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Adda veni' baffetto

di redazionale - 19/06/2007

 

Cosa è cambiato dopo la diffusione a spizzico delle intercettazioni che vedono coinvolti i principali leader dei DS nel tentativo di scalata di Unipol a BNL? Direi nulla oppure tanto, dipende, come al solito, dai punti di vista. I “morigerati” par exellance continuano a fare la voce grossa perché, tecnicamente, dietro le conversazioni  carpite non ci sarebbe nulla di rilevante, almeno penalmente. Anzi, D’Alema & C. hanno subito incassato la solidarietà bi-partizan di buona parte dei partiti, tanto di destra che di sinistra, con Berlusconi che ha difeso il “Lider Maximo” contro il giustizialismo di certa magistratura “fuori controllo”. Povero Berlusconi, si è così infiacchito, in questi ultimi tempi, che non è capace nemmeno di attuare una piccola vendetta, dopo un quindicennio di persecuzioni acclamate e reclamate (spesso pretestuosamente e da chi era moralmente anche peggio di lui) proprio da quegli ex-piccìisti che hanno tentato invano di fargli fare la fine del topo in gabbia. E pensare che gli ex-comunisti avevano fatto di tutto per accreditarsi come nuova classe dirigente, all’indomani del terremoto giudiziario che seppellì la Prima Repubblica. Berlusconi arrivò a scompaginare i loro piani (i quali avevano, probabilmente, una regia ben più grande di quella ordita da quattro scalzacani da sempre inconcludenti) e questo non gli fu mai perdonato.  Che Mani Pulite sia stato un vero e proprio “golpe” dovrebbe essere ormai chiaro ai più. Quando la situazione internazionale è cambiata, con la caduta dell’URSS, e con gli USA che si sono trovati ad essere il perno del nuovo mondo unipolarizzato, l’azione strategica americana ha richiesto ben altri basi di dominio sulle quali fondarsi, oltre che una diversa condotta politica e militare che non poteva più fare affidamento sul mero anticomunismo e sui consueti paesi amici. Così, tutti quei paesi “transfrontalieri”(tra cui il nostro) che per un cinquantennio avevano costituito la cortina protettiva contro il Socialismo Realizzato (storicamente esistito) hanno subito una “derubricazione” ad agenzie di pura asseverazione del nuovo ordine mondiale unipolare. Gli USA hanno puntato ad incunearsi direttamente nel cuore dell’ex Impero Sovietico per arginare sul nascere una potenza sì decaduta, ma che aveva ancora a disposizione una grande forza militare accumulata sotto il regime comunista. In questo cambio di strategia mondiale, le classi governanti semi-indipendenti dei paesi europei “di confine” hanno perso gran parte dei loro privilegi (sia militari che economici) fino a dissolversi sotto il peso del mutamento. Peraltro, queste caste erano così compromesse ed ossificate in schemi bipolari inadeguati alla situazione post-guerra fredda da costituire una zavorra impresentabile per gli USA, una chincaglieria “d’altri tempi” che male si adattava alle nuove esigenze del paese uscito vincitore dalla “Guerra-Pace Fredda”. A tal uopo, in Italia fu “autorizzata” una finta rivoluzione a colpi di giustizia e di monetine,  al fine di un repentino “aggiornamento” del governo paese alle istanze provenienti tanto dall’esterno (gli USA) che dall’interno (i gruppi economico-finanziari italiani che, nella situazione modificata, potevano sopravanzare le logiche e le classi politiche precedenti). Gli ex-comunisti si fecero subito avanti cambiando in pochi mesi nome e bandiera, dando testimonianza della loro capacità di adeguamento alla “modernità”. Sappiamo, invece, come sono andate le cose e, fortunatamente per noi, il buco è stato più grosso della ciambella.

 

L’Italia continua ancora oggi ad avere un elevato valore strategico per gli Americani – e lo dimostrano i tentativi di ampliamento di alcune basi Nato sul nostro territorio – ma l’importanza del nostro paese è certamente di diversa portata rispetto al periodo precedente. Chi gestisce questa fase storica viene dritto dritto da una stagione di repulisti ad una direzione che toccò qualcuno e che qualcuno volutamente risparmiò; difatti, quel sistema che bene o male (più male che bene) resse le sorti del paese per quasi cinquant'anni aveva sì nei democristiani la sua architrave ma si riproduceva grazie al consociativismo e alla compiacenza dell’altro grande pachiderma istituzionale, il PCI. Naturalmente, in quest’ultima direzione si indagò pochissimo perché non si poteva rischiare di lasciare un completo vuoto dirigenziale nel nostro paese. Fu il “compagno” Primo Greganti a pagare per tutti regalando agli altri una rinnovata verginità politica.

Comunque, questa Storia recente ci dice solo da dove viene l’ “allegra” brigata dalemian-fassiniana, di quali “operazioni” si è resa responsabile dopo lo smembramento del Pci e di quale “moralità” si arma pur di raggiungere i propri obiettivi. Da ultimo, appunto, la vicenda Unipol-BNL, a proposito della quale dapprima i vertici diessini si sono detti completamente estranei al fattaccio per poi, colti sul fatto, scagliarsi contro il circolo mediatico forcaiolo fomentato da una magistratura pilotata (sic!). Se al ladro gli rubi in casa…

Certo non ho alcuna intenzione di difendere i magistrati, questi non mi stanno affatto più simpatici dei politici di sinistra, poichè sono riusciti ad accorgersi della corruzione in Italia solo a giochi fatti, quando era ormai chiaro che la vecchia classe politica era già stata fottuta dalla Storia.

 

Il meglio che questa sinistra può offrire oggi al paese è sotto gli occhi di tutti. Qualche scalata qui e là, un groviglio di potere alle spalle (chiamarlo una rete mi pare improprio visto le divergenze che più volte si sono manifestate), poche grandi banche che controllano tutto, GF e ID che non s’aspettavano un servilismo così smaccato, tanto che oggi tentano di riposizionare la “palla” al centro, nel timore che questi dilettanti rendano le cose più evidenti di quelle che già sono.

Nel mezzo delle questioni gestite dai grandi partiti della coalizione di Centro-Sinistra ci sta tutta la sgangheratezza di partiti minori (verdi, prc, pdci) i quali, in mancanza di banche da acquisire e di piani finanziari da stilare, si buttano su questioni “universali” come la pace, l’ambiente, i diritti dei gay, disinteressandosi di tutto il resto (che è poi cento volte più importante). “Facite ammuina”, suggeriscono i loro capi, e l’esercito dei militanti scolaretti ubbidisce indignandosi contro i papi e i vescovi. Una lotta medioevale tra zombies in odor di (post)modernità. Poveri noi!