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Il prezzo del pianeta. Il G8 è la vera causa dei problemi del Terzo mondo.

di Vandana Shiva - 25/06/2007

Vandana Shiva
Vandana Shiva
Il G8 è la vera causa dei problemi del Terzo mondo. Considera tutto come un bene economico. E tutto può essere messo in vendita
Il G8, nato come G7, è il residuo di un mondo non democratico in cui piccole potentissime élite prendono decisioni a porte chiuse su questioni che riguardano la vita di miliardi di persone in tutto il mondo. È formato dai rappresentanti di governi e grandi imprese che hanno inventato istituzioni non democratiche come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale o l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), permettendo che le multinazionali, di fatto, governassero il mondo. La globalizzazione delle imprese non è una forma di internazionalismo. Lo spirito internazionale si basa sulla solidarietà, mentre la globalizzazione si fonda sull’esclusione. Promuove l’uguaglianza, non le disparità. Aspira a garantire la dignità e la sicurezza per tutti gli esseri umani, non a privare i cittadini del mondo della loro dignità e dei loro mezzi di sopravvivenza.

I numerosissimi episodi di suicidio tra i contadini indiani dopo il processo di globalizzazione dell’agricoltura nazionale è solo un esempio di come la questa rappresenti un’effettiva minaccia alla sopravvivenza degli individui. La maggior parte dei suicidi si sono verificati tra i coltivatori di cotone che non potevano più mettere da parte i semi di un raccolto per utilizzarli nella stagione successiva, essendo passati al cotone Bt della Monsanto. Nello stesso periodo i profitti delle vendite si sono ridotti a causa dei sussidi all’agricoltura del cotone messi in atto negli Stati Uniti. L’effetto combinato tra la nuova spesa per l’acquisto dei semi e la riduzione dei prezzi di vendita del prodotto ha portato i coltivatori di cotone nella trappola dei debiti, fino al passo disperato del suicidio. Nell’ultimo decennio di globalizzazione si sono tolti la vita circa 150mila contadini. Questo fenomeno, paragonabile a un genocidio, è una diretta conseguenza della scelta del G8 di aiutare le multinazionali nella creazione del mercato delle sementi. L’ingiustizia ha portato al genocidio di massa, la non sostenibilità all’ecocidio.

I cambiamenti climatici costituiscono la più grave minaccia ecologica dei nostri tempi. Sono la conseguenza di modelli di industrializzazione e di crescita economica basati sul massiccio utilizzo di combustibili fossili, che comportano enormi emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Le soluzioni della tecnologia industriale hanno preso il sopravvento e hanno progressivamente indebolito le alternative tradizionali, più compatibili con gli equilibri ecologici. Lo stesso principio di sviluppo si è identificato con l’introduzione di tecnologie alimentate da combustibili fossili, portando alla distruzione ecosistemi, economie e stili di vita sostenibili, creando nuova povertà e non, come spesso ha dichiarato di voler fare, combattendola.

La pesante domanda di risorse imposta dall’industrializzazione ha portato alla privatizzazione delle risorse del pianeta: la terra, le riserve minerarie, le foreste, gli oceani, la biodiversià… persino l’aria. Questa privatizzazione di risorse ha depredato le comunità delle loro fondamentali possibilità di sussistenza. La distruzione dell’economia della natura e delle comunità tradizionali è la vera causa dei problemi del Terzo mondo. La povertà, la fame, sono un prodotto delle scelte politiche del G8 e della sua opera di privatizzazione del mondo. Il G8 considera tutto come un bene economico: tutto ha un prezzo e può essere messo in vendita.

Il mondo ha urgentemente bisogno di nuovi paradigmi e di nuovi soggetti che affrontino i suoi problemi. Ne esistono già delle espressioni. Chiamo il complesso di queste nuove energie, fatto di associazioni e iniziative spontanee, «democrazia della Terra». Il movimento nonviolento nato per discutere e criticare le scelte del G8 ne è un esempio. Un altro esempio è quello del nuovo World future council. Come lo è il lavoro che facciamo in India con Navdanya, per rivendicare il diritto al cibo, all’utilizzo dei semi, all’accesso alle risorse idriche. Sono, questi, diritti non solo possibili ma fondamentali e necessari. Le alternative che proponiamo per proteggere la natura creano ricchezza reale per le persone e aiutano la collaborazione pacifica.

La democrazia della Terra ci chiama con urgenza a reagire alle multinazionali che stanno impoverendo il pianeta. Dobbiamo contribuire a creare una forma di governo in cui siano le persone a determinare i modelli di produzione e di consumo, gli stili di vita, le scelte che permetteranno alla nostra specie di sopravvivere. La nostra più grande sfida è quella di creare un’alternativa concreta ai governi delle imprese e degli Stati che rappresentano il G8.