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Home / Articoli / Gli inventori delle malattie. Come ci hanno convinti di essere malati

Gli inventori delle malattie. Come ci hanno convinti di essere malati

di Jorg Blech - 08/06/2007

 

Gli inventori delle malattie

  Prezzo € 18,00

Lindau Edizioni

Libro - Pagg. 285
Formato: 14x21


L'intento di questo libro è far capire al lettore come il suo stato fisico e la sua età lo trasformino nel bersaglio dell'industria farmaceutica.
Infanzia, adolescenza, menopausa, vecchiaia, ogni normale fase dell'esistenza è ormai trattata alla stregua di una malattia. Il libro mette in guardia dall'invasione delle medicine nel quotidiano.

«C'è una storia interessante raccontata in uno degli ultimi numeri del "Bollettino d'informazione sui farmaci", austera pubblicazione del Ministero della Salute. Eccola: dalla fine degli anni '80 hanno iniziato a riunirsi periodicamente a Roma alcuni gruppi di specialisti dell'intestino, con il compito di discutere tutte le malattie cui questo organo può andare incontro. Finora ne hanno descritte minuziosamente 21, tra cui la stipsi cronica. Lo zelo classificatorio degli esperti è ben applicato, ironizza l'editoriale sul "Bollettino", dato che uno studio clinico "randomizzato e controllato a doppio cieco con placebo ha appurato che il tegaserod produce un evacuazione spontanea in più ogni due settimane, al costo di circa 100 dollari per 'evento' aggiuntivo". Moltiplicando il numero degli eventi aggiuntivi per quello degli interessati alla questione ("almeno 4 milioni di italiani"), si comprende la generosità con cui varie industrie farmaceutiche hanno sovvenzionato per anni le riunioni di Roma e le associazioni di pazienti.
Ci sarebbe quasi da sorridere se l'argomento non fosse dei più seri, perché il caso di "stipsi cronica" o la sindrome da colon irritabile, l'altra faccia della medaglia, sono due esempi tratti fra tanti di come l'industria della salute, per assicurarsi una continua crescita del mercato, stia trasformando normali alti e bassi della vita quotidiana, disturbi lievi e comuni, in malattie potenzialmente serie per cui è necessario assumere farmaci.

Quella di considerare tutti malati è un processo che ha una causa semplice.
Come scrive brutalmente Blech, "per poter mantenere inalterata l'enorme crescita avuta negli anni passati, l'industria della salute deve prescrivere sempre più spesso farmaci a persone che sono sane".

Per mezzo di studi discutibili dal punto di vista epidemiologico, si fanno apparire alcuni problemi assai più gravi di quanto non siano. Anni fa si è cominciato a ripetere che un terzo della popolazione soffrirebbe di depressione…
Come nascono queste cifre?
In vari Paesi si svolgono indagini, in genere commissionate e sponsorizzate dall'industria, in cui test tipo: "Ti sei sentito triste e apatico per più di due settimane nell'ultimo anno?" vengono usati come criteri diagnostici.

Ma i trucchi possono essere altri. Si trasforma un semplice fattore di rischio in una malattia vera e propria. O si abbassano sempre più le soglie di normalità di certi parametri e automaticamente i potenziali malati si raddoppiano o triplicano. Nessuno di questi dati è inventato. Dietro le definizioni ci sono gruppi di esperti che stilano linee guida di trattamento e criteri diagnostici. Numeri e cifre sono stati pubblicati sulle più importanti riviste mediche. E proprio questo è il segno di quanto grande sia il condizionamento.
Alla base di tutto c'è la contiguità, inopportuna ma ormai inevitabile, tra medici e industria. Sono corrotti?
Spesso svolgono il loro lavoro ritenendosi indipendenti. Alcuni lo sono. Altri credono di esserlo ma non si rendono conto che nella scelta delle informazioni che forniscono, nell'enfasi su un aspetto piuttosto che su un altro, senza dire cose false le presentano in una luce poco scientifica, trasformandosi inconsapevolmente in fonti pubblicitarie.

I media sono parte integrante del meccanismo. Agenzie di pubbliche relazioni confezionano per giornali e Tv documenti in cui si mostra l'importanza della patologia, condita di dati su quante persone ne sono affette e sul fatto che la maggior parte non riceve cure adeguate, più il commento di autorevoli esperti.