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Il Pd, Veltroni, l'America e la sinistra dei cittadini-turisti

di Carlo Gambescia - 22/06/2007

 

La possibile candidatura di Veltroni alla segreteria del Pd merita un’attenta analisi. Non in termini di “politica politicante”, o se si preferisce, di “calcoli” sui nuovi equilibri interni al gruppo ulivista. Ma di fenomenologia della politica , e in particolare della sinistra riformista italiana.
Che cosa intendiamo dire? Proporre Veltroni alla segreteria del Pd significa puntare su una politica definitivamente fondata sul vuoto delle apparenze. Con Veltroni, al comando, la politica del Pd finirà nelle mani degli organizzatori di eventi, degli uffici stampa, dei direttori di immagine, e dei quadri direttivi di quel terziario, che trae la sua forza dall’espansione dell’ immaginario cinematografico, musicale, museale, turistico eccetera. Dalle apparenze, appunto.
Si pensi a quel che è accaduto a Roma. Veltroni, in sei anni di mandato, non ha risolto un problema della città. Le periferie, per dirla in modo banale, sono sempre più degradate. La mobilità è pessima. La criminalità dilagante. I servizi sociali procedono a singhiozzo. Ma il comune di Roma, solo per fare alcuni esempi, ha promosso un viaggio a Kabul del medico-clown Patch Adams; ha aperto un ufficio per la Pace a Gerusalemme; ha ospitato il grande concerto Live8 per chiedere al cancellazione del debito del Terzo mondo.
Certo, si tratta di scelte in sé nobili. Che tuttavia, grazie al sistematico e quotidiano lavoro del suo ufficio stampa, servono solo a stendere un velo, dai colori vivaci, sui problemi che attanagliano Roma. E che, nell’ultimo quindicennio, sono cresciuti a dismisura a causa delle pesantissima “turisticizzazione” della Capitale. Sulla quale, Veltroni, proseguendo l’opera di Rutelli ha decisamente puntato. Una politica che ha fatto crescere l’occupazione solo nel terziario (turistico). E favorito i costruttori di alberghi e relative infrastrutture.
La macchina mediatica di Veltroni è veramente potente. Un semplice esempio: quando un povero tabaccaio romano, viene aggredito da un rapinatore, viene subito data la massima evidenza non all’aggressione in sé, ma alla visita del sindaco alla vittima. Che in un secondo momento, spesso, viene addirittura decorata... E qualche volta, purtroppo, alla memoria.
Ora, questa macchina, seguirà Veltroni alla segreteria del Pd. Certo, sul piano nazionale, puntare solo sul vuoto delle apparenze, potrebbe essere più difficile. Ma il sindaco di Roma, può contare su una rete di rapporti, anche a livello internazionale (soprattutto negli Stati Uniti), che potrebbero rendere il suo compito meno difficile del previsto. Non dimentichiamo, che in occasione della guerra del Kosovo, Veltroni, organizzò, acquisendo grandi benemerenze in Italia e all’estero, la prima manifestazione, nell’intera storia del movimento operaio italiano, a favore di una guerra, per dirla all’antica, “imperialista”… Per non parlare dei suoi legami "hollywoodiani", del resto onestissimi e di dominio pubblico, concretizzatisi nella nascita del Festival romano del cinema. Legami che però attestano la sue entrature, se non altro ideologiche, oltreoceano.
Insomma, Veltroni, può essere utile a costruire la nuova immagine di una sinistra americanizzata, dolciastra e liberal, universalista a parole, attenta alle “apparenze” dell’immaginario: in una parola rinunciataria. Una sinistra, pur semplificando, come la concepisce e veicola Hollywood: individualista e fondata sull’idea di un cittadino-turista, in eterno pellegrinaggio tra un museo, un cinema, un concerto jazz, un centro vacanze, un agriturismo, una “notte bianca”… Il che non sarebbe neppure disdicevole…
Ma può diventarlo quando, come avviene con Veltroni, si vuole far intendere (certo con modi suadenti) al cittadino-turista, che quelle “delizie”, possono essere “godute” solo al prezzo di accettare qualsiasi lavoro… Soprattutto flessibile. Dal momento, che gli unici scopi della vita sono quelli di lavorare e divertirsi… Di qui la necessità, “indotta” dall’alto, nel cittadino-turista veltroniano, di dover "subire" qualsiasi lavoro, pur di mettere insieme i soldi, per un breve soggiorno a Sharm… Per poi tornare, alla “normalità”… Che è invece fatta di tagli ai servizi sociali, alle pensioni, agli stipendi e salari, eccetera. Accontentandosi, appunto, di aver goduto del vuoto (delle apparenze): di essere re per una notte, e povero, o meglio lavoratore-flessibile, tutto l’anno…
Veltroni, sa benissimo che chi si diverte acconsente…. E ancor meglio di lui, lo sanno i maggiorenti del Pd che lo hanno scelto.