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Tutti amici. Tutti uguali.

di Giovanni Curreli - 12/06/2007

   
   

Caro George, non dirmi che ti sei fatto spaventare dalla manifestazioni contro la tua visita? Non dirmi che ci hai creduto? Era tutto uno scherzone, lo sai, qua sei sempre tra amici. Magari tu t'eri messo in testa che adesso, dato che Silvio era stato un po' messo da parte, qua trovassi chissà che scortesi padroni di casa.
Caro George, ma secondo te non è un amico chi ti accoglie con grandi sorrisi e abbracci? Non è un amico chi evita di parlarti di cose che magari ti potrebbero sembrare un poco maleducate come la questione Calipari, chessò magari chiedendo un' estradizione (che parola brutta!)? Non è forse un amico chi alla domanda dei giornalisti: “Ma della base di Vicenza che s'è detto?” ha risposto: “Non se n'è parlato, è una decisione già presa”. La dite anche a noi? Non è forse un amico chi ha finto di dimenticare che la tua Cia è entrata indisturbata e illegalmente a rapire Abu Omar umiliando l'intero Stato Italiano che non ha nemmeno potuto dare un'opinione? Mica ha chiesto lumi sulla questione.  Per non parlare poi del fatto che, adesso che voi ci state chiedendo di rivedere le regole d'ingaggio dei nostri soldati in Afghanistan, mica noi t'abbiamo detto niente. Facciamo passare un po' di tempo, poi vedrai che rifinanziamo pure. E poi mi pare sia ovvio che dalla questione Mastrogiacomo in poi abbiamo capito la lezione, ci avete sgridato e noi abbiamo capito. Pensa che anche se Emergency urla a gran voce di salvare Rahmatullah Hanefi, noi ce ne sbattiamo, perché quello là ha trattato con i Talebani per liberare Mastrogiacomo, e con i terroristi non si tratta. Allora anche se gli funziona (male) solo un rene, che se ne rimanga in isolamento in mano ai servizi segreti afghani, perché è un terrorista (o almeno così ci sembra di aver capito, giusto George?).
Per non parlare del fatto che... siamo proprio d'accordo con te! La Siria non deve intervenire nei fatti del Libano, che Assad chiarisca all' Onu le dinamiche dell'omicidio di Hariri. L'ha detto anche l'amico Romano. Mica ci interessa che Israele ci spieghi perché ha raso al suolo mezza Beirut e dintorni, tanto ora in Libano ci siamo noi Italiani e tu ci hai pure ringraziato (bravo e magnanimo, davvero un grande imperatore!).
Ma in fondo tu già lo sapevi, tu immaginavi che anche Romano (e non solo Silvio) avrebbe saputo accoglierti con gran calore, lo sapevi da quando il “Baffetto” D'Alema aveva deciso di accompagnarvi a braccetto nella guerra del Kosovo. Sapevi che hai amici da tutte e due le parti. Ah, a proposito di Kosovo. A Romano è venuta una grande idea, siccome sappiamo che tu vuoi il Kosovo libero subito, per convincere la Serbia (inspiegabilmente contraria!) possiamo proporgli di entrare nell' Unione Europea. Se gli proponiamo un po' di vantaggi economici vedrai che quelli degli albanesi non si ricorderanno nemmeno, così il Kosovo è libero in fretta in fretta come piace a voi.
Ma in fondo è proprio questa vostra rapidità che ci affascina, forse è questa velocità di esecuzione che ci ha conquistato tutti dal Cavaliere al Professore. Quella velocità con cui avete ristabilizzato l'Iraq (una guerra-lampo e indolore), quella velocità con cui convincete il mondo a fare sempre la cosa giusta (coinvolgendolo sempre nelle vostre illuminate decisioni), quella velocità con cui avete deciso di risolvere il problema climatico: ridurre le emissioni di CO2 entro il 2050. Così in fretta? Geniale! Geniale e coraggioso. Questa cosa del clima e questi gran risultati ottenuti col G8 son piaciuti proprio a tutti. Sarkozy ha parlato di “Successo insperato”, Blair di “Passo in avanti importante, Barroso di “Grandissimo risultato”. Hai visto George come sono tutti affascinati? Hai visto? Hai amici dappertutto, ma non andare in strada a cercarli, son tutti nei Palazzi.