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Marcio... è bello. L'Italia non è un Paese povero, ma un povero Paese...

di Gianfranco La Grassa - 15/06/2007

 

In questo disgraziato paese il marcio avanza sempre più. Tutto sembra penetrato da un continuo processo di putrefazione, che intanto dura senza che se ne intraveda la fine. La cosiddetta sinistra è divisa su ogni questione, tutti affilano i coltelli e si guardano di traverso; eppure, con una vittoria elettorale, che tale non è stata (ricordo: 24000 voti in più alla Camera e 250000 in meno al Senato), essa sta occupando ogni posto noto del potere “pubblico”. Dietro di sé ha quello privato (economico-finanziario) ben più decisivo; anch’esso diviso e conflittuale ma unito nell’intento di voler fare i suoi giochi, sfruttandola come forza politica, scompaginandola, corrompendo ogni suo ambito, nella speranza di poter alla fin fine ritrovare qualcosa che corrisponda al centro (prevalente)-sinistra (subordinata) di prima della “caduta del muro”.

L’opposizione di centrodestra è del tutto patetica; il suo leader – ed è in effetti l’unico in Italia che si possa dire abbia un qualche carisma (perfino in negativo, visto che la sinistra si unisce solo contro di lui) – è tutto salvo che un decisionista (come abbia fatto a divenire un imprenditore di successo, non lo capisco; e nessuno risponda che ha “rubato”, che ha avuto appoggi politici, perché è una non risposta tipica degli idioti). Fatto sta che per anni abbiamo sentito dire che era il capo di un nuovo fascismo montante, e ciononostante non lo abbiamo mai visto prendere una decisione definitiva, assumere un piglio almeno alla Sarkozy, alla Thatcher o alla Blair. Solo battute, giocherellini sciocchi, nel mentre tutti i posti di potere gli venivano sfilati di sotto il c…..perfino quando era al Governo. L’ultima è che vuol salire al Quirinale in base ai risultati di parziali elezioni amministrative. Era intenzionato a chiedere nuove elezioni, ma al primo abbaiare dei suoi alleati avrebbe deciso di riferire al Capo dello Stato la “scoperta dell’acqua calda”: il paese è in sofferenza, la “ggente” non ne può più di questa sedicente politica (ma perché continuano a chiamarla così?).

Immagino che Napolitano sarà sorpreso, non ne avrà avuto idea prima che glielo dicesse Berlusconi. Quest’ultimo, insomma, farà l’ennesima figura del pirla. E costui era, per i politici e giornalisti di sinistra (in specie i Flores d’Arcais, Travaglio, Sabina Guzzanti, Furio Colombo, e altri “intelligentoni” del genere), il nuovo “Mussolini in doppio petto”. Ma vergognatevi, sciocchi e inutili vati di profezie false (ben pagate o farina del vostro sacco andato a male?), che continuate ad imperversare sui giornali e in TV. Ritirate dagli schermi quelle vostre brutte facciazze da imbonitori saputelli e ignoranti di politica come io lo sono di imbalsamazione!

L’altro genio del centrodestra, Casini, dice che lui è serio, quindi vuol far cadere Prodi in Parlamento. Cioè lo vuol tenere in piedi fin quando non si faccia l’agognata (da oltre dieci anni) operazione centrista, di cui spera di essere uno degli uomini di punta. Intanto manda avanti Follini che sembra un kamikaze, passando in “due balletti” da semplice dissidente del centrodestra a pieno sostenitore del centrosinistra; invece è solo il palloncino sonda di Casini, il primo tastare il terreno, l’imbastire l’impalcatura provvisoria per poi costruire un più solido ponte su cui far passare il grosso delle truppe dell’UDC. Di conserva agisce “Luca: palla al centro” (dopo aver invitato a votare centrosinistra l’anno scorso assieme ai suoi compari della Rcs) che, con l’aiuto della Bocconi e la partecipazione di “tecnici” quali Monti e Giavazzi (almeno tanto “geni” quanto Padoa-Schioppa e Visco), ha organizzato il recente seminario in cui si è buttato giù lo schizzo delle direttive per le future “magnifiche sorti e progressive” del nostro paese, in mano a bande che si combattono fra loro – mi trincero dietro quanto detto di recente da Guido Rossi, fino a pochi mesi fa presidente della Telecom e uomo vicino ai DS – “come nella Chicago anni ‘20”. Dichiarazione a mio avviso ingenerosa verso Al Capone, Frank Costello & C.; brutti personaggi certo, ma piuttosto intelligenti e capaci nel condurre certe battaglie (non confondiamo i personaggi reali con la macchietta disegnata da Robert De Niro nel film Gli Intoccabili).

 

E veniamo all’altro punto “dolente”, in realtà tanto ridicolo, dell’attuale “fantastica” situazione italiana. Tutti, con in primo piano il centrodestra e telegiornalisti tipo Fede, ululano per lo sconcio delle intercettazioni telefoniche in merito alla ancor oggi istruttiva vicenda relativa alla tentata scalata della BNL da parte dell’Unipol, appoggiata da Fazio, poi sconfitto (e con lui la finanza detta “rossa”) proprio da “Luca il centrista” e dalla “banda” della Rcs, ivi compresa l’Intesa (“vicina” a Prodi), ecc. ecc. Personalmente, mi auguro che gli scontri tornino sul piano della politica, che si lasci stare quello che oggi (ma solo oggi) qualcuno definisce il “circo mediatico” organizzato presso i Tribunali. Ho sempre dichiarato che cosa penso della vecchia operazione “mani pulite”, dei suoi possibili mandanti occulti, degli obiettivi – irraggiungibili fino alla caduta del muro e alla dissoluzione dell’URSS – cui si mirava, ecc.

Se si potesse evitare un’altra vergognosa operazione del genere, ne sarei tanto lieto. A patto che non si dimentichino i comportamenti tenuti “allora” dai “perseguitati” di oggi; a patto che questi nanerottoli non diano lezione di moralità, e non gridino a oscure manovre tipo golpe, quando sono stati all’origine del vero golpe, mascherato da opera di giustizia, del 1992-3 (per evitare equivoci: non perché siano stati inventati certi maneggi poco puliti di personaggi DC e PSI, ma perché ci si è premurati di salvare altri personaggi, in specie postpiciisti, altrettanto invischiati; e si è dato semaforo verde alla magistratura solo quando si è preteso il “cambio di regime” dopo la fine del pericolo rappresentato dall’“Impero del Male”).

I postpiciisti, e diessini d’oggi, non hanno alcun titolo morale per protestare contro il loro linciaggio dopo che hanno partecipato al linciaggio di quegli anni a danno dei loro avversari politici; dopo che non hanno levato un solo motto quando, nel 1994 mentre Berlusconi era ad una riunione internazionale (mi sembra della Nato), il Corriere (sempre la Rcs di mezzo) pubblicò la notizia di un avviso di garanzia al Premier (di allora) con 24 ore di anticipo rispetto al suo effettivo invio (per “beccarlo” proprio mentre era in svolgimento quella riunione). I due pesi e due misure sono sempre una ignominia; e nessuno di quelli oggi alla gogna (mediatica) deve avere la spudoratezza di protestare dopo che ha partecipato, gioito e goduto i vantaggi della gogna di ieri. Questi dirigenti diessini, sempre con la questione morale in bocca, debbono essere messi a tacere; se non lo sono, è per la coda di paglia dell’opposizione, per la sua connivenza dovuta alla paura di essere anch’essa coinvolta.

 

 Il leit-motiv della difesa degli squallidi personaggi investiti oggi dalla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche (che comunque nessuno osa sostenere raccontino panzane!) è che queste non hanno alcuna rilevanza penale. Non spetta certo a me il giudizio in proposito, e francamente non mi interessa nulla del rilievo penale o meno di tali fatti rivelati. Dirò di più: non credo nemmeno che i colloqui tra Consorte, D’Alema, Fassino, ecc. abbiano un diretto interesse politico. Il problema – parlo per me ovviamente – non è sputtanare questo o quell’uomo politico. Si tratta però di chiarire una volta per tutte che i dirigenti di quella che si vorrebbe fosse una forza di rappresentanza del popolo lavoratore si affannavano in grosse operazioni finanziarie. Dopo essere stato chiacchierato ampiamente all’epoca della conquista della Telecom da parte dei “capitani coraggiosi” (da lui definiti tali), durante il suo Governo; dopo essere stato discretamente chiamato in causa per i gravi fatti relativi alla Banca 121 del Salento, che ha rovinato 6000 persone e su cui l’inchiesta della magistratura sembra essersi arenata; dopo tutto ciò, il sig. D’Alema è finalmente colto a parlare di scalate bancarie con un grosso finanziere del suo stesso partito.

Vorrei si facesse un esperimento ideale. Portiamoci nel 1992-93; immaginiamo che un importante personaggio della DC o del PSI, parlando al telefono con un grosso uomo d’affari (per es. Berlusconi) dicesse: “E meglio non parlare di certe cose al telefono perché è controllato, incontriamoci di persona”. Che cosa sarebbe accaduto secondo voi? Se siete di destra non ho dubbi sulla risposta; ma quelli di sedicente sinistra come risponderebbero? Mistero, su cui non voglio sbizzarrirmi, tanto la risposta di ogni persona sensata e onesta sarebbe univoca! Mi limito a ripetere che non si deve più permettere ai dirigenti diessini di far la lezione di etica agli altri. E guardate che non li accuso di essersi messi dalla parte sbagliata. Veramente crediamo che i peggiori fossero Fazio, o il “compagno Ricucci”, i Fiorani, e dunque Consorte, ecc. rispetto ai vincitori: “quelli” della Rcs e il “dipendente” della Goldman Sachs divenuto nuovo Governatore della Banca d’Italia (e ricordo che anche Prodi lavorò per l’appena nominata potenza finanziaria americana)? Riporto nuovamente il recente commento di Guido Rossi: in Italia siamo come nella Chicago degli anni ’20. Era migliore Al Capone rispetto ai rivali sterminati nella famosa notte di S. Valentino? No, era semplicemente il vincitore, punto e basta.

Quindi nessuna condanna per l’affarismo dei dirigenti diessini; solo non vengano più a farci lezione di morale e non tentino mai più di far fuori gli avversari perché troppo “ricchi”, solo interessati ai “danè” mentre loro, oh nossignori, loro hanno il cuore trafitto pensando agli operai, ai pensionati, a tutti quelli (quattro quinti di italiani almeno) che non ce la fanno a vivere con salari mensili di 1200 euro, 1500 quando tutto va benone. Quattro quinti di italiani almeno sanno che i dirigenti dell’ex partito “dei lavoratori” parlano solo di soldi, d’affari, di scalate bancarie, di come trovare centinaia di milioni di euro per aiutare l’amico che sta prendendo la BNL (che considerano già loro; “allora abbiamo una banca?”).

Non è il fatto di averla presa nel c…. da parte di chi è anche peggiore di loro, il grave torto di questi “signori”; è di essere degli ipocriti, dei fintoni, gente che fa cadere le parole dall’alto di una inesistente superiorità morale, mentre se ne sbattono dei poveracci che li votano perché hanno da pensare ad affari ben più importanti che riguardano la Telecom, le banche (del Salento, del Lavoro e di chissà cos’altro).

 

Ma se ormai la loro superiorità morale è stata gettata nelle discariche di una storia finita assai malamente, c’è un altro aspetto che preoccupa, pur divertendo anche un bel po’. Sentirli parlare al telefono “di affari” fa scompisciare dalle risa; e nel contempo fa venire i crampi allo stomaco. Leggere certe frasi mi ha ricordato quando a 12 anni giocavo a Monopoli o leggevo le avventure di Paperon de’ Paperoni. Veramente da non credere ai propri occhi. “Facci sognare” è frase da essere abbinata al “bye bye Condy” sussurrato al telefono. Se gli scrittorucoli, sceneggiatori, registi, ecc. non fossero tutti dei loro meschini “uomini d’appoggio”, se ne potrebbe trarre un bel serial TV dal titolo: “La tragedia di uomini ridicoli”. Nella prima puntata, si potrebbe immaginare la vicenda di un Frankestein del XXI secolo, che riesce a procurarsi (immagini uno sceneggiatore come) il lobo inferiore dell’orecchio sinistro di Togliatti; e tenta una clonazione, che gli riesce malissimo, un po’ come a Frankestein junior, quando l’aiutante gli procura il cervello di A.B. Normal.

A parte gli scherzi, ci rendiamo conto di chi ci governa o fa opposizione (tanto è lo stesso)? Degli omuncoli di uno spessore da carta velina, di un intelletto che rifulge solo nell’arroganza e nella supponenza. Per anni, ci hanno rotto “i sissi e biribissi” con TPS e Visco; due “geni” che finalmente vengono ridimensionati e irrisi. Bersani era l’emiliano concreto e fattivo; bum e burubumbum! D’Alema era il successore del “Migliore” (garantito dal suo “caro amico Cossiga”). Adesso sappiamo che “sognava” banche e “dindi” con gli occhi roteanti come in certi cartoni animati di Walt Disney. Questi sono gli uomini del ceto politico. E per par condicio dico subito che è perfettamente inutile pensare di sostituirli con “quelli dell’altra parte”. Credo francamente sarebbe meglio interpellare la Protezione Civile – evidentemente non quella che agisce a Napoli e dintorni – per vedere che cosa farne. Che quadro avvilente! Siamo proprio un paese abitato dai personaggi che interpretava Alberto Sordi. Nando Moriconi non è “il romano”, bensì “l’italiano” tipo.

Finirò ripetendomi e ri-citando De Gaulle: “L’Italie n’est pas un pays pauvre, mais un pauvre pays”!

Amen