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A cavallo tra il XX e il XXI secolo

di Giancarlo Chetoni - 20/06/2007

 
Fino a metà degli anni ’90 “ Israele “ ha mantenuto in Medio Oriente un enorme apparato offensivo aereo e terrestre di cui si è servita per colonizzare i territori arabi “ annessi “ nel Giugno ’67 ( Sinai, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Gerusalemme Est e Colline del Golan-Fattorie di Sheba ) invadere il Libano e mantenere sotto costante pressione Damasco e Beirut.

Sul fronte nord Israele con l’occupazione delle alture del Golan, manterrà un decisivo vantaggio strategico sulla Siria.

Nel 1982 Tel Aviv restituirà il Sinai alla sovranità dell’ Egitto, non senza essersi assicurata, attraverso trattative con il Cairo la totale smilitarizzazione dell’ Area e l’allacciamento di relazioni diplomatiche e commerciali con Egitto e Giordania.

La compressione del “ problema palestinese “ e l’eliminazione del “ fronte sud “ consentirà per 30 anni a Israele di tenere Damasco, posizionata a 70 Km dalle Alture del Golan, alla portata delle divisioni corazzate di Tsahal e sotto la minaccia dei cacciabombardieri della Israeli Air Force almeno fino al 1996.

Nel 1991, dopo una serie di provocazioni ben organizzate di cui si farà complice il Kuwait, Stati Uniti e Alleati affronteranno un altro nodo della resistenza araba nel Medio-Oriente : l ‘Iraq.

Wastinghton estenderà nel frattempo la sua già larga influenza politica su Arabia Saudita, Yemen e Paesi del Golfo Persico a sostegno delle sue linee di approvvigionamento energetico e di deterrenza militare costringendo l’ Iran ad accelerare un poderoso processo di riarmo con l’assistenza di Russia e Cina.

Se nel Giugno del ’67 Francia e Inghilterra avevano fornito ad Israele una incontrastabile capacità militare e tecnologica, compreso la fornitura di un reattore nucleare ad acqua pesante, che assicurò allo Stato Ebraico la vittoria contro gli Arabi in quella che venne definita la “ guerra dei sei giorni “ e un crescente peso strategico in Medio-Oriente, gli Usa l’hanno mantenuta schiacchiante fino al ’96, quando, a partire da fine XX° secolo è cominciato un rapido riequilibrio strategico tra le forze convenzionali di Israele e degli Stati Arabi.

Dall’anno 2000 l’industria militare di Mosca ha fatto un salto di qualità senza precedenti, apparentemente inspiegabile, che le ha permesso di acquisire la parità tecnologica con gli Stati Uniti nel settore dei sistemi d’arma e addirittura di superarli, in efficacia e prestazioni, in nicchie strategiche come la difesa antiaerea e antimissile, terrestre, navale ed aerea, dopo aver sensibilmente ridotto le tradizionali distanze con la controparte negli apparati elettronici imbarcati, nella tecnologia radar e stealth.

Insomma il gap militare della Russia con gli Usa , abissale dal ’48 al ’67, ampiamente manifesto fino 1995 , si è andato via, via colmando per entrare in una precaria e alternata stabilità nel nuovo millennio eccetto che nell’approntamento delle CVL a propulsione nucleare dove il predominio navale degli USA rimane ad oggi incontrastato.

Nel 2006 inoltre per la prima volta Mosca ha superato Francia e Usa con 7, 6 contro 6,9 e 6.7 miliardi di dollari di materiale militare esportato, ampliando e indirizzando il volume della sua produzione verso 14 nuovi Stati di America Latina, Africa, Medio Oriente, Golfo Persico ed Asia.

Per capire la profondità e le conseguenze militari, politiche ed economiche di questo sorpasso e gli effetti strategici che ha prodotto a livello planetario basterà dire che Riad ha recentemente concluso con Mosca un accordo di 2.4 miliardi di dollari per una gigantesca fornitura di equipaggiamenti e di elicotteri da combattimento dopo aver avviato da tempo la sostituzione dei suoi cacciabombardieri di produzione Usa F15 con Tornado ADV e l’acquisto, recentissimo di Typhoon 2000 dal Consorzio Eurofighter mentre in campo del trasporto merci e passeggeri si è accentuata la sostituzione di vettori Boeing con Airbus.

La recente visita di Putin in Arabia Saudita ha inoltre avuto il merito di concludere un accordo sui livelli di estrazione del greggio tra i due Paesi gettando le basi di un “ cartello energetico “ tra il Patto di Shangai e gli Stati del Golfo.

Non passa giorno che Ria Novosti e Itar Tass esplicitino nei loro comunicati il poderoso e ormai inarrestabile processo di esportazione energetica che dalla Siberia e dall’Asia Centrale con la posa di decine di oleo-gasdotti farà affluire nei prossimi 5-10 anni alla Cina, al Pakistan, all’ India miliardi di barili di petrolio e di mc di metano creando enormi opportunità di crescita, sociale, economica e industriale per tutta l’ Asia, Giappone compreso.

La Russia dopo aver agganciato l’ Iran in questo gigantesco progetto ha fornito a Teheran i migliori sistemi antiaerei e antinave del mondo mettendola in condizione di abbattere tutto quello che Usa sono in grado di far volare e navigare nel Golfo Persico e nell’ Oceano Indiano.

La qualità e la quantità delle commesse militari che la Russia e Cina hanno fatto arrivare a Iran e Siria è semplicemente impressionante e, diversamente dai tempi dell’ Urss, le forniture sono state saldate per contanti da Damasco con l’assistenza finanziaria di Teheran.

A Luglio alla periferia di Mosca sarà posizionato il primo sistema antiaereo e antimissile S 400 con una gittata di 400 km che andrà gradualmente a sostituire le batterie mobili di 30 reggimenti di S 300. Costituendo ancora il meglio di quello che c’è a giro nei sistemi antiaerei-antimissile è ampiamente prevedibile che questo stock di “ esuberi “ prenderà la strada dell’ esportazione. Il risultato sarà quello di accrescere il livello della ricerca e della produzione militare della Russia e aumentare la deterrenza di difesa dei Paesi alleati di Mosca.

Nella settimana che ha preceduto il G 8 in Germania, il Cremlino, anche se nel quadro di impegni già sottoscritti con l’ Iran, come risposta agli Usa sull’ installazione di intercettori antibalistici in Polonia e di radar nella Cekia ha accelerato dall’Estremo Oriente Asiatico, nel pieno rispetto dei Trattati Internazionali, la spedizione per ferrovia, fino al bordo del Mar Caspio, di 120 tonnellate di uranio arricchito per l’attivazione, prevista per Dicembre 2007, della centrale nucleare di Busher.

Il carico via mare raggiungerà la destinazione finale entro la fine di Giugno. Limitandoci ad osservazioni per altro generiche e incomplete su 2 sistemi d’arma antiaerei ( S- 300 S 400 ) per irrisolvibili problemi di spazio è facile capire cosa stia succedendo nel Golfo Persico e nel Medio Oriente e la portata strategica finale di decine di “ aggiustamenti “ sul terreno come quelli descritti con l’introduzione sul campo di sistemi d’arma antiaerei , altrettanto efficaci, in Siria e in Iran come i PANTSYR, i THOR M 1 e i BUK M 1-2, per limitare le novità in questo settore all’arco degli ultimi 12-24 mesi.

Quello che rende ancor più profonda e sconvolgente la dimensione di questi cambiamenti è che mentre gli USA si sono affidati nella produzione militare convenzionale - nucleare a vettori aerei sempre più sofisticati come gli F 117, i B-1 e i B 2, gli ultimi con un costo unitario di 1.3 miliardi di dollari e agli F 22 con oltre 280 milioni di dollari, tra l’eccellenza, per insuperabili compatibilità di spesa, numericamente esigua e la forza d’urto degli F-15-16-18, è rimasto un vuoto.

Un vuoto che si allarga a macchia d’olio, e che l’ F-35 potrà riempire, a completamento ordinativi, solo nei prossimi 10-15 anni anche se c’è da dire che pur presentato come un vettore di 5° generazione F 35 sarà spazzato via dai cieli come forza offensiva dal prodigioso avanzamento della tecnologia e dell’efficacia missilistica antiaerea sviluppata dalla Russia e in un rapporto di costi 80-100 : 1.

In soldoni per qualsiasi “ aggressore “ si presenta all’orizzonte un rapporto tra efficacia-perdite operosissimo da pagare agli “ aggrediti “.

Quello che va prendendo forma nell XXI° è il declassamento, il declassamento nella strategia militare di tutti i vettori aerei finalizzati all’attacco al suolo.

Israele ha in dotazione circa 150 F 15 e 350 F 16 più una riserva strategica di circa 170-200 tra F 15 e F 16. I suoi vettori nelle cellule e nei motori sono ormai abbondantemente obsoleti anche se conservano un carico bellico di precisione e a caduta libera di tutto rispetto.

Un F 35 avrà un costo unitario previsto finale di 120-130 milioni di dollari e sfiorerà i 160 a elettronica, sistemi d’arma imbarcati e addestramento del personale “ combat ready “ concluso.

Sostituire l’intera linea di volo per Israele sarà impossibile. Occorreranno tempi massicciamente lunghi e enormi stanziamenti di esercizio solo per rinnovare la metà, o poco più della linea cacciabombardieri.

Con un PIL 2006 certificato dalla CIA Word Fietbook di 160 miliardi di dollari, l’Italia è a 1.475 miliardi di Euro, Gerusalemme, per una spesa militare e di sicurezza che cresce di un 10 % all’anno, anche facendo affidamento sul solito, massiccio aiuto di Wastington, attraverserà nei prossimi 3-7 anni, una fase di crescente perdita di deterrenza aerea mentre quella terrestre si è ridotta, nell’impiego di fanteria, semoventi, artiglieria, divisioni blindate e corazzate al punto più basso della sua storia come Stato Organizzato anche per l’introduzione nell’esercito di Damasco di eccellenti e perfezionati sistemi anticarro i come il Kornet E.

L’Ultima guerra al Libano nel Luglio Agosto del 2006, anche senza l’impiego di un solo missile antiaereo a breve raggio da parte di Hizbollah, ha messo in evidenza i limiti strutturali della Israeli Defence Force e di Tsahal.

Il nuovo Grande Medio Oriente vagheggiato dall’ Amministrazione Bush dovrà aspettare un bel pezzo consumando le sue aspirazioni in Iraq.