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Enoch e la sapienza celeste. Alle origini della mistica ebraica (novità editoriale)

di Cristiana Tretti - 20/06/2007

Enoch e la sapienza celeste

Alle origini della mistica ebraica

Autrice: Cristiana Tretti
Editore: La Giuntina (collana “Testi e studi” dell’AISG –
Associazione italiana di ricerca scientifica per lo studio del giudaismo).
Uscita: 14 giugno 2007
Formato: 17  x 24 cm., brossura
Pagine: 420 - 30 euro
www.giuntina.it

Il saggio è dedicato a una delle più affascinanti leggende dell’ebraismo:
quella di Enoch, già citato nella Genesi in relazione al suo rapimento
divino (“Poi… non fu più perché Dio l’aveva preso”), ed esaltato nella vasta
letteratura posta sotto il suo nome come depositario d’un sommo sapere
celeste.
  Oltre a risiedere nell’Eden e a fungere da mediatore fra le dimensioni
inferiori e superne, Enoch compì viaggi agli estremi confini della terra e
del cosmo. Visitò così meravigliosi reami paradisiaci e monti di gemme, e
poi ancora gli scrigni delle stelle, le porte del firmamento e i sentieri
degli angeli, fino ad ascendere in sogno ai palazzi della dimora divina.
Attraversato il primo, di candore niveo e col tetto scintillante di meteore
e folgori, vide stagliarsi al suo interno come in uno schema mandalico il
secondo; che interamente materiato di luce ospitava il trono della gloria,
oggetto supremo di contemplazione mistica.

  Tutto ciò è narrato nel Libro di Enoch o Enoch etiopico, celebre
apocalisse apocrifa giudaica le cui sezioni più antiche risalgono al iii
secolo a.C. In seguito, suggestive elaborazioni del racconto confluiscono in
un ulteriore apocrifo, l’Enoch slavo, probabilmente composto agli inizi
dell’era volgare. Ma è nella fase più tarda, rappresentata dall’Enoch
ebraico (v/vi secolo), che la quasi millenaria parabola delle tradizioni
fiorite intorno al patriarca tocca l’apice della glorificazione e
dell’empito fantastico: tale testo hekalotico descrive infatti la
stupefacente metamorfosi di Enoch, asceso al settimo cielo, in una creatura
di luce e di fiamma - Metatron, il primo fra gli angeli.

  Scopo della ricerca è mettere in rilievo la grande importanza del Libro di
Enoch nello studio delle origini della mistica e dell’angelologia ebraica.
Vera e propria miniera d’informazioni sugli spiriti superni, tale apocrifo
non solo narra estesamente la leggenda degli angeli caduti (spesso ripresa
dai primi autori cristiani); ma include le più antiche liste di nomi dei
quattro e sette arcangeli, poi divenute fondamentali, con alcune variazioni,
in ambito sia giudaico sia cristiano.

  Il commento qui proposto dedica largo spazio anche alla formulazione
embrionale, nel Libro di Enoch, di temi simbolici in seguito sviluppati in
trattati giudaici tardoantichi, altomedievali e cabalistici. Proprio
quest’apocalisse contiene ad esempio la più antica visione extrabiblica del
trono divino; che per il suo carattere dettagliato e poetico fu per secoli
il modello cui attinsero i mistici della letteratura dei Palazzi, narrando
le loro esperienze estatiche. Di  grande interesse è inoltre il fatto che i
templi della dimora superna descritti nel Libro di Enoch mostrino analogie
fenomenologiche con gli schemi mandalici del buddhismo tantrico.  Il lavoro
comprende:

▪  la prima traduzione italiana della versione greca del Libro dei Vigilanti
(la sezione più famosa e citata dell’Enoch etiopico);
▪  le relative note esplicative e filologiche;
▪  un commento che esplora la trama simbolico-esoterica dell’opera.

L’autrice
Cristiana Tretti si è laureata in Lettere antiche presso l’Università degli
Studi di Milano, con una tesi incentrata sul Libro di Enoch.  Giornalista
pubblicista specializzata nei settori della tradizione mistica e del
pensiero simbolico, è traduttrice di saggi in lingua inglese.