesa dei caporioni diessini sono intervenuti i presidenti di Camera e Senato. Congiuntamente, Bertinotti e Marini hanno scritto, con sospetta tempestività, al Presidente del Tribunale di Milano manifestando preoccupazione per il turbamento che potrebbe derivarne agli assetti istituzionali qualora, in questa vicenda, si finisse col violare le prerogative parlamentari sancite dall’art.68 della Costituzione (Manus manum lavat!). In pratica, si tratta di una missiva lanciata dalla seconda e dalla terza carica dello Stato ai giudici che indagano sull’Affaire Unipol affinché questa faccenda non vada a compromettere l’immagine di personaggi politici di primo piano, tanto del governo che del primo partito di maggioranza. Ma anche noi cittadini abbiamo il diritto di sapere cosa tramano i politici fuori da salotti televisivi e tribune elettorali dove si dispensano solo sorrisi e “cotillon” per carpire la benevolenza degli elettori. Oppure no? D’Alema, inoltre, non è affatto nuovo a sortite negli ambienti finanziari e alle segnalazioni di capitani coraggiosi, così tanto audaci da non rischiare mai nulla in proprio. E’ successo con Colaninno e la prima scalata a Telecom ed è accaduta la stessa cosa con l’ad della Banca 121 De Bustis, lanciato da D’Alema alla guida del Monte dei Paschi di Siena. All’epoca si trattò del primo caso al mondo in cui una banca assorbita vedeva il proprio Amministratore Delegato raggiungere i vertici della banca inglobante. Miracoli del “veleggiamento” dalemiano.

Per quel che riguarda invece la faccenda Visco mi pare che più lapalissiana di così non potrebbe essere. Ieri in senato, per bocca dell’ “indomito” Padoa-Schioppa, il governo ha difeso a spada tratta il vice-ministro con argomenti tautologici e pretestuosi. Perché delle due l’una: o ha mentito Speciale o ha mentito Visco. Non si può offendere oltre la logica. Promuovendo alla Corte dei Conti quello che, a parere di molti giornalisti di sinistra, è un neo-piduista, il Centro-Sinistra si è dato la zappa sui piedi. E poi perché far rimettere le deleghe a Visco sulla GdF se era stato Speciale a voler interrompere il rapporto di fiducia con il Governo? Dicono che Visco sia una persona dalla moralità cristallina eppure, già nel ‘97, quand’era Ministro delle Finanze, aveva chiesto all'allora Generale della GdF Mosca Moschini di essere “informato” sulle nomine di vertice del personale civile dell’amministrazione del corpo. Altri tempi ed altri rapporti di fiducia ma sempre con gli stessi vizi, quelli ai quali Speciale non ha voluto garantire la necessaria continuità. Il Governo ha comunque fatto quadrato intorno ai suoi uomini più discussi e le voci del dissenso interno si sono contate sulla punta delle dita di una sola mano. Persino Rifondazione Comunista ha sposato le tesi complottistiche che vedrebbero il Governo alla mercè di una Nuova P2. Bertinotti ha detto che Visco e D’Alema sono gente di rispetto. Come no! Ma solo in questo Italia spazzatura.