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Pedro Almodóvar “Commenda”...

di Carlo Gambescia - 19/06/2007

Il “commenda”, uno se lo immagina, come proprietario di trenta capannoni industriali nel nord-est produttivo, dove fabbrica salotti per gli sceicchi degli emirati. Insomma, uno tutto d’un pezzo, pelato e con la pancetta, casa e lavoro. Che fa ragionamenti tipo: “Mio padre aveva dieci capannoni, io trenta, mio figlio ne avrà quaranta”…, per dirla con il comico Antonio Albanese.
E invece no, perché Rutelli qualche giorno fa ha nominato Pedro Almodóvar “Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana”. Sì, proprio Pedro uno che tecnicamente appartiene al postfranchsimo porcellone. Oddìo, Pedro ha lavorato sodo. Ha girato un mucchio di film belli e trasgressivi. Dove, di solito, un attimo prima che si accendano le luci, si scopre che Lola è Lolo, e che invece Mario, fidanzato di Lola, nasce come Maria. E tu spettatore, che durante il film ti sei invaghito di Lola, entri in crisi… E capisci pure, quanto siano sottili i confini tra le identità sessuali.
E di questa grande lezione ringraziamo Almodóvar …. Però, che c’entrano la movida e il libertarismo di Pedro, con la nomina a “commenda”? Al posto suo l’avremmo rifiutata. Non si può girare un film dissacranti la Mala educacion. E poi recarsi in pompa magna, tra gli stucchi e gli specchi, a ritirare la “commenda”. E dire che lo si è fatto solo per “bona” educacion…
Vabbé, Pedro ci sta simpatico. Diciamo, allora, che ha fatto bene ad accettare, ma che doveva presentarsi almeno su tacchi a spillo di dodici centimetri. Per scandalizzare gli altri commenda presenti. E soprattutto Rutelli, che, da quando è vicepremier inciucia coi Teodem e al tempo stesso strizza l’occhio ai Gaydem. Insomma è un Paradem…
Per dirla con D’Alema, purtroppo, questa volta, il grande Pedro Almodóvar, non “ci ha fatto sognare”. Si è comportato come un proprietario di trenta capannoni industriali… E si è cuccato la "commenda". Lasciando, questa volta, proprio noi ammiratori, sull’orlo di una crisi di nervi…