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Dov'è la tua Ferrari?

di Eugenio Benetazzo - 12/06/2007


 

Dovè la tua Ferrari? Dovè la tua Ferrari a rate? Siamo cresciuti sin da bambini con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati tutti miliardari, rockstars, divi del cinema o piloti di un jet supersonico con la Ferrari nel garage… ma non è così, e lentamente ce ne stiamo accorgendo. In questi ultimi tre anni in Italia è ormai emersa una nuova classe di poveri, quelli in giacca e cravatta, i nuovi schiavi del turbocapitalismo multinazionale, una nuova classe di morti di fame: quelli con il mutuo erogato al 100 per cento a tasso variabile, quelli con un lavoro atipico a singhiozzo, quelli con l’utilitaria pagata a 20 euro al mese, quelli che fanno la spesa a rate di 5 euro al mese al centro commerciale.

Si spende anche quando non si può spendere (situazione molto preoccupante dal punto di vista socioeconomico), grazie a società finanziarie di prestito al consumo al limite dell’usura, pubblicizzate da qualche personaggio televisivo trasformato in adescatore mediatico per le sue fattezze ed aspetto rassicuranti. Cominciate a svegliarvi dal torpore innocente di chi si è fatto sinora abbindolare da questa “schiavitù mediatica dell’ultimo modello appena uscito” o del “beneficio senza sacrificio”.

Sono ormai dappertutto, vi stanno bombardando e vi stanno convincendo a spendere anche quando non potete o non volete, la loro presenza è ormai dilagante (se non preoccupante): spot televisivi, radiofonici, inserzioni su testate giornalistiche, volantini nella cassetta della posta e sul tergicristallo dell’auto: chiedi e ti sarà dato. Quanto ti serve 5.000 euro? 10.000 euro? 25.000 euro? E a che cosa ti servono? Per rifarti le tette? Per comprare il nuovo scooter a tuo figlio che ha preso cinque asterischi in prima superiore? Per comprarti la nuova tv al plasma con cui giocare alla play(gay) station? Non ti preoccupare, tanto non ti facciamo alcuna domanda, ci pensiamo noi: e la vita finalmente ti sorriderà. Per adesso. Poveri Italiani: ormai avete iniziato a lucidare le maniglie del Titanic.

Spendere il denaro che non si possiede è sintomo di una grave carenza di responsabilità, soprattutto se quel denaro lo si spende (non possedendolo) per andare in vacanza in qualche località esotica o per avere l’ultimo modello di videofonino ultima generazione: e tutto questo solo per poter fare lo “sborone” con gli amici del bar e/o per non sentirsi inferiori socialmente. Mettetevelo nella zucca: siete consumatori, sottoprodotti di uno stile di vita che ormai vi ossessiona: sono vestito alla moda? il mio cellulare è trendy? la mia auto è “in”? il mio look è “easy”? mi fanno pena tutti quei ragazzi nelle palestre che cercano di modellare il proprio corpo per assomigliare a quei quattro modelli gay imposti dal tal stilista o dalla tal marca commerciale di jeans. Pensate come rispetto a qualche decina d’anni fa il paese e la sua popolazione siano cambiati profondamente, quando per comperare una casa o un automobile si accantonava anno dopo anno, rinuncia su rinuncia, lira su lira ed alla fine arrivava il giorno tanto sospirato in cui si andava dal concessionario di auto o dal notaio per il rogito e si “cacciava fuori di tasca propria” sino al 60/70 per cento del prezzo di quello che si comperava. Il resto si finanziava. Razionalmente. Allora sì, aveva senso dire: “Mi sono comprato l’auto, mi sono comprato la casa”. Oggi sarebbe più opportuno affermare “la banca mi ha comprato la casa e l’auto anticipando tutto, spero di non essere globalizzato e perdere tutto, oltre che il posto di lavoro”. In Triveneto esiste una banca (purtroppo non posso farvi il nome) che eroga i mutui sino al 120% per cento: non è un errore, avete letto bene, vi prestano il denaro per acquistare in toto il 100 per cento dell’immobile e un 20 per cento in più per altre frivolezze (probabilmente per comprarvi già la bara da morto). Mala tempora currunt, sed peiora parantur: un’ultima domanda. A quando la Ferrari a rate?

 

Tratto da BlekJek (Macrovideo 2007)


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